EPILOGO

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"This could be the end of everything
so why don't we go
somewhere only we know?"

CHANEL
Sono ancora sotto un effetto parziale di anestesia e per quanto mi sforzi di ricordare ciò che è successo, non ci riesco. Ricordo il la velocità di quella Maserati che veniva verso di me, mentre suonava il clacson a più non posso e poi, quell'orribile tonfo. Presumo che io sia svenuta, perché non riesco a mettere a fuoco le immagini successive a quel momento.

"Il bambino!" Esclamo non appena faccio caso alla potenza del colpo subito e a quanto veloce quell'auto si dirigeva verso di me. Come se la vita lo avesse mandato a darmi delle risposte, Carter entra nella stanza d'ospedale. Mi raddrizzo all'istante e non riesco a trattenere un sorriso quando lo vedo. Ha i capelli ribelli e qualche ciuffo gli ricade su quegli occhi scuri che tanto ho amato ed una felpa nera gli circonda il corpo allenato, facendo da specchio ad un'espressione sconvolta che, se potesse, parlerebbe al suo posto.
Il mio sorriso scompare, anche se una parte di me si convince che quella tristezza sia dovuta alla nostra separazione e al mio incidente.

"Hey." Mi saluta sorridendo dolcemente, come solo lui può ed io, istintivamente, gli faccio spazio sul letto anche se poi rifletto chiedendomi se sia stata o meno una buona idea.
"Hey..." Rispondo. Lo scruto attentamente, cercando di captare qualsiasi emozione, qualsiasi segno di infelicità ed ogni residuo di pianto. Li incontro e mi spezzano il cuore: ha gli occhi gonfi, reduci da un pianto duraturo e specchio di un animo tormentato.
Da quando lo conosco, non l'ho mai visto in queste condizioni. Ha sempre avuto gli occhi colmi di luce propria, in grado di illuminare anche i miei. È sempre stato felice e spensierato ed il suo viso non aveva mai conosciuto così tante lacrime o, almeno, non prima che mi conoscesse.
Carter ha sempre sorriso. Ogni giorno, ad ogni ora del giorno, le sue labbra erano distese ed il suo viso rilassato.
Ha sempre cercato di insegnarmi questo suo lato e trasmettermelo. Ci è riuscito, in parte. Ma avrebbe tanto voluto più tempo a disposizione per farlo del tutto... così come lo avrei voluto anche io.
"Come stai?" La sua voce tremante mi riscuote dai miei pensieri e mi riporta alla realtà.
"Bene... Un po' dolorante, ma bene."
Poi tento di chiedergli ciò che voglio sapere davvero.
"Ma... non importa come sto. Il bambino? Ha subito danni? Dimmi che sta bene. Ti prego."
Osservo i suoi occhi chiudersi lentamente e poi riaprirsi. Cerca le mie mani e, quando gli do la possibilità di trovarle, le stringe tra le sue.
"Carter?" Lo chiamo, con la paura nell'anima.
"Chanel... L'impatto è stato davvero violento."
No. "Ti prego non dirmi che non ce l'ha fatta." Lo imploro sperando che le mie parole, in qualche modo, possano cambiare ciò che è una terribile realtà.
"Carter.." Incastra i suoi occhi nei miei. Una lacrima scende lungo il suo viso, come ad opporsi a tanta sofferenza. Come se si stesse interfacciando con la dura verità.
"Il bambino non c'è più, Chanel." Mi porto una mano sul ventre, con uno scatto istintivo e poi capisco che sto cercando di proteggere quel piccolo corpo di amore che mi portavo dentro. Quando realizzo che ormai non posso più farlo, sento il cuore spezzarsi in mille pezzi.
"No." Sussurro.
"Carter... no." Inizio a respirare affannosamente, con il cuore che lancia ogni suo pezzo contro le pareti del mio corpo.
"Ti prego no... Carter?" Lui mi si avvicina e mi posa una mano dietro al capo, portandomi verso di lui. Quando il mio corpo incontra il suo, scoppio in un pianto pieno di disperazione e lui, fa lo stesso. Lo sento singhiozzare oltre la mia spalla mentre stringe a sé come mai aveva fatto prima, come se avesse paura che da un momento all'altro possa andarmene via.
"Carter... perché?" Lui scuote la testa e mi accarezza con delicatezza. Io mi stringo forte a lui, consapevole che a breve non potrò più farlo e mi tengo stretta per non lasciarci andare. Non ho mai voluto tutto questo, ma purtroppo la vita è fatta anche di ciò che non si desidera.
"Lo so. Fa male, lo so." La voce gli trema a causa del pianto in cui è coinvolto.
"È morto ancora prima che potessimo conoscerlo!" Esclamo con dolore.
"È per questo che mi hanno operata? Per portarmelo via?" Annuisce, privo di forze.
"Me l'hanno portato via mentre io non potevo fare niente per impedirlo!" Pronuncio tante frasi senza senso. Infondo, cosa avrebbero dovuto fare? Il bambino era morto.
"Avrei tanto voluto averlo. Avrei tanto voluto scoprire i suoi lineamenti... come sarebbe stato il suo viso?" Si domanda. Mi si spezza il cuore nel vederlo così e, sapere che sto per lasciarlo, non rende le cose più facili.
"Anche io. Chissà magari avrebbe avuto i tuoi bellissimi occhi." Sorride divertito, con ancora gli occhi lucidi.
"I miei bellissimi occhi? Sono marroni, Chanel... cosa hanno di speciale?" Sapessi, Carter, che tutto ciò che fa parte di te, è speciale. E sempre lo sarà.
"Quegli occhi contengono una luce meravigliosa. Sono colmi di vita."
"E poi appartengono a te, Carter. E questo li rende più unici di quanto tu creda." Accarezzo il suo viso con tenerezza e lui si lascia andare al mio tocco quando chiude gli occhi con l'intento di godersi ogni suo singolo istante.

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