capitolo dodici

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Ammetto che ero un po' preoccupata di averlo lasciato a Eddie, ma ho visto qualcosa tra loro e anche se lui non lo vuole ammettere quella pallina di pelo gli piace e anche molto.

<<Ho fatto un'entrata più moderata questa volta>> disse il ragazzo presentandosi al mio armadietto come la mattina prima.

<<Te l'ho già detto che sei esageratamente permaloso?>> scherzai e dopo aver dato un'occhiata in giro mi accostai lentamente a lui fino ad appoggiare la testa al suo petto.

<<Oh>> era sorpreso, pensava non volessi contatto fisico a scuola ma la realtà era che non potevo fare a meno di sentirlo vicino, annusare il suo profumo che si riassumeva lo più delle volte in odore di fumo ma ormai mi ci stavo abituando tanto che iniziava a piacermi.

<<Dobbiamo solo stare attenti>> da quando mi ero avvicinata non si era mosso, sembrava pietrificato ma poi spostò le braccia e le posò sulla parte bassa della schiena dove la maglietta non arrivava e avevo un pezzo di pelle nuda che sussultò al contatto con i suoi anelli freddi e quando lui sembrò accorgersene fece un sorrisetto nascosto.
Non avevo ancora bene in mente quello che era successo questi giorni, mi sembrava tutto irreale, io con un ragazzo? E poi un tipo come Eddie? Impensabile, eppure eccoci qua.

<<Sta per suonare>> disse poi allontanando le braccia in modo che mi potessi distanziare un po' e recitare normalmente davanti agli altri studenti che avevano cominciato a riempire il corridoio.

<<Allora?>> domandai euforica ma lui non sembrò cogliere l'argomento al volo.

<<Cosa?>>

<<Il gattino Eddie, come sta?>> risi osservando la sua faccia perplessa.

<<Oh il gatto, devo dire che è andata meglio di quanto credessi>>

<<Visto>>

<<Questo non vuol dire niente però>> mise subito in chiaro come se mi avesse letto nella mente.

<<Certo certo ne parliamo a pranzo, ora devo andare a lezione>>

– – – – – – –

<<Facciamo qualcosa stasera?>> propose rompendo il silenzio: eravamo da circa una ventina di minuti sdraiati entrambi sul tavolino, lui osservando gli alberi e i pezzi di cielo che si vedevano tra le foglie mentre io ero rivolta a pancia in giù.

<<Stasera?>>

<<Bhe è sabato oggi>> sottolineò mettendosi su un fianco rivolto verso di me, così anch'io girai la testa verso lui per vederlo meglio.

<<Dopo scuola sarei venuta in ogni caso per il gattino>>

<<E vorresti farmi credere che per me no?>>

<<No solo per lui>> ribadì sapendo di infastidirlo, ma fu lui poi a passare alla vendetta iniziando a farmi solletico su un fianco e in un attimo, contorcendomi e cercando di liberarmi, mi ritrovai intrappolata sotto di lui che mi bloccava i polsi per non farmi scappare e con i suoi occhi puntati nei miei. I suoi dannati occhi nocciola profondi da poterci annegare.

<<Ti lascio se mi prometti che stasera viene da me>>

<<Per darti una mano con il micio certo>>

<<Mi farai impazzire>>

<<Non posso, lo sei già>> risi e piano piano, continuando a fissarci, quell'atmosfera scherzosa di prima si dissolse e lasciava sempre di più spazio ad una tensione tra i corpi che pensò lui a placare baciandomi appoggiandosi completamente su di me, mentre io continuavo a rimanere ferma.

All I want || Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora