Harry's pov
La sala d'aspetto quel giorno era insolitamente fredda. Le tende lasciavano trapelare alcuni flebili raggi di sole mattutino, che non riuscivano a riscaldare la stanzetta per quanto fosse piccola.
Guardavo le punta dei miei stivali marroni, che qualche ora prima avevano premuto furiosamente sull'accelleratore per arrivare fin lì, sotto lo sguardo preoccupato del ragazzo seduto accanto a me.
Il biondo era ancora lì dove lo avevo lasciato, tra le mani esperte di Isabelle, che in quel momento gli stava medicando i tagli.
Era stata una brutta notte quella. Una tra le peggiori. Vedere i miei due migliori amici devastati, uno inerme su uno stupido letto d'ospedale, e l'altro, che non riuscendo a reggere di vedere il corpo del coinquilino così privo della sua vivacità, si era accasciato tra le mie braccia, che devono essere sempre forti per sorreggere i pilastri della mia vita che altrimenti crollerebbero.
"Ti ho portato un caffè" disse una voce roca che apparteneva ad una figura davanti a me che non avevo notato prima. A qualche metro da me, appoggiato allo spigolo della parete, c'era un ragazzo forse più alto e ben piazzato di me, con un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte, quasi a coprire degli occhi color nocciola.
Lo osservai per qualche istante chiedendomi chi fosse e perchè aspettasse la mia autorizzazione prima di avvicinarsi ad una sedia.
"Mi chiamo Zach, sono stato io a chiamare l'ambulanza ieri" continuó notando il mio sguardo confuso.
"Oh" dissi ricordandomi solo adesso le parole della sera precedente del dottor Morgan, che mi diceva che c'era il ragazzo che aveva chiamato l'ambulanza che aspettava fuori. "Sei stato qui tutta la notte?" chiesi abbastanza scosso, schiarendomi la voce.
"No" disse avvicinandosi con passi silenziosi e sedendosi ad una sedia di distanza da me.
"Ieri sera ho aspettato che qualcuno uscisse dalla stanza centotrè, ma c'era solo un ragazzo con gli occhi rossi che si era accovacciato su una sedia. Non volevo disturbarlo. Sono andato a casa, e ora" disse rivolgendomi un sorrisetto "ora sono qua".Mi passai una mano sugli occhi, vedendo nella mia testa Louis, figurandomelo come descritto dal ragazzo. Non avrei voluto farlo ridurre così. Avrei voluto che fosse qui con me adesso, ma sapevo che ieri era rimasto deluso da come lo avevo trattato, e probabilmente oggi non lo avrei visto.
"Suppongo che un grazie sia d'obbligo" dissi debolmente "ma in questo momento non riuscirei neanche a mettere insieme due parole."
"Non preoccuparti, è per questo che te l'ho portato" disse tendendomi il bicchierino di plastica marrone, scrutandomi da sotto il ciuffo di capelli, mentre lo prendevo e lo tenevo con entrambe le mani beandomi dell'unica fonte di calore sembrava ci fosse tra quelle mura, anche se sapevo di non berlo perchè in quel momento era preferibile una cioccolata dato le occhiaie che dovevano esserci sotto i miei occhi, ma apprezzai comunque il tepore che ne derivava.
"Io sono Harry, comunque" dissi con il caffè all'altezza del viso, vedendolo fare un cenno d'assenso.
C'era silenzio ora, in quel momento riuscivo solo ad ascoltarne il debole suono, sicuramente percepibile solo a me adesso, e che forse per il ragazzo a un metro da me era teso e imbarazzante. Quella calma fu interrotta da delle scarpe in corridoio che avanzavano lente.
I passi si fecero sempre più vicini fino a quando degli occhi azzurri spuntarono da dietro l'angolo, incastrando subito i miei, come da nostra abitudine ormai. Ero così felice di vederlo, anche se forse, al momento non si capiva. Mi venne incontro, con un bicchiere tra le mani, lasciando uno sguardo interrogativo a Zach, probabilmente chiedendosi come mai tra tutte le sedie nella stanza, quel ragazzo avesse scelto proprio quella che lo separava da me solo di un posto.
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After the Rain
Fanfiction"Hai presente quando sei sott'acqua con gli occhi aperti che ti bruciano? Quando non riesci ad arrivare in superficie e nei polmoni l'aria si sta esaurendo? Quando non puoi vedere oltre l'acqua perché è notte e non vedi il sole?" disse Harry guardan...