Un formicolio mi sale lungo la schiena, mi attraversa gli arti. È come se il potere del Miraculous si sia manifestato in tante piccole coccinelle luminose che zampettano sul mio corpo.
L'energia mi scorre forte nei muscoli. Non ho mai avuto una sensazione così quando mi trasformavo in Ladybug.
La luce si attenua.
Sulle mani sono spuntati dei guanti neri che lasciano scoperte le dita ricoperte dal costume rosso.
Un cappuccio mi ricopre la testa; mi sfioro il viso con i polpastrelli, anche la maschera ha una forma diversa. Ai piedi porto un paio di stivaletti con un tacco a punta.
Ha funzionato!
Sono riuscita a far emergere un altro lato della mia personalità e ciò si è riflesso nella trasformazione.
Ora, però, devo pensare all'allarme.
Mi affaccio alla ringhiera del terrazzo. Dall'ingresso principale e da quello che conduce al cortile interno, i gruppi di studenti sciamano all'esterno guidati dai rispettivi insegnanti. Nessuno sembra preoccupato, solo un po' spaesati per questo fuori programma.
Al centro del cortile, c'è la mia classe con la Adamanti che continua a dare indicazioni ad ogni studente. Non vedo tra loro Letizia. Forse, ha approfittato della situazione per pensare ai suoi affari.
Spero che nessuno si accorga della mia momentanea assenza.
Un odore di nafta mi aggredisce le narici. È come se mi trovassi accanto ad un aereo in procinto di partire, è fortissimo.
Il nuovo potere deve aver incrementato anche la potenza del mio olfatto.
Vado alla porta e scendo le scale. Seguo l'odore attraverso i corridoi, si fa man mano più forte.
Mi fermo ad un angolo e sbircio. Dall'aula di chimica dove stavo seguendo la lezione della Adamanti proviene una nuvola di fumo grigiastro.
Di sicuro è quella la causa dell'allarme.
Ma cosa stanno combinando lì dentro?
Mi avvicino rasentando il muro, giungo all'uscio; l'aria è irrespirabile, mi copro bocca e naso con un braccio. Recupero dalla cinta lo yo-yo - almeno questo non è cambiato dalla classica trasformazione - attivo la funzione "Ossigeno" e lo fisso sul muso. Posso respirare.
Lancio un'occhiata all'interno dell'aula.
Due tizi muniti di maschera antigas e berretto bianco riempiono le ampolle con una sostanza nera e viscosa. La reazione del composto chimico provoca questo odore nauseabondo e genera la nube di fumo.
Uno dei due si spolvera i pantaloni, ha le mani avvolte in guanti da lavoro color ocra. «Credo che possa bastare. Non dobbiamo esagerare o i vigili del fuoco non crederanno ad un incidente.»
L'altro solleva i pollici.
Entrambi si spostano verso la cattedra, si avvicinano a due borsoni che giacciono ai piedi della sedia del docente. Li raccolgono e si avviano all'uscita.
Mi allontano di corsa e vado a nascondermi dietro al distributore di bibite al mezzano di corridoio.
I due tizi si incamminano verso il lato opposto al mio, verso la presidenza. Sulla loro schiena è disegnato un simbolo: un cerchio nero da cui si dipanano delle piume, con al centro la testa di un pavone rovesciato.
Satiri.
Cosa avranno in mente? Di sicuro nulla di buono.
Li seguo.
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Stiletto
FanfictionMilano, 2016. Marinette Dupain-Cheng vive la nuova realtà di studentessa dell'Accademia di Moda Bellerofonte per coronare il suo sogno di diventare un giorno una stilista di livello internazionale. Quella borsa studio ottenuta grazie al suo immenso...