Regards et soupirs

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Nel capitolo saranno presenti frasi in francese, troverete le traduzioni a fine capitolo (e anche direttamente nei commenti!)
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Capitolo 8: sguardi e sospiri

Shoto sentì una risatina sottile alle sue spalle, il fiato caldo sulla sua pelle gli fece correre un brivido lungo la schiena e le sue guance si scaldarono. Il suo corpo quasi fremeva, ancora affaticato dalla corsa sfrenata ora sembrava bramare, contro ogni sua volontà e barlume di lucidità, qualsiasi tipo di contatto. Lo sentiva alle sue spalle, così vicino, ma non abbastanza affinché i loro corpi si toccassero.

Le persone attorno a loro erano trascinate dalla musica, dai balli confusi, non un solo sguardo sembrava notarli e questo non faceva che istigarlo a desiderare di essere più vicino all'altro.

Sapeva che tornato a casa, ripensando alle sue stesse fantasie si sarebbe dato dello stupido, ma adesso..

«ho avuto un.. contrattempo» ammise.

Rimase immobile, non si girò, forse perché sapeva che se lo avesse fatto quegli occhi lo avrebbero bloccato, avrebbe iniziato a balbettare, i suoi pensieri sarebbero diventati confusi. D'altra parte trovava quasi piacevole la pelle d'oca provocatagli da quelle labbra terribilmente vicine alla sua nuca.

«oh? É così?» domandò Izuku divertito.

Poteva quasi immaginarli quegli occhi, pieni di lussuria e malizia, che lo fissavano divertiti pronti a leggerlo come un libro aperto.

Deglutì.

Non avrebbe retto quella maschera di tranquillità ancora per molto, il suo corpo era sempre più teso.

«sì, sono arrivato prima che potessi» borbottò guardandosi attorno nella folla caotica, ma i suoi occhi si spalancarono e trasalì quando dita fredde iniziarono a salirgli lungo le braccia. Stava soffocando in quegli abiti eleganti, si sentiva accaldato e quei contatti poco convenienti in pubblico stavano peggiorando la situazione.
«ma mi hai reso comunque così triste» il suo tono era così teatralmente disperato che Shoto quasi sorrise.

Le mani salirono fino alle sue spalle e iniziarono a scendere poi lentamente sulla sua schiena, tendendo sempre di più i suoi muscoli.

Shoto ancora una volta lanciò attorno a se uno sguardo nervoso, sperando che quei tocchi si interrompessero, ma al contempo bramando qualcosa di più.

Trattenne il fiato e arrossì a quei pensieri. Si schiarì la voce e casualmente disse solamente «mi dispiace».
«mh... - sembrò riflettere Izuku alle sue spalle, le sue mani risalirono nuovamente lungo la sua schiena e il suo viso si sporse in avanti, finché le sue labbra quasi non sfioravano il suo orecchio - cosa me ne faccio delle tue scuse?» soffiò e anche senza vederlo Shoto sapeva che avesse quel sorriso soddisfatto sulle labbra, pienamente consapevole di aver appena scatenato un turbine di pensieri nella testa del giovane artista.

Deglutì ancora una volta.

Gli erano bastate solo due conversazioni - per l'esattezza una e mezzo - per capire che qualunque cosa lui pensasse, alla fine, avrebbe detto ciò che Izuku voleva sentire. Non conosceva per niente quel ragazzo, ma aveva ben capito che se egli voleva qualcosa l'avrebbe ottenuta, in un modo o nell'altro.

Tanto valeva... assecondarlo.

«cosa posso fare per farmi perdonare?»

Finalmente si voltò, le mani di Izuku, prima sulla sua schiena, rimasero a mezz'aria e i loro sguardi si incontrano facendo contorcere lo stomaco di Shoto.
Izuku sorrise divertito e i suoi occhi sembrarono accendersi di qualcosa che l'altro non riuscì a comprendere.

L'émeraude du Moulin Rouge || TododekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora