capitolo ventiquattro

96 2 0
                                    

<<Che fai?>> chiese Eddie con la voce ancora addormentata mentre entrava nella camera.

<<Eddie sei matto! Che diavolo ci fai qui?>>

<<Ehi non è mica cascato il mondo, non mi ha visto nessuno>> disse con la massima disinvoltura.

<<Avrebbero potuto, non potevi rimanere fermo e buono nel capanno!?>>

<<Mi sono svegliato e non ti ho visto, mi ero preoccupato, pensavo non stessi bene>> rispose con tutta la calma del mondo come se il mio cuore non fosse accelerato pensando a cosa sarebbe successo se nell'istante esatto in cui percorreva i pochi metri che distanziavano dalla casa qualcuno l'avesse riconosciuto.

<<Ho solo quasi preso un infarto per colpa tua>> ribattei sarcastica.

<<Perché ti sei alzata così presto?>> ormai quella domanda era di routine.

<<Sveglia biologica, sai per la scuola>> inventai la prima scusa che mi passò per la testa.

<<Sul serio? La sveglia biologica?>>

<<Esiste giuro e poi sto bene non devi preoccuparti>>

<<Ok>> concluse abbracciandomi da dietro e circondandomi con le braccia per poi darmi un bacio sulla guancia facendo andare tutti i suoi capelli davanti al mio viso.

<<EDDIE!>> urlai appena mi sollevò e mi scaraventò sul letto a pochi passi da dove eravamo per poi buttarsi anche lui finendo per metà sopra a me ridendo come un bambino.

<<Comunque non mi hai ancora risposto>> sussurrò sulla mia pancia provocandomi non poco solletico per il quale risi anch'io.

<<Riguardo cosa?>>

<<Che stavi facendo?>>

<<In realtà stavo per andare a farmi una doccia>> sapevo che quella frase lo avrebbe svegliato del tutto e infatti sollevò subito la testa guardandomi in un modo che avevo imparato a decifrare.

<<E me lo dici solo ora?>> con uno scatto si alzò dal letto e mi prese di nuovo in braccio portandomi verso il bagno.

– – – – – – –

<<Dove cavolo eravate finiti si vuol sapere!>> urlò Nancy dalla radio dopo chissà quante volte che aveva provato a contattarci mentre noi eravamo leggermente occupati.

<<Scusa stavamo-, volevo dire stavo facendo la doccia>>

<<Ah ah certo>>

<<Perché hai chiamato, novità?>> sviai subito il discorso.

<<Io e Robin stiamo seguendo la pista di Victor Creel mentre Steve rimarrà con i ragazzi e Max a casa>>

<<Ok, mi sembra una buona idea, se serve una mano->>

<<Oh no tranquilla, per ora va bene così, voi godetevi la vostra luna di miele, ti aggiorno più tardi se troviamo qualcosa>>

<<Buona fortuna>> e poi riattaccò.

<<Erano loro? Qualche notizia?>> ed eccolo riapparire appoggiato allo stipite della porta con solo i pantaloni addosso e i capelli mezzi bagnati raccolti in un codino.

– – – – – – –

Più i giorni passano, più sto con lui e più mi meraviglio di che ragazzo sia davvero. A primo impatto tutti si allontanano, e devo ammettere che se non fosse stato per Dustin probabilmente neanche mi sarei interessata a conoscerlo, non era di certo il mio tipo, uno come lui, rumoroso, eccentrico, anche un po' pazzo perché no. Se solo avessi saputo prima che in realtà sotto a tutto questo c'è un ragazzo dolce che vuole solo che qualcuno lo ami per come è, se solo avessi saputo quanto bene mi avesse fatto, non avrei aspettato tutto quel tempo per baciarlo.
Era ovvio che non avesse creduto alla scemenza della "sveglia biologica" ed era anche ovvio che avesse un piano quando dopo avergli raccontato quello che mi aveva detto Nancy alla radio, si infilò nel letto invitando anche a me e facendomi mettere comoda, semplicemente non ci ero arrivata subito a capirlo. Era ovvio anche che non avessi dormito granché quella notte come d'altronde quelle prima ed era ovvio anche per lui che mi aveva fatto mettere comoda non solo per passare un po' di tempo insieme tranquilli ma per farmi riposare qualche ora. E infatti ci era riuscito.
Mi svegliai e non avevo la minima idea di che ore fossero e di quanto avessi dormito, mi sentivo meglio però. Mi voltai subito ma sul letto c'ero solo io, così mi alzai e andai verso la cucina dove lo trovai seduto a tavolo concentrato a fare qualcosa.

