XVIII

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Visto che in quel giorno faceva particolarmente caldo, indossai (foto su) un paio di pantaloncini jeans, un top bianco con sopra una felpa corta bianca.

«Pronta?» domandò infilandosi le scarpe e prendendo le chiavi dell'auto, ma prima di scendere si voltò verso di me «Torneremo qui domani pomeriggio o sera? Ti va bene? Se vuoi posso allungare il tempo.» propose prendendomi la mano «No tranquillo, va bene così.» risposi scendendo le scale.

Misi il mini troller nel cofano e salii in auto «Non è lontano, vero?» chiesi una volta partiti «Eccola che inizia!» mi prese in giro «Non tanto dai, tipo cinque ore e quaranta.» rispose infine, sgranai gli occhi ... «Non tanto?» domandai scioccata «Si dai, tanto puoi dormire e poi ci fermero in qualche posto durante il tragitto.» rassicurrò voltandosi nella mia direzione.

Durante la lunga strada mi squillò il telefono, era un numero sconosciuto: «Pronto?» sentii una voce familiare che non sentivo da parecchio «Posso sapere con chi sto parlando?» domandai guardando la strada «Kylie..» sussurrò la voce maschile «Si, sono io ma non so chi sei tu..» continuai confusa «Amore di papà.. mi sei mancata.» a quelle parole staccai con espressione scioccata e arrabbiata.

«Chi era?» domandò Neymar preoccupato «Mio padre.» risposi con la stessa espressione di prima «Perchè hai staccato?» chiese fermandosi al semaforo rosso «Dopo tutto quello che ha fatto ha il coraggio di farsi sentire?» domandai a me stessa, sentii una mano posarsi sulla mia coscia «Dimenticati di tutto in questi due giorni, voglio solo vederti felice senza pensieri negativi.» sussurrò per poi ripartire visto che era il semaforo era diventato verde. Aveva ragione non ci dovevo pensare, quando tornerò a Parigi risolverò tutto con Emma.

L'auto si fermò di fronte a un ristorante di lusso «Perchè ti sei fermato? Hai già fatto quattro pause» domandai «Scendi, non hai fame?» chiese aprendomi la portiera e ignorando la mia domanda «E poi siamo arrivati. Mi dovrebbero dare una corona.» si vantò prendendomi la mano per farmi scendere «Perchè mai?» chiesi ridacchiando «Perchè ho affrontato cinque ore con le tue lamentele.» rispose mettendo le mani sui miei fianchi «Non è vero! Mi lamento solo per il tempo.» feci il broncio, mi stampò un bacio semplice ma dolce per zittirmi «E poi io in quel ristorante vestita così non ci entro.» continuai, okay sono veramente fastidiosa, però era un bellissimo ristornate non potevo entrarci con jeans e top «Si, forse hai ragione.. ma i posti più sicuri sono solo di questo tipo.» spiegò con le mani ancora sui miei fianchi nudi «Allora facciamo così.. io non ho tantissima fame, dopo tutto abbiamo mangiato un'ora fa, quindi portami dove dovremo dormire sta notte, ci cambiamo e poi portami dove vuoi.» proposi «Per me va bene.. sicura di non avere fame?» chiese alzando un sopraciglio, annuii decisa e salimmo di nuovo nella ferrari.

Si fermò questa volta davanti a una villetta con una piscina, pensavo andassimo in Hotel «Voglio stare solo con te, nessun altro.» rispose notando la mia faccia stranita. Era bellissima all'interno e all'esterno «Bella, vero? Magari è un po' piccola..» lo guardai male «I soldi non si buttano Mr. sono ricco quindi faccio tutto quello che voglio.» lo presi in giro provocando una risata da parte sua «Senti chi parla, hai una Tesla, una Lambo e una Porsche e senza contare la tua casa da cinque piani in Mexico e quella da tre piani a Parigi, e il tuo intero armadio.» mi sfidò strizzando gli occhi «Si ma-» mi fermai «Si ma?» domandò mordendosi il labbro, so che vuole sentirmelo dire «Si, okay hai ragione, contento?» mi arresi «Troppo.» rispose con fare vanitoso.

«Sei stanca?» mi chiese vedendomi distesa pancia in giù sul letto, annuii senza fiatare «Vuoi che oggi lo passiamo a casa e aggiungere un'altro giorno? Cioè quello che abbiamo perso.» mi domandò accarezzando i capelli «Si,  perchè giuro che sono stanchissima.» risposi, sentii qualcosa posarsi sul lato b «Quindi ieri in avanti, oggi invece in dietro?» domandai ridendo «Mh.» disse soltanto.. la sua voce era assonnata, così mi girai in un fianco facendolo spostare esattamente appiccicato dietro di me. Circondò con un braccio il mio fianco e iniziò a darmi bacini sui capelli «Notte, amore.» sussurrai mettendo la mia mano sopra la sua, che stava circondando, appunto, il mio fianco «Notte, piccola.» sorrisi, ma non lo vide visto che ero girata dall'altra parte.


𝐞𝐮 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨; 𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora