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Quando Susan se ne andò mi diede un bacio sulla fronte e mi accarezzò la guancia. Promise di tornare l'indomani ed io annuii salutandola. Cenai e poco dopo arrivò Leo.

Non ero abituata al suo modo di essere così taciturno e quieto. Lui tra noi era sempre il più libertino ed esagitato. Quando si sedette notai i suoi occhi gonfi e rossi, aveva pianto.

«Leonard Miguel Bennet, devo forse chiamare un medico per farla controllare?»

Mi guardò confuso ed io gli sorrisi prendendo la sua mano e intrecciandola con la mia.

«Non mi piace vederti così pensieroso e taciturno. Non è da te, quasi mi preoccupo»

«Non è che sia facile sprizzare di gioia in questo momento, Kay...»

«Lo so, mi dispiace tanto...»

«Non è colpa