Capitolo 12

26 4 0
                                    


Salto da una trave all'altra in modo da non svelare la mia posizione. Il sentimostro comandato da Portanova continua a scagliare lame di vento verso l'alto nella speranza di colpirmi. Una delle travi si è inclinata sotto la forza bruta del potere di quell'alabarda.

Non posso affrontarlo mentre è al suo pieno potere. Devo riuscire a strappargli il pendente, romperlo e liberare l'amok imprigionatavi. Non si merita tanta grazia da parte mia, ma vorrei evitare di colpire forte il questore.

L'ombra del sentimostro emette un ruggito. «Dove diavolo sei?»

Quindi ha mantenuto una certa indipendenza come quando i due corpi erano separati e il sentimostro si era manifestato in quel gigante dalla forza bruta.

Balzo giù da una trave e atterro silenziosa su una scatola incellofanata. Un altro ruggito del sentimostro fa oscillare le lampade a neon. Il volto di Portanova è screziato da vene scarlatte: più resta legato al sentimostro, più il suo animo viene corrotto. Per aver attecchito in modo così decisivo, ci doveva essere già un serio problema nella mente del questore.

Attendo che mi dia le spalle, prendo bene la mira e gli scaglio il tomo che avevo con tutta la forza che ho. Il libro rotea, ma il sentimostro si volta di scatto e lo afferra. Lo sbatte a terra, Portanova solleva l'alabarda e la cala con furia sulla copertina. Scarica una serie di colpi finché non è soddisfatto.

Sta perdendo il senno.

Entrambi sollevano lo sguardo su di me. Impugnano l'alabarda a quattro mani e caricano. Salto a destra, il fendente dall'alto mi manca di un soffio, lo spostamento d'aria che provoca mi sferza il viso e brucia.

Il sentimostro si separa per un attimo da Portanova e scaglia un pugno che mi colpisce in pieno petto. Volo all'indietro come una bambola di pezza, atterro sul nastro trasportatore con le braccia scomposte.

Muovo gli arti, mille spilli mi pungono in tutto il corpo. Devo ringraziare il potere del Miraculous se ora non ho tutte le ossa rotte. Quel pugno aveva una potenza spaventosa.

Il sentimostro si riunisce al suo padrone, abbatte al suolo l'alabarda nera e la terra trema. I finestroni del fabbricato vibrano fino a frantumarsi, milioni di frammenti di vetro piovono dall'alto. Un'aura viola circonda i due e li protegge dalle schegge.

Portanova scatta in avanti, cala l'alabarda ancora e ancora. Continuo a schivare senza riuscire a rialzarmi. Lancio lo yo-yo, ma il sentimostro lo intercetta, serrandolo nel pugno. Dà uno strattone e mi tira a sé.

Mollo la presa appena in tempo e, sfruttando lo slancio, pianto i piedi su una colonna. Mi rituffo a proiettile contro Portanova e gli mollo una testata alla base del mento. Lui cade di schiena, il sentimostro si libra in volo separandosi di nuovo dal suo corpo.

Devo sfruttare il momento. Frugo nelle tasche del questore: a parte un mazzo di chiavi e il portafoglio, non ha niente. Nessun pendente, maledi—

Un altro montante mi colpisce sotto alla mascella e mi fa volare tra alcuni scatoloni. L'atterraggio stavolta è stato morbido, ma la testa adesso mi gira come se fossi sulle montagne russe.

Accidenti, che male!

Gli orecchini cinguettano un bip. È il segnale che a breve la trasformazione terminerà.

L'urlo del sentimostro riecheggia tra le mura. Salto di nuovo sulle travi in alto e mi nascondo alla sua vista. Balzo su un'altra adiacente e mi calo tra due scatoloni, di fianco ad un manichino spoglio.

Non posso batterlo se non trovo il pendente e ho troppo poco tempo per farlo. Poggio il mento sullo sterno e respiro, chiudo gli occhi. Un'idea disperata mi attraversa la mente.

StilettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora