capitolo sedici

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Se qualcuno mi avesse detto quattro mesi fa che sarei andata a vivere con mio fratello, che lo avrei visto tutti i giorni, che mio padre sarebbe stato un capitolo chiuso, che mia madre mi considerava di nuovo sua figlia, che avevo amici di cui mi potevo fidare e che avevo un ragazzo che era diventato in poco tempo una delle persone più importanti della mia vita non gli avrei creduto. Ansi probabilmente mi sarei messa a piangere, impensabile sarebbe stato per me credere che sarei potuta essere così felici.
Erano passati ormai tre mesi da quando mi ero trasferita a Hawkins e un mese e mezzo da quando quella sera al Lover Lake Eddie mi aveva baciata e tutto, ma proprio tutto, sembrava andare per il verso giusto stavolta.

– – – – – – –

<<Non dirmi che stai ancora pensando a quello?>>

<<No stavo ripetendo nella mia testa>>

<<Oh si si certo>>

<<Dai lasciami studiare>>

<<Mettila così, Hawkins è una piccola città, se esiste davvero un complotto uscirà fuori presto>>

Eravamo al tavolo da pic-nic durante la pausa pranzo, Eddie come al solito stava beatamente fumando e dando fastidio a me che invece cercavo di ripassare per il test dell'ora successiva, tra l'altro anche l'ultimo prime della attesissima pausa di primavera.

<<Eddie! Giuro che se non te la smetti->>

<<Uu che paura>> fece continuando a fare lo scemo <<hai studiato tutto di ieri, sei pronta>>

<<Tu invece non hai mai da studiare?>>

<<No e senti qua cosa mi è venuto in mente>>

<<Se ti sto a sentire poi mi lasci in pace?>>

<<Può darsi>>

<<Comincia allora>> dissi rinunciandoci.

<<Oggi è una bella giornata, c'è il sole e incomincia a fare abbastanza caldo>>

<<Quindi?>>

<<Quindi... nuotata al lago?>> effettivamente non era una brutta idea e poi non faceva altro che dirmi che un giorno lo avremmo dovuto fare.

<<Vengo se ora te ne vai e mi fai concentrare>>

<<Ai suoi ordini signora Munson>> disse allontanandosi riprendendo il percorso per tornare a scuola.

Lo guardai mentre se ne correva via allegro e mi venne in mente tutto quello che era successo da quando lo avevo conosciuto, soprattutto le cose accadute nell'ultimo mese: prima di tutto ero diventata un prodigio con la chitarra grazie a lui che mi ha insegnato; poi, inevitabilmente come era successo con Max, anche mamma aveva intuito qualcosa ma semplicemente non aveva idea di chi sarebbe potuto essere il "fortunato" e così decisi di dirglielo, tanto ormai era troppo ovvio per nasconderlo, anche se la pregai di non raccontarlo a Dustin. Poi io e Max avevamo ripreso ad uscire molto più spesso e cercavo di aiutarla nel modo migliore; con Steve la faccenda era tornata abbastanza alla normalità e avevamo ripreso ad uscire tutti insieme; con Robin mi trovavo sempre meglio e, cosa che aspettavo con ansia, ho compiuto diciotto anni e sono finalmente maggiorenne.
Ovviamente con Eddie era tutto fantastico, incominciavamo a conoscermi di più, intendo conoscerci sul serio: conoscere quelle parti che non fai vedere subito, a capire come sta l'altra persone, cosa gli passa per la testa e come tirarla su di morale. Adesso che mamma sapeva rimanevo molte notti a dormire da lui usando per mio fratello la scusa che andavo a dormire da Max, che ora sapendolo anche lei poteva benissimo coprirmi e reggere il gioco. Eravamo due adolescenti innamorati con un mucchio di pensieri che gli giravano per la testa, stressati per la scuola, la vita sociale e il mondo. Ma felici. E questo ci bastava.

All I want || Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora