Capitolo 8

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Louis's pov

Vidi il suo volto illuminato dalla flebile luce a neon sopra la mia testa, perdere quasi espressione, mentre il sorrisetto di incoraggiamento che aveva qualche secondo fa era sparito.

"Se non te la senti va bene lo stesso, vorrà dire che stanotte supererò la mia paura" dissi senza entusiasmo mentre riprendevo a fissarmi le dita delle mani.

Lo guardai con la coda dell'occhio scuotere leggermente la testa e ritrovare il suo solito sorriso.

"No no, va bene. Solo, vuoi che dorma sulla sedia?" chiese indicandola con disgusto.

Sospirai sorridendo, non mi aveva preso né per pazzo né per maniaco sessuale.

"Io e le sedie non abbiamo un buon rapporto quando si tratta di dormire" disse ridacchiando.

Il suo brutto rapporto con le sedie voleva dire dormire nel mio letto, e con lo stare sdraiati insieme, l'uno accanto all'altro, corpo a corpo, in un letto concepito per una persona sola.

"Mhm, credi che ci entreremo in due qui sopra?" dissi cercando di non far trasparire l'imbarazzo.

Soppesó il letto con lo sguardo "Se ci stringiamo si"

Lo guardai negli occhi e rimanemmo così, a fissarci per un tempo che mi sembrò interminabile.

Non avrei mai pensato di poter soffermarmi così a lungo sui suoi occhi verdi quando lo vidi per la prima volta. Verdi come il prato appena tagliato che assume quella sfumatura più chiara quando il sole la illumina, e ti sembra come se tutto, anche l'universo assumesse un significato ben preciso, chiaro alla mente umana.

Come quella volta di tanti anni fa, quando la mamma, felice per la sua promozione al lavoro, organizzò il cestino per il pranzo e portò me e papà in un campo d'erba, appena tagliata, fuori città. Restammo lí a lungo, anche dopo aver mangiato i tramezzini preparati da lei,che non erano buoni, ma carichi di amore e attenzione. Restammo sdraiati sulla tovaglia a quadri rossi e bianchi a guardare le nuvole, e quando papà ne trovò una che secondo lui assomigliava al 'bellissimo culo di tua madre', mi ritrovai ad abbracciare il copro caldo della mamma, in segno di protezione mentre lei lanciava occhiate fulminee a papà.

Quel verde che mi faceva riconsiderare quello che aveva detto Isabelle.

"Tutto bene Louis?" chiese Harry passandomi una mano davanti agli occhi.

"Si" dissi riprendendomi "Si, certo"

"Entro?" disse il riccio indicando lo spazio sul letto vuoto accanto a me.

"Se non hai intenzione di dormire per terra si" dissi sorridendo.

Mi sorrise, e iniziò a spogliarsi dell'uniforme.

Avrei dovuto abbassare gli occhi e non guardare, non guardare i muscoli delle sue spalle che si contraevano mentre si faceva passare la maglia verde acqua deforme sopra la testa, e mentre si abbassava i pantaloni, scoprendo le sue gambe toniche, e i suoi boxer neri, che lasciavano ben poco all'immaginazione.

Avrei dovuto non guardare, ma non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, e lui se ne accorse "Tranquillo, sto arrivando" disse nascondendo un ghigno.

E io diventato ormai rosso in viso mi tirai le lenzuola fin sopra i capelli per evitare che mi vedesse prendere fuoco.

"Louis" disse piano, e senza guardarlo alzai il lenzuolo per permettergli di entrare.

Sentii il rumore del neon che veniva spento, e la camera piombò nel buio e nel silenzio.

Entrò nel letto e io sentii il suo corpo combaciare col mio, le sue gambe premevano le mie, il suo petto riscaldava il mio, e lui con titubanza avvolse il suo braccio attorno alla mia vita, facendomi rabbrividire. Non eravamo mai stati così vicini, e dentro di me sentivo che sarei voluto restare così per sempre, fra le sue braccia.

After the RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora