capitolo quindici

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Non avevo nessuna intenzione di alzarmi, era stata una notte fantastica e tutto questo mi faceva sentire viva, lui lo faceva. Continuavo a brontolare qualcosa in risposta alle parole di Eddie e appena cercavo di aprire gli occhi il sole che entrava nella stanza me li faceva richiudere.

<<So che stai bene così ma io devo andare in bagno>> ripeté questa frase per l'ennesima volta anche lui con una voce roca <<mi fai alzare?>> era una richiesta giusta visto che non so come ero finita per dormire appoggiata al suo petto.

<<E se non volessi?>> dissi puntando lo sguardo su di lui. Cavolo quanto era bello, e pensare che era mio.

<<Non ci metto tanto a ribaltati giù dal letto non credere>>

<<Ok ok>> mi arresi spostandomi a lato in modo che si potesse alzare.

<<Brava Henderson>> sorrise lasciandomi un bacio veloce per poi andare verso il bagno. Rimasi a guardarlo finché fu possibile e poi mi ributtai per bene in mezzo alle coperte con la faccia sul cuscino.
Un minuto dopo sentii dei passi avvicinarsi così mi voltai verso la porta e vidi Eddie tornare in camera con la maglietta che portava fino a poco prima in mano e a petto nudo. Una parte di me mi ordinava di distogliere lo sguardo ma l'altra non poteva fare a meno di continuare ad ammirarlo: notai che portava una collanina oro e una catena dove vi era attaccato un plettro che prima si nascondeva sotto la maglietta, come anche i tatuaggi che per la prima volta vidi per intero.

<<Mi piace questo profumo>>

<<In realtà è di zio>>

<<Dovresti fartelo prestare più spesso, sai almeno non sentirò solo odore di sigarette>>

<<Vedo che siamo di buon umore stamattina>> si mise a guardarmi da lontano e poi quando fu abbastanza vicino al letto si tuffò sopra di me e iniziò a lasciarmi baci sparsi e a farmi il solletico sapendo benissimo quanto mi desse fastidio.

<<Eddie!>>

<<Ora chi è che si lamenta?>>

<<Hai vinto, contento? Ora basta dai>> gli concessi così la vittoria e subito si sdraiò appoggiandosi completamente sopra di me usandomi come cuscino come se la sua vittoria fossi io e in un certo senso era così.

<<Posso?>> gli chiesi mentre tra le mie dita scorreva la catena che reggeva il plettro al suo collo e contemporaneamente il suo fiato si posava sul mio fianco coperto dalla maglietta simulando un sì. Girai la collana finché arrivai al ciondolo e osservandolo bene, grazie anche alla luce del sole che vi rifletteva, notai che c'erano scritti dei numeri.
<<12/08/75>> lessi ad alta voce.

<<Era il mio decimo compleanno, mia mamma me lo ha regalato e io per paura che si consumasse o che lo perdessi non lo ho mai usato, è immacolato quel plettro>>

<<É davvero bello>>

<<Il tuo quando è?>>

<<Cosa?>>

<<Il compleanno>>

<<26/03/66>> risi e anche senza vederlo sentì che fece un espressione perplessa <<fa strano che ci conosciamo ormai da quasi tre mesi e scopriamo ora i nostri compleanni>>

<<Dovevamo fare una specie di quiz? Aspetta tipo "qual è il tuo colore preferito?", "quanto sei alta?", "sei vergine?">> continuò ironico.

<<No sono ariete>>

<<Ma non mi dire>> alzò la testa dalla mia pancia e si avvicinò alla mia lasciandomi un bacio, poi un altro e un altro ancora. Mi immersi in quell'atmosfera e lo lasciai fare mentre posai le braccia intorno al collo infilando le dita tra i capelli già tutti scompigliati.

All I want || Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora