XVI

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«Buongiorno bellissima!» esclamò appena vide i miei occhi socchiusi «Come mai oggi sei così felice? Pensi anche oggi che è il tuo giorno?» lo presi in giro riferendomi a ieri mattina «Quello che non sai piccola è che: ogni giorno è il mio giorno.» disse baciandomi la mano «Oh sei anche gentile oggi, seriamente... che ti prende?» lo guardai confusa «Oggi staremo da soli tutto il tempo.» rispose con la mano ancora sulla maniglia della porta del bagno «Ma guarda che Rafa tornerà tra due ore massimo.» risposi con espressione confusa «Lo so, infatti appena torna ce ne andiamo a casa mia.» disse frettamente per poi scomparire dietro la porta, scossi la testa ridacchiando e scesi al piano di sotto.

«Non hai intenzione di toglierti quella cannotiera? Non resisto.» domandò mentre stavamo mangiando, scossi la testa e continuai a bere il mio caffè «Mi piace quando ti vesti in quel modo, ma solo quando siamo solo io e te.» continuò, mi guardai intorno «Io non vedo nessuno.» lo provocai facendolo voltare dall'altra parte ridendo «Nel senso, ora potrebbe entrare mia mamma o Rafa in qualsiasi momento. A casa mia no.» rispose riportando lo sguardo sulla scollatura «I miei occhi sono qua.» affermai allungando la mano mettendola nel mento e fecendo alzare quest'ultimo «Non è colpa mia.» si difese beccandosi un pugno leggero nella spalla dalla sottoscritta «Seriamente, stavo scherzando, non le guarderei mai a caso..» continuò prendendomi le mani «Si, un secondo e ci credo.» risposi sacastica «Apparte gli scherzi: è la prima volta che mi sento bene dopo più di un mese con un ragazzo, ritieniti fortunato.» tornai seria «Anche io, con tutte le altre avevo solo uno scopo: cioè divertirmi, con te invece è diverso... sto immagginando un futuro con te.» ammise, abbassai gli occhi per l'imbarazzo, nessuno mi aveva detto queste cose.

Ero sdraiata sul letto con Neymar tra le gambe, mentre scorrevo sui social «Guarda Kylian!» esclamò facendomi vedere una foto del suo amico su Instagram, scoppiai a ridere «Aspe, vado a commenterli il post.» commentai riprendendomi dalle risate «Non smettere di accarezzarmi i capelli.» disse con voce rilassata e chiudendo gli occhi, ridacchiai e continuai quello che stavo facendo, o meglio quello che stavo per fare: ovvero commentare il post di Kylian "Qualunque cosa tu stessi facendo, sei ridicolo😂" e dopo neanche due secondi mi rispose "Ha parlato la piccola Jonson 😆" dopo quel giorno, dove Neymar mi ha presentato i suoi compagni di squadra, ho stretto amicizia con quasi tutta la squadra.

Rafaella entrò in casa, e in un batter d'occhio Neymar si alzò e infilò la maglietta, i Jeans, si mise le scarpe e prese le chiavi dell'auto e tutto questo sotto il mio sguardo confuso «Che stai facendo?» domandai con tono stranito «Ti avevo detto che appena Raf sarebbe tornata andavamo a casa mia, ricordi?» rispose come se non fosse successo niente «Hai preso troppo alla parola.» scherzai, non mi aspettavo di andare appena Rafa metteva piede in casa.

Indossai dei pantaloni della tuta grigi e lasciai la connottiera di ieri, visto che non avevo voglia di mettere qualcos'altro e perchè Ney non mi avrebbe mai lasciato il tempo per cercare qualcosa nella valigia. «Allora com'è andata?» domandai curiosa vedendola entrare con una felpa e dei pantaloncini della tuta, non era affatto suoi «Non ci crederai mai! Mi h-» mentre stava parlando si intromise Neymar «Parlate tramite telefono, ora dobbiamo andare.» disse eccitato «Dove?» chiese la ragazza di fronte aggrottando la fronte «A casa sua.. mi dispiace resterai tu questa volta sola soletta.» scherzai per poi tornare seria «Mi ha costretto a me va bene entrambe le case.» continuai vedendolo uscire dalla porta «KYLIE! DAI, SBRIGATI.» urlò da fuori, scossi la testa ridacchiando «Buona fortuna allora.» mi prese in giro «Ti racconto tutto in chiamata. Appena hai un secondo libero, bhe sempre se non hai da fare con mio fratello.» scherzò ancora, feci una smorfia strana e raggiunsi il mio ragazzo in macchina.

«Sta connottiera mi uscirà dalla testa.» commentò ridendo guardando la strada «Non dirlo a me.» alzai gli occhi al cielo «Se solo mi avessi dato il tempo per cambiarmi.» continuai mordendomi delicatamente il labbro «Io proprio non capisco..» pensai ad alta voce «Cosa?» si girò il ragazzo nella mia dirizione «Niente, niente.» risposi giocherellando con le mie mani, appena lo notò incastrò la sua mano nelle mie fermandole, continuai a guardare la strada e vidi che si era fermato in un angolo «Kylie, quante volte ti ho detto di non chiuderti in te stessa?» usò un tono dolce e tranquillo «Cosa c'è che non va? Ti turba qualcosa?» continuò trattenendo la pazienza «Va tutto apposto, davvero.» cercai di essere convincibile «Ti conosco meglio delle mie tasche, anche se solo da un mese ci siamo incontrati. » affermò facendosi più serio «A me puoi dire tutto, usami come il tuo diario segreto.» io in tutto ciò restavo in silenzio «Dopo me lo dirai?» domandò notando il mio silenzio, annuii non sapendo cosa dire «Promesso?» chiese mettendo la mano sul volante «Promesso.» sussurrai, vedendomi così, mi prese dal mento e attaccò le sue carnose labbra alle mie «Scusami, solo che non ce la faccio a vederti in quel modo.» ammise staccandosi e mettendo in moto l'auto «No, scusami tu, a volte innervosisco le persone con il mio silenzio.» risposi dopo cinque minuti con la bocca chiusa «Non hai tutti i torti.» scherzò ridendo beccandosi un colpo nella coscia da me «Okay, scusa, scusa.» rise ancora.

Eravamo arrivati nella sua villa, essendo abituata a vedere quella dei suoi mi fa strano vederla «Entra dai, quello lì fuori ti sta mangiando con gli occhi.» disse indicando un ragazzo che passava per di lì, che evidentemente si era fermato per guardarmi. Entrai dentro e mi buttai a peso morto su divano a pancia in giù «Stanca? Sono sole le sei.» domandò togliendosi la maglietta «Può darsi.» risposi a caso «Non hai fame? Potrei cucinare qualcosa come ordinare qualcosa.» chiese raggiungendomi «No, non ho mai provato la tua cucina ma sicura che sarà qualcosa di orribile.» commentai ridendo di gusto, beccandomi una pacca sul sedere dal mio ragazzo «AIA!» urlai dal dolore, ora era lui quello che rideva «Scusa, era messo lì che non sono riuscito a trattenermi.» ridacchiò per poi accarrezzarlo «Sei disgustoso!» esclamai, senza spostarmi di un centimentro «Però ti sta piacendo eh.» disse senza togliere la mano da lì «Mai detto il contrario.» dissi provocandolo «Okay, ammetto che questa non me l'aspettavo.» commentò giocando con l'elastico dei miei pantaloni, sapevo già che intezioni aveva «L'abbiamo fatto ieri, vuoi anche oggi?» domandai sedendomi «Magari.» rispose senza pensarci due volte «Potrei accontentarti, ma dopo mangiato almeno.» dissi alzandomi seguita da lui.

















𝐞𝐮 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨; 𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora