⚠️ALERT⚠️
Direi che, giunti a questo punto, ormai l'abbiate capito:
se non avete finito Opera, girate a largo!
Questo capitolo non contiene esplicitamente spoiler, ma se lo leggete senza i precedenti ci capirete ben poco, ahimè.
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"Tutti i nostri segreti nascono da un'immagine"
(Georgius Riplaeus, Opera Omnia Chemica)
Ancora oggi, nel nostro linguaggio comune, l'espressione "trovare la quadratura del cerchio" allude all'aver trovato la soluzione perfetta a un problema, così come "cercare la quadratura del cerchio" rimanda all'impossibilità di riuscire in tale impresa, dal momento che la soluzione perfetta non esiste oppure è estremamente difficile da mettere in pratica.
Il problema geometrico risale all'antichità e ha interessato moltissimi studiosi (tra cui lo stesso Leonardo da Vinci, che in uno dei suoi codici appunta di aver trovato la soluzione senza, ahimè, trascrivere la formula!) ben oltre l'epoca rinascimentale.
Gli Alchimisti, come sempre, avevano una propria visione mistica dell'intera faccenda 😉
Questo processo trova una raffigurazione geometrica in quello che è stato definito "il mandala alchimistico di base", che potete osservare sopra. Le decorazioni della sala sotterranea di Opera sono ispirate a questo simbolo (nel cui centro può essere idealmente incastonato l'Uroboro).
I Dodici segni dello Zodiaco rappresentano il cerchio più esterno (il piano astrale). I simboli di Sale, Zolfo e Mercurio (i tre principi che permettono l'operazione alchemica) occupano i vertici del triangolo e permettono l'emergere dalla materia prima dei Quattro Elementi (raffigurati dal quadrato o talvolta dal rombo). Attraverso la mediazione della stella a sei punte (che geometricamente è formata da due triangoli sovrapposti) si giunge nuovamente al cerchio, secondo il processo che abbiamo visto nel capitolo precedente e che ormai ci è familiare😉
"I Filosofi ritengono che il quadrato vada trasformato in triangolo, cioè in corpo, spirito e anima, i quali, prima del rosso, appaiono di tre colori: il corpo o la terra di colore nero saturnino, lo spirito di biancore lunare come acqua, l'anima o l'aria di colore giallo solare. Allora il triangolo sarà perfetto, ma dovrà essere ancora a sua volta trasformato in cerchio, cioè in un rosso inalterabile"
(Michael Maier, Scrutinium chymicum)
Dal momento che l'Opera è un ciclo infinito, la trasformazione dal cerchio al cerchio, attraverso il triangolo e il quadrato, sarà continua come in un caleidoscopio.
Tale passaggio è possibile, a livello teorico e filosofico, perché l'Alchimia basa la sua idea di completezza e totalità sulla quaternità piuttosto che sulla trinità, che di solito è il concetto dominante della nostra cultura.
La perfezione della trinità, infatti, si fonda sulla "esclusione del quarto". Il male o l'oscurità possono esistere solo in quanto "altro" rispetto al bene o alla luce e si pongono, nei loro confronti, in contrapposizione netta, creando un contrasto statico.
La quaternità, invece, è l'unità che ha integrato il negativo. Ha un'essenza dinamica e non statica, si modella incessantemente attraverso una rete di rapporti tra coppie di opposti, superati nell'unità finale.
Proprio di questa rete di rapporti vi parlerò nel prossimo capitolo 😊
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Sub Rosa - Guida ai misteri di Opera e Laminae
De TodoSì, lo so, forse può sembrare stupido, inutile o pretenzioso... addirittura una Guida per Opera e Laminae? Be', perché no? In fondo l'idea me l'avete data proprio voi, con le domande che avete posto durante la lettura e con i commenti dove volevate...