«Sapete cosa dovremmo fare? Ormai il Natale è alle porte, dovremmo organizzare un viaggio, solo noi quattro!»
«Da quanto mi avete raccontato i vostri viaggi non finiscono mai senza qualche problema... Forse avresti dovuto proporlo prima di raccontarmi tutti i vostri viaggi "fantastici"...»
«Vedi che cosa dicevamo? È sempre lei la mente di tutti i nostri guai.»
«Daiiii! Sarà divertente! Potremmo andare a Miami o a Los Angels! Passiamo il Capodanno fuori e poi torniamo! Dai, dai, daiiii...»
Notando la sua insistenza sia Leo che Bex annuirono, io invece mi rabbuiai leggermente. Sapevo che a dicembre tutto sarebbe stato incerto. Non mi andava di dirgli no anche perché avrei dovuto dare spiegazioni in merito, ma non potevo nemmeno dargli la certezza su qualcosa che sapevo non sarebbe stato possibile. Conoscendo Susan già dall'indomani si sarebbe messa alla ricerca di un luogo da visitare...
Fortuna volle che il dottor Kang notasse la mia incertezza e venisse in mio soccorso.
«Ah Kay, puoi darmi una mano? Elizabeth mi ha detto che sei brava con i computer, il mio purtroppo va a rilento e domani ho una presentazione ma non riesco ad avviarla.»
«Certo, ragazzi torno subito.»
Mi alzai seguendo il padre di Bex dentro casa, dalla finestra riuscivo a vedere i miei amici ridere e scherzare. Sospirai e un sorriso amaro si rivelò sul mio volto.
«La ringrazio, so che mi ha chiesto di aiutarla perché mi ha visto in difficoltà nel rispondere...»
«So che è difficile, ma Kaylee... ho visto tante persone perdere i propri cari e molti di loro non hanno avuto modo di dire addio. Ho visto parenti piangere la morte di un figlio o di una sorella e rimproverarsi per non avergli detto un'ultima volta che gli volevano bene. Amici distrutti dal pensiero di non essersi accorti di nulla. Mariti, mogli e fidanzati che non riuscivano ad accettare quanto successo. Non è mai facile il mio lavoro, ma in quei momenti è anche peggio perché in qualche modo ti senti colpevole per non essere riuscito a fare di più.»
Sapevo che era dalla parte della ragione. Mi poggiò la mano sulla schiena, come a volermi far capire che, in caso, mi avrebbe aiutato. Dovevo farmi coraggio per dir loro la verità, lo sapevo. Annuii, cosciente della situazione e sospirai.
«Lo dirò, devo solo... vorrei solo avere un po' più di tempo per farlo. Purtroppo, però, è proprio quello a mettermi alle strette. So di dover dire loro la verità, le prometto che lo farò in questi giorni.»
«So che lo farai quando ti sentirai pronta, non ti sto chiedendo di farlo ora... Il mio è un consiglio, non lasciare cose in sospeso, Kay... loro meritano di sapere, e non lo dico perché Elizabeth è mia figlia. Lo dico perché vedo il rapporto che si è instaurato col tempo tra voi tutti. Meritano la possibilità di poterti dire che ti vogliono bene ancora una volta e soprattutto di potersi godere gli ultimi momenti con te prima di dirti addio. So che non vorresti farlo perché sai che ci staranno male, ma fidati, starebbero ancora più male se venissero privati di ciò.»
Annuii nuovamente e lui mi sorrise prima di invitarmi a tornare fuori.
Nei giorni successivi affiancai il professor Ballow durante gli allenamenti. Scoprii che in realtà era conosceva abbastanza le basi e la teoria ma per quanto riguarda gli schemi non riusciva a trovarne qualcuno che funzionasse bene. Forse perché per anni ha sempre allenato la squadra di pallavolo.
Sam ed io, insieme, riuscimmo a gestire e provare bene varie formazioni durante gli allenamenti. Scoprimmo che il professor Ballow era molto bravo a perfezionare allenamenti mirati, il che effettivamente fu utile soprattutto per le nuove ragazze della squadra.
«Allora ragazze, emozionate per domani?»
Mi risposero in coro, saltellando sul posto per iniziare il riscaldamento. Sorrisi, stare lì mi faceva sentire la mancanza dell'azione in campo ma in qualche modo mi piaceva comunque, sapevo di star aiutando la mia squadra.
«Per prima cosa oggi giocheremo metà partita, così da vedere chi inserire nella partita di domani. Successivamente proveremo gli schemi da usare. Ah, un'ultima cosa. La squadra che perde sarà anche quella che rimetterà tutto in ordine a fine allenamento.»
Divisi le squadre cercando di renderle equilibrate. Sam e Kelly una contro l'altra, fu più un giochetto psicologico. Sapevo che per spingere Kelly al massimo anche durante un'amichevole o un allenamento serviva darle qualcuno con cui potersi confrontare. Il sorrisetto che fece, infatti, mi diede la certezza sulla scelta fatta.
Diedi a entrambe le squadre possibilità di scegliere il come agire, mi limitai a dar loro solo qualche consiglio e osservai ognuna di loro. Sam aveva ragione, le nuove arrivate avevano del potenziale che se ben sfruttato le avrebbe fatte arrivare in poco a dei risultati ottimi per loro e per la squadra.
Quando fischiai la fine della partita notai che per metà avevano il fiatone, mentre ad occhio le altre ancora potevano reggere qualche decina di minuti al massimo senza time out. Gli esercizi del professor Ballow stavano funzionando, rispetto all'inizio della settimana la resistenza di tutte era migliorata.
La squadra di Kelly vinse per cinque punti. Esultò non appena fischiai il termine. Sorrisi vedendo Sam ridacchiare e scuotere la testa verso Kelly che continuava a fare la linguaccia saltellando. L'entusiasmo di quest'ultima contagiò anche le sue compagne di squadra.
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Blackout
RomanceTutti abbiamo un momento che non dimenticheremo mai, poiché impresso nella nostra mente come un marchio rovente. I motivi possono essere diversi per ognuno di noi. A segnarci potrebbe essere stato un gesto, una parola, un avvenimento o, come nel mio...