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«"COSA? NON CI CREDO".» sclerò dall'altra parte del telefono Klarissa, le stavo raccontato dell'uscita con Neymar oggi, «Klari, guarda che ci sento benissimo eh.» dissi ridacchiando, «"Vabbè, quando hai detto che andrete alla Eiffel?"» domandò, le avevo detto anche questo «All'una ha detto.» risposi mettendo il viva voce «"Baciatevi eh"» risi, è sempre stata così. Klarissa è stata l'unica mia amica ha tenerci a me, anche quando ero povera... si, mio padre ci ha abbandonato per una donna in Corsica, e mamma mi faceva sia da mamma che da papà e aveva due lavori ma non riuscivamo lo stesso ad arrivera a fine mese, e ad un tratto grazie ai miei studi ora posso permettermi tutto e cerco di far contenta anche la mamma, che è rimasta in Mexico. Tutti quelli che mi prendevano in giro vogliono essere miei amici, ma sinceramente ci stanno Klarissa e Simon.

«"Ky, ci sei?"» mi riportò alla realtà la mia amica, «Si, si sto finendo di lavare i piatti.» in molti si chiedono perchè io con tutti quei soldi che ho non potevo assumere una domestica, in realtà una cel'ho si chiama Tamara, ma solo quando sono al lavoro.

«"Tra un'ora esci con Neymar"» canticchiò per tre volte, risi e scossi la testa, mi buttai sul letto «Non so neanche cosa mettermi.» mi lamentai, e sentì Klarissa sbuffare «No eh, io i tuoi vestiti me li posso solo sognare.» risi, «Stupida, intendo non so cosa mettermi, non che non ho vestiti.» avvicinai il telefono alla bocca «Ahh, vabbè, tipo un paio di pantaloncini jeans  e il tuo maglione nero, quello bellissimo e un paio di scarpe bianche. » lei sa quanto mi piace vestirmi corto di sotto e sopra invece coperto, «SI dai ci può stare, grazie. Ora vado ti aggiorno domani al negozio, bacio.» dissi per poi staccare.

Mi alzai e presi i vestiti che mi aveva proposto Klari prima in chiamata. Una volta vestita scesi al piano di sotto e mi arrivò una marea di messaggi tra cui uno da mia sorella, Emma : "Ky, come stai? Comunque scusami davvero, ma io domani devo portarti Elisabeth perchè ho un impegno, perfavore rispondi." oddio un giornata intera con quella peste "- certo nessun problema, mi mancava quella combina guai" 

Neymar, mi aveva scritto di farmi trovare lì, così uscii di casa e cammnai verso il luogo in cui ci siamo dati appuntamento. Ero di fronte alla Torre, ogni giorno diventava sempre più bella per i miei gusti, sentii due mani coprirmi gli occhi «So che sei tu.» affemai convinta, sentivo il suo respiro nel collo così mi girai e mi scontrai contro il suo petto «Come hai fatto?» chiese ridendo «Esperienze.» risposi ridendo a mia volta. 

Ci sedemmo nel prato, mentre ammiravamo il paesaggio che avevamo di fronte «Allora, Kylie, che mi racconti?» aprì una conversazione «Niente di che, apparte il fatto che passerò la giornata domani con mia nipote, mia sorella ha un impegno quindi la lascerà a me.» risposi ancora guardando avanti «Quindi domani non ci vedremo?» domandò, mi girai di scatto «Perchè? Potresti fare conoscenza con quella peste.» proposi alzando le spalle riportando lo sguardo sull'immagine che avevo davanti ai miei occhi.

«Kylie» mi richiamò, mi voltai verso di lui e aggrottai la fronte «E da due giorni che ti conosco, ma e come se ti conoscessi da una vita...» lasciò la frase in sospeso, ma io ero ancora confusa , spostò gli occhi sulla torre lucicante «La tua camminata, il tuo sorriso, il tuo viso, il tuo comportamento... tutte queste cose mi fanno impazzire.» disse con un sorriso «Anche se so che hai tutta Parigi che ti va dietro... ma il mio sentimento per te è molto forte, e ogni minuto che sto con te si aumenta sempre di più. » continuò guardandomi negli occhi prendendomi la mano e baciarla, restai in silenzio.. non sapevo cosa dire «So che non condividi il mio stesso sentimento, ma io te l'ho dico lo stesso.. è la prima volta che provo qualcosa per una persona dopo due giorni neanche.» lo fissai negli occhi «Anche io.» riuscii a dire, mi guardò confuso e sopreso «Cosa anche tu?» voleva sentirmelo dire «Provo qualcosa per te, anche io.» affermai decisa, fece scontrare le nostre fronti e sussurrò «Allora vogliamo provarci?»  non lo so.. mi ero promessa di riprovarci più con nessuno, ma non potevo stare per sempre da sola «Non sarai come i miei ex?» domandai incerta, «Certo che no, non ti ferirei neanche volendo.» rispose, mi scappò un sorriso e annuii. Così mi prese per il mento e unì le sue carnose labbra con le mie, fu un lungo bacio, appena ci staccammo ci sorridemmo a vicenda e abbassai lo sguardo «Magari tra un po' accontenterai tua nipote.» sussurrò con tono malizioso, gli diedi una pacca nella spalla e mi alzai «Dove vai?» domandò alzandosi a sua volta «Vuoi stare seduto tutto il tempo?» domandai ironicamente «Andiamo, oggi ti porto io in un posto.» continuai prendendolo per mano e facendolo salire in macchina «Mi dovrei preoccupare?» chiese mettendosi la cintura di sicurezza, intedeva per la guida «Cretino, guido meglio di te.» risposi facendo la finta offesa, e misi in moto l'auto.

Lo portai in un posto che avevo conosciuto grazie a mia nipote, era una terrazza molto grande e si vedeva tutta, ma proprio tutta parigi «Quella lì infondo è casa mia.» dissi indicandola ridendo «La mia è dall'altra parte.» ridacchiò anche lui «Non è solo questo il posto, baby, seguimi.» commentai scherzando «Mi piace quando mi chiami così, fallo più spesso.» disse avvicinandomi a lui e mettermi le mani sul sedere e dare inizio a un lungo bacio.

Entrammo dentro a una porta che si trovava infondo alla terrazza, dove c'era un mini salotto e un bar «Dove hai trovato questo posto?» chiese guardandosi intorno «Non lo so, era bruttissimo ma ci ho dato una sistematina.» risposi sedendomi in una sedia «Ma mi ci volevo sedere io là.» si lamentò, risi di gusto «Mi spiace ma ora è mio.» avanzò di qualche centimetro e si sedette sulle mie gambe «Sei comoda.» commentò ridendo «Si ma sei pesante.» dissi dandoli dei colpi nella schiena «Allora alzati, e siediti tu sulle mie gambe.» ci pensai e ripensai, e poi accettai e mi sedetti su di lui.

Passò mezz'ora e abbiamo parlato del più e del meno, «Non è meglio andare a casa?» dissi sbadigliando coprendomi la bocca con la mano «Si dai, forse hai ragione, guido io.» accettò prendomi in braccio fino a farmi entrare in macchina «Va bene se andiamo a casa mia?» domandò mettendo a moto «Basta che ci sia un letto comodo. » scherzai per poi cadere in un sonno profondo.

𝐞𝐮 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨; 𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora