Louis POV
Per il resto della serata non riuscii a parlare di nuovo con Amy.
Alla fine della sera, dopo aver salutato tutti mi voltai e la cercai con lo sguardo.
La vidi salire su un auto nera con i vetri oscurati che dopo pochi secondi partii.
Tornai nel palazzo dove si trovava l'appartamento che mi era stato assegnato e appena arrivai al mio piano la vidi.
Stava cercando di aprire la porta dell'appartamento accanto al mio.
" Serve aiuto?" Le chiesi.
" In realtà si, grazie, questa chiave non..." Si bloccò appena mi vide.
" Lascia fare a me" dissi avvicinandomi.
Tolsi la chiave dalla serratura e successivamente la riaprii.
" Grazie mille, ti direi di entrare però è tardi e so che domani dobbiamo iniziare le riprese quindi..."
" Non preoccuparti, avrei comunque reclinato l'offerta perché devo svegliarmi presto. Bene, allora... buonanotte" dissi.
Ero parecchio teso. Parlare con lei mi faceva bloccare. Non volevo dire nulla di sbagliato e finivo per balbettare delle parole senza senso.
" Buonanotte" disse abbassando la maniglia.
Eravamo vicini di casa.
Sorrisi.
Aprii la porta d'ingresso ed entrai.
Mi cambiai e andai a dormire.
Per tutta la notte non feci altro che pensare a lei.
Appena chiudevo le palpebre vedevo la sua figura fasciata da quel vestito candido che le stava divinamente, i suoi lunghi capelli neri raccolti in una coda perfetta. Non era particolarmente appariscente ed era per questo che era stupenda.
Quando riuscii finalmente ad addormentarmi la sognai.
Il sogno però era dannatamente realistico e pensavo che fosse vero.
Forse perché speravo che accadesse.
Sognai una vita con lei.
Noi insieme, quello era diventato il mio più grande desiderio, non mi interessava dove saremmo stati, volevo solamente passare il resto dei giorni della mia vita con lei.
La sveglia suonò e il suo suono mi invase le orecchie.
Allungai la mano verso il comodino e la annullai.
Mi stropicciai gli occhi con le mani e finalmente li aprii.
Mi guardai intorno ma lei non c'era.
Era tutto solo uno stupido sogno.
Appoggiai il viso sul cuscino.
Avevo dormito circa due ore e non ero in grado di lavorare.
Quando però mi ricordai che avrei dovuto lavorare con lei mi venne improvvisamente voglia di alzarmi.
Lentamente scesi dal letto e mi preparai il caffè più che forte che avessi bevuto in vita mia.
Lo bevvi nella speranza che servisse a risvegliarmi.
Successivamente mi vestii con i primi vestiti che trovai nella valigia che non avevo ancora disfatto.
Andai in bagno e cercai di sistemare i miei capelli nel modo migliore possibile.
Mi guardai allo specchio.
Ero presentabile.
Presi il telefono e le chiavi e uscii.
Chiusi la porta e appena mi voltai la vidi.
" Come fa ad essere così bella anche di prima mattina?" Pensai.
Aveva i capelli raccolti in uno chignon e indossava un jeans largo, una camicia bianca e un cappotto nero.
Mi resi conto di quanto il bianco le stesse bene.
Appena posò il suo sguardo su di me notai che le sue guance erano diventate di un colore leggermente più rosato.
" Forse è solo una mia impressione" pensai.
" Ciao" mi disse.
" Ciao"
" Stai andando sul set?"
" Si, probabilmente sono anche in ritardo"
Lei guardò il suo orologio.
" No, siamo in orario. Ti va di...insomma, di andare insieme?"
" D'accordo" risposi con fin troppo entusiasmo.
" Mi ha solamente chiesto di andare insieme sul set, è stata semplicemente gentile" pensava una parte del mio cervello.
" Mi ha invitato! Vuol dire che forse ho una possibilità!" Pensava l'altra.
Scendemmo le scale e uscimmo dal palazzo.
" Allora, alla fine sei riuscito a dormire almeno un pochino?" Mi chiese.
" Solo due ore"
" Siamo nella stessa situazione allora"
" Cosa le ha impedito di dormire?" Pensai.
" Ho bisogno di un altro caffè" dissi.
" Già, anche io"
In quel momento passammo davanti a Starbucks.
" Vado a prendere del caffè" dissi entrando.
Entrai e cercai di non farmi riconoscere.
Tutte le volte che qualcuno si accorgeva che ero veramente io si creava una folla incredibile.
Quella condizione mi portava ad uscire di casa raramente e a non parlare con nessuno sconosciuto.
Stare tra la gente mi metteva ansia.
Presi i caffè che avevo ordinato e appena ringraziai la commessa sentii qualcuno urlare dietro di me.
Mi avevano riconosciuto.
Tutti mi accerchiarono.
Cercai di farmi spazio tra la folla ed uscii dal negozio.
Appena aprii la porta tutta la gente si riversò in strada.
Oltre a me avevano riconosciuto anche Amy.
Vidi che era molto confusa.
Dal suo sguardo notai che aveva paura.
Non aveva mai assistito a uno spettacolo del genere.
Non mi andava per nulla bene che la trattassero così.
Mi avvicinai a lei e le presi la mano
Riuscimmo a depistare tutte le persone nascondendoci in un vicolo.
" Va tutto bene?" Le chiesi.
" Si, diciamo di sì"
" Mi dispiace così tanto, non dovevamo passare per questa strada, era inevitabile che sarebbe successo"
" Ehi, non fa nulla, non è colpa tua" disse stringendo la mia mano.
Sorrisi.
Dopo aver percorso diverse strade arrivammo finalmente sul set.
" Dove eravate finiti?" Chiese Millie appena ci vide arrivare.
Appena vide le nostre mani intrecciate sorrise.
Spazio autrice
Ciao come state?
Questo capitolo è leggermente più corto però i prossimi saranno più lunghi.
In questi capitolo sono successe molte cose e ho deciso di non aggiungerne altre ancora.
Spero che vi piaccia e che la storia vi stia piacendo <3
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𝗕𝗢𝗨𝗡𝗗 𝗧𝗢 𝗙𝗔𝗟𝗟𝗜𝗡𝗚 𝗜𝗡 𝗟𝗢𝗩𝗘|| Louis Partridge
ФанфикшнAmy Black è una ragazza inglese cresciuta nella città di Londra. Il suo sogno è sempre stato fare l'attrice e un giorno ha finalmente l'occasione di diventarlo. Amy decide di fare il provino per interpretare la protagonista del film " Enola Holmes"...
