Égoïste

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Capitolo 14: egoista

Dal momento in cui Izuku lo aveva convinto a seguirlo, Shoto non era più riuscito a vedere il suo viso per tutto il breve tragitto che li aveva condotti a quella stanza che l'artista non aveva ancora imparato a conoscere bene.

Il ballerino non si era fermato né voltato, neppure quando Shoto aveva incontrato Touya lungo la strada e il fratello, confuso, gli avesse chiesto dove stesse andando. Non aveva visto Izuku, troppo lontano da lui per far capire che stessero camminando insieme, e rimase estremamente confuso quando il più piccolo, rassicurandolo, gli disse di non aspettarlo, che probabilmente quella sera avrebbe ritardato.

Solo di una cosa Shoto poteva essere certo però, aveva avuto modo di capire il ballerino a tal punto da sapere che stesse sorridendo furbescamente, mentre si allontanava da Touya.

Anche se, certamente, la serata non stava sembrando interessante solamente ad Izuku.

L'artista trasse un grosso respiro quando si lasciò cadere su uno dei divanetti rossi all'interno di quella bizzarra stanza nella pancia dell'elefante e si concesse vari attimi per guardarsi intorno, un po' per scaricare la tensione, un po' per evitare di guardare Izuku, che si muoveva lungo l'ambiente con tranquillità e disinvoltura. Quando il ballerino aveva chiuso le tende, oscurando la vista sul piccolo terrazzo, gli parve di avere un déjà vu e trattenne il fiato quando poi si voltò verso di lui.

«perché così nervoso, chérie?»

Un brivido gli corse lungo la schiena a quel ricordo.

Quando i loro occhi si incontrarono le immagini di quella sera gli tornarono alla mente e si affrettò a destare lo sguardo a disagio.

Non sapeva spiegare perché pensasse solo a quello. Si sentiva assolutamente ridicolo, soprattutto quando tutto ciò non avesse a che fare con niente di romantico. Era così superficiale... aveva sempre giudicato quelle persone guidate solamente dal loro desiderio carnale e ora eccolo lì, a sperare che Izuku facesse qualcosa.

I suoi occhi, mentre combatteva quel conflitto con i suoi stessi pensieri, senza che se ne rendesse conto, iniziarono a scivolare lungo la sua camicia, indugiando laddove il tessuto fosse impregnato di vino, mostrando in trasparenza il suo petto.

«oh chérie, tu vas me faire rougir» mormorò Izuku dandogli le spalle mentre quel maledetto sorrisetto divertito gli illuminava il viso.

Shoto si lasciò scappare due colpi di tosse quando la saliva gli andò di traverso e si voltò di scatto, nonostante lo stesso ballerino gli avesse negato la vista che sembrava interessarlo.

Ovviamente, alla fine, non fu Izuku colui che arrossì.

Ci fu silenzio dopo quella frase, un silenzio soffocante per Shoto mentre vedeva con la coda dell'occhio il ragazzo indaffarato, probabilmente, a sbottonarsi la camicia, nonostante stesse continuando a dargli le spalle.

«t-ti ripagherò la camicia» borbottò guardando il pavimento, non si sorprese che la moquette fosse dello stesso rosso acceso delle pareti.
Non ci fu risposta da Izuku, solo altri istanti di silenzio, prima che la sua domanda lo facesse sobbalzare.

«perché sei tornato, Shoto?»

L'artista rabbrividì. Il tono del ballerino stavolta non era giocoso.
Si voltò verso di lui, guardandolo mentre faceva scivolare la camicia dalle spalle.

«non lo so» fu quasi un sussurro il suo

Volevo vederti

Rimase in sospeso la frase nella sua mente

L'émeraude du Moulin Rouge || TododekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora