Sono passati dieci anni da quel giorno. Non so perché io sia ancora qui, precisamente. Col tempo ho iniziato a ipotizzare che, in qualche modo, sia io a non volerli lasciare andare.
Vago, vivendo la vita attraverso le giornate dei miei cari. Condivido con loro la gioia e la tristezza, anche se non posso parteciparvi come vorrei.
In questi dieci anni ci sono stati momenti nelle loro vite che avrei voluto condividere con loro realmente.
Avrei voluto urlar loro che stavo bene, che ero lì, il giorno del mio funerale.
Avrei voluto esultare e festeggiare con la squadra la vittoria del campionato scolastico che, tra le altre cose, mi dedicarono. Sam e Kelly legarono alla coppa la mia maglia e piansero per la gioia di aver vinto e per la tristezza dovuta alla mia mancanza. La professoressa Lancaster le abbracciò e anche lei lasciò cadere le sue lacrime.
Avrei voluto poterli abbracciare, il giorno del diploma. Tutti loro, nessuno escluso.
Avrei voluto consolare mia madre quando, ormai troppo provata dai ricordi, chiuse tutto in delle scatole e si trasferì da zia Allison l'anno seguente.
Avrei voluto dire ''lo sapevo!'' quando ho assistito ad un bacio tra Susan e Leo al primo anno di università e congratularmi con loro successivamente, al loro matrimonio. Così come avrei voluto che la loro figlia, con la quale condividevo il nome, non mi conoscesse solo attraverso le foto conservate in vecchi album.
Avrei voluto amare Elizabeth, ancora una volta, e dirle che andare avanti era la cosa giusta da fare, che non serviva tormentarsi per qualcuno che ormai può solo osservarti a tua insaputa. Per qualcuno che in quattro mesi ti aveva donato sì il suo cuore ma anche infinito dolore.
Avrei voluto dirle 'è la scelta giusta, ed è una donna fortunata' quando, dopo tre anni, lei si tormentava sul dare o non dare un'opportunità a quella ragazza che le faceva la corte da mesi. Aveva paura ad amare ancora, aveva paura di dimenticarmi se l'avesse fatto. Fortunatamente quella donna, che oggi sposerà, mi sembrò fin da subito in gamba.
Avrei voluto poterla aspettare io sotto l'arco e godere della visione bellissima che regalò attraversando la navata in quel giardino addobbato a festa...
Bex era sempre stata stupenda, ma oggi in quell'abito color avorio che fasciava il suo corpo ma che non rendeva giustizia al suo fascino, era semplicemente eterea.
Nel momento in cui Elizabeth pronunciò quel 'sì, lo voglio' iniziai a sentire una strana sensazione, mi sorpresi di provare leggera tristezza perché sapevo di essere felice per lei. Per loro.
Lei, la donna che era riuscita a riaccendere la sua fiamma, invece, si chiama Luisa ed è altrettanto bellissima oltre che generosa, amorevole, comprensiva e gentile. Sono grata che Elizabeth l'abbia conosciuta, che sia andata avanti.
La osservai girare tra i tavoli con quella che ormai poteva chiamare ufficialmente: moglie. Vedevo il suo sorriso, sentivo la sua risata e quella di chi condivideva questo momento con lei. La vedevo ballare aprendo le danze, e poco dopo si unirono anche gli altri.
Notai l'amore di Luisa per lei, quando baciandole la fronte e l'ha stretta a sé dicendo di amarla.
Spostai gli occhi su tutti coloro che amavo. Tra gli invitati vi erano anche mie conoscenze e miei affetti, ad esempio, Sus e Leo con la piccola Kaylee di ormai cinque anni, Sam, Kelly, mia madre e mia zia Ally.
Vi sembra strano? No, per nulla. Ho visto come si sono dati forza a vicenda dopo la mia scomparsa. I legami tra loro non si sono mai spezzati ed è anche grazie a Elizabeth che mia madre non è caduta in depressione dopo quanto accaduto, sono sempre rimaste in contatto.
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Blackout
RomanceTutti abbiamo un momento che non dimenticheremo mai, poiché impresso nella nostra mente come un marchio rovente. I motivi possono essere diversi per ognuno di noi. A segnarci potrebbe essere stato un gesto, una parola, un avvenimento o, come nel mio...