<<Grazie>> lui si girò a guardarmi e non fu neanche troppo sorpreso di vedermi in piedi, probabilmente mi aveva sentito arrivare.

<<Di cosa?>>

<<Di avermi fatto riposare, ne avevo bisogno>>

<<Davvero? Non me ne ero accorto!>> rise.

<<Che stai facendo?>> gli chiesi guardandolo confusa quando notai un foglio di carta e una penna appoggiati davanti a lui.

<<Ha chiamato Steve dicendo che Max voleva andare a tutti i costi al cimitero e ha giurato che avesse provato in tutti i modi a fargli cambiare idea ma che lei è ostinata>>

<<Al cimitero?!>>

<<Ha chiesto se volessi andare anche tu, gli ho risposto di si, non ti da fastidio vero?>>

<<Forse è meglio che rimanga qui con te no?>>

<<In realtà vorrei che tu andassi>>

<<Che hai in mente?>> mi ero seduta sulla sedia accanto e stavo cercando di sbirciare sul foglio che aveva piegato e che ora aveva tutte le sembianze di una lettera.

<<Una sorpresa, era tanto tempo che volevo farti vedere una cosa e forse ora potrebbe essere una delle ultime volte che capita quindi...>> fece una pausa vedendo la mia faccia turbata dalla frase "una delle ultime volte". Insomma io prima di tutti avevo messo in chiaro quanta paura avessi che questa storia non potrebbe finire bene, ma sentirlo dire da lui aveva un altro effetto <<usa la radio che ha Steve per parlare con me e porta anche questa>> mi porse finalmente il foglio <<non la leggere ok?>> sorrise avendo riconosciuto nei miei occhi la curiosità che avevo in quel momento.

<<Ok>>

<<Promettilo!>> sottolineò subito in modo non troppo serio ma comunque sincero.

<<Te lo prometto Eddie>>

– – – – – – –

In macchina non si respirava una delle arie migliori, erano tutti molto tesi e preoccupati e poi c'era Max. Non la biasimo di certo, conoscevo fin troppo bene quello che stava passando, la differenza tra noi due è che lei lo affrontava ma io no, anzi facevo finta che non esistesse e che andava tutto bene, per questo la ammiravo, è sempre stata una ragazza coraggiosa e vederla così mi spezzava.

Appena l'auto si fermò Max scese di corsa ripetendoci che ci vorrà solo pochi minuti, poi prima che potessi parlare vidi Lucas seguirla fuori fermandosi insieme a lei a pochi metri da noi. Aspettai che finissero prima di scendere anch'io e quando vidi la ragazza allontanarsi andai accanto a Lucas.

<<Non capisco perché non vuole parlarne con noi, con me>>

<<Non è facile>>

<<Lo so ma lo sarebbe di meno se ci desse la possibilità di aiutarla>>

<<Lo stiamo facendo ok? Lo stai facendo>> cercai di rassicurarlo. Non avevo ancora ben capito il motivo per cui la loro storia era finita ma si vedeva benissimo quanto lui tenesse ancora a Max <<dalle tempo>> gli sorrisi e mi allontanai anch'io verso l'altro lato del cimitero rispetto dove era andata lei seguendo le indicazioni che mi aveva detto Eddie prima di partire.

<<Eddie! Eddie mi senti?>>

<<Ora si>> rispose finalmente alla radio.

<<Sono al settore E, dove devo andare ora?>>

<<Vai alla terza fila di tombe e continua fino alle ventesima>>

<<Ti richiamo quando sono lì, due minuti>> riattaccai e iniziai a camminare tra le lapidi contando quelle che passavo per essere sicura di arrivare dove volesse lui.

<<Sedici, diciassette, diciotto, diciannove e...>> mi fermai di colpo, non credevo ai miei occhi, rilessi il nome due volte per esserne sicura <<venti>>.







All I want || Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora