VI

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La mattina succesiva mi svegliai in un letto a me sconosciuto, mi girai e notai il viso angelico di Neymar, «Buongiorno piccola» disse dandomi un lieve bacio sulle labbra «Buongiorno» risposi sorridendo. Mi alzai dal letto, indossavo una maglietta che mi copriva a malapena il sedere, suppongo sia di Ney «Modestamente, la mia maglietta ti sta molto bene, solo perchè è mia» ridacchiò abbracciandomi da dietro «Ah-ah-ah sto morendo dal ridere.» risposi sarcastica per poi scendere in cucina.

«In realtà non ho così tanta fame.» ammisi buttandomi sul divano «Oh no mia cara, ora tu mangi insieme a me.» appena sentii quelle parole la mia bocca emise uno sbuffo sonoro «Okay, io intanto vado a vedere la casa.» avvisai prima di entrare in un stanza, era bellissima... ma sembrava per bambini, oddio! Non è che...

«So quello che stai pensando, questa stanza l'ho fatta perchè la mia ex diceva di essere incinta.. ma in realtà non lo era, mentiva solo perchè la stavo per lasciare e lei si è trovata una buona scusa.» spiegò una voce alle mie spalle, «Ho deciso di lasciarla, la cameretta intendo, chissà magari servirà a noi.» continuò guardandomi in modo malizioso «Infatti, hai detto bene: Magari.» dissi uscendo dalla stanza per passare a quella accanto.

Dopo aver fatto colazione decisi di guardare fuori nel giardino, c'era una grandissima piscina... più grande della mia. Mi avvicinai sempre di più finchè mi ritrovai tra l'acqua «Bastardo!» esclamai guardandolo «La prossima volta fai attenzione, non avvicinarti troppo.» scherzò trattandomi da bambina, allungai la mano «Almeno aiutami.» lui afferrò la mia mano e lo portai giù con me «Stupida.» rispose schizzandomi l'acqua «La prossima volta fai attenzione, non fidarti delle persone.» lo imitai ma cambiando frase, si avvicinò di qualche centimetro e mise le sue mani nei miei fianchi e posò le sue labbra sulle mie.

«Pensò che oggi terrò a bada mia nipote col raffredore.» ridacchiai uscendo dalla doccia col suo accappatoio  «Bhe in questo caso potrei tenerla d'occhio io.» rispose passandomi un'altra delle sue magliette, questa era del barcellona e c'era scritto il suo nome dietro, «Questa sarà la maglietta con cui andrò a Barcellona quando perderai la scomessa.» commentai mettendomela «Oppura la maglietta che indosserai quando verrai con me in Brasile.» disse con tono provocatorio «Non penso proprio.» affemai scuotendo la testa, alzò lo sguardo e mi guardò male «Piccola, toglimi un dubbio..» iniziò sdraiandosi sul letto «Vai» lo incitai a parlare «C'è qualcuno che ti piace nel Real?» domandò guardandomi con attenzione «Mh.. forse Vinìcius Junior.» risposi, anche se stavo mentendo «Ti attragono i Junior allora.» sussurrò squadrandomi «In realtà solo uno.» risposi sussurrando a mia volta nel suo orecchio, poi mi allontanai «Ma allora tu lo fai apposta.» si lamentò guardandomi male, alzai gli occhi al cielo e poi lo riportai su di lui «Dai accompagnami a casa, Emma viene tra mezz'ora.» dissi mettendomi i pantaloncini della sera prima lasciando la maglietta che mi ha dato Neymar.

Eravamo in macchina e c'era "Joga essa rabeta" una canzone brasiliana, che rimbobava su tutta l'auto «Sai parlare in Portoghese? Sai voglio assicurarmi che quando andremo in Brasile qualche parolo tu la sappia dire, anche perchè devi conoscere la mia famiglia.» domandò abbassando la musica «continue sonhando, assim que formos para Barcelona não chore» ("continua a sognare, appena andremo a Barcellona non piangere") risposi girandomi verso di lui, ridacchiò e scosse la testa «bebê , quem sonha aqui é só você» ("baby, l'unica che sta sognando qui sei solo tu") si girò a sua volta, roterai gli occhi «Sei brava nelle lingue... visto che sei convinta di andare a Barcellona, dimmi qualcosa dai.» continuò con le stupide sfide «No estoy convencido, estoy seguro.» ("non sono convinta, sono sicura") lo guardai con superiorità.

Arrivammo a casa mia e vidi Emma aspettarmi di fronte alla porta, «Ehi, mi hai aspettato tanto?» domandai scendendo dall'auto e abbracciandola, «No, no tranquilla, a dir la verità sono appena arrivata. Lo so che ti avevo detto alle mezza ma questo mostricciattolo voleva vederti prima.» rispose indicando Elisabeth che si nascondeva tra le sue gambe «Ma ciao principessa, vuoi farmi uscire pazza anche questa volta?» chiesi abbassandomi alla sua altezza sorridendo, scosse la testa e mi abbracciò «Bene, allora te la lascio, ah e poi mi devi raccontare questa storia.» rise indicando me e Neymar che stava facendo qualcosa in macchina.

Entrammo dentro e Elisabeth corse per tutto il salotto fino a buttarsi sul divano «Mi sei mancata tanto.» disse con errori di pronuncia «Aw amore, anche tu mi sei mancata tanto.» risposi sorridendo toccandole con un dito il naso, appena Neymar entrò a casa mi alzai «Chi è questa bellissima bambina?» domandò ad Elisabeth, che quest'ultima imbarazzata si nascose dietro di me «Non devi vergognarti, lui è il fidanzato della zia.» le spiegai prendendola in braccio «Principessa.» disse lei soltanto, Neymar mi guardò confuso e mi chiese spiegazioni, risi per poi rispondergli «Tu hai detto: "chi è questa bellissima bambina?" e lei ti ha corretto con "principessa", capito?» mi girai verso Eli «Ahh, scusami.. rifacciamo tutto.» iniziò guardandola negli occhi «Chi è questa bellissima principessa?» domandò, lei rise «Mi chiamo Elisabeth.» rispose con la sua vocina «Che bel nome Elisabeth... e dimmi un po', quanti anni hai?» continuò con le domande, erano così carini... lo vedevo troppo come papà, no ma che dico?

Avvicinò la mano alla sua faccia e fece il numero tre con le dite «Ma allora sei grande.» ridacchiò prendendola in braccio, Elisabeth era una bambina bellissima aveva gli occhi verdi e la pelle mulatta, visto che suo padre è Africano, i suoi capelli erano mossi e castani... era incantevole.

𝐞𝐮 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨; 𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora