capitolo ventisette

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<<Nicole>> sussurrò con la testa appoggiata sulla mia spalla dopo ormai cinque minuti di silenzio dove era riuscito a calmarsi <<grazie>>

<<Ti voglio bene Eddie>> una piccola lacrime mi attraversò veloce la guancia <<tanto>>

<<Stai bene te?>> mi chiese probabilmente avendomi visto asciugare il viso con la mano.

<<Stai scherzando?! Dovrei essere io a chiederti se stai bene>>

<<Ti voglio bene anch'io Nicole, tanto>> sottolineò lasciandomi un dolce bacio sulla fronte divagando però sulla mia domanda <<e scusa se me la sono presa con te prima>>

<<Dovevi sfogarti, è tutto ok ora>>

<<Continuo a pensare di non meritarmi una persona come te>>

<<Non lo diresti se sapessi quanto mi sento sbagliata>>

<<Non mi hai risposto alla domanda di prima, stai bene?>>

<<Si, insomma, per quello che stiamo passando>> risposi vaga per poi dare uno sguardo veloce fuori dalla finestra del capanno verso la figura lontana di Max che se ne stava da sola davanti all'entrata della casa.

<<Ci hai parlato con lei?>>

<<Tiene tutti lontano, non ne vuole parlare con nessuno, neanche con me>>

<<Magari dovresti rimanere con lei stanotte che ne dici?>>

<<E tu?>> chiesi preoccupata all'idea di lasciarlo solo.

<<Io sto bene>> mi sorrise e ne sembrava convinto. Probabilmente lo aveva aiutato aprirsi e ora aveva bisogno di un po' di tempo perciò acconsentì all'idea che con un po' di speranza mi avrebbe anche aiutato con Max.

– – – – – – –

Andammo tutti a casa di Nancy e ci sistemammo nel seminterrato. Neanche un'oretta che già tutti dormivano, chi sul divano, chi sulle poltrone e chi per terra; poi c'eravamo io e Max che non riuscivamo a chiudere occhi.

<<Puoi addormentarti anche tu, non serve che mi vegli>> disse tranquilla rompendo il silenzio.

<<In realtà questi giorni neanche io riesco a dormire>> eravamo sedute a terra con le gambe incrociate e la schiena appoggiata al muro nel punto più appartato della stanza.

<<Tutto ok?>>

<<Si si, cioè la situazione è quella che è, sono preoccupata per Eddie e per te>> mi voltai verso di lei che manteneva lo sguardo davanti a sé <<sul serio Max, puoi parlare con me lo sai>>

<<Il problema è che non saprei cosa dire>> si girò velocemente verso di me per poi ritornare come prima <<insomma dire che non sto bene è banale non credi?>> una piccola risata contagia anche me e pian piano l'atmosfera sembra sciogliersi.

<<Effettivamente>> ribattei scherzando anch'io.

<<Ti ricordi quando ci siamo conosciute?>>

<<Come dimenticarlo, mi stavi antipatica da morire >> ridemmo talmente tanto che avemmo paura di aver svegliato qualcuno.

<<Ora capisco perché mi ignoravi sempre>>

<<In realtà ero gelosa, del fatto che probabilmente tu avresti avuto un posto più importante nel gruppo dato che io venivo in città si e no una volta ogni tre mesi>>

All I want || Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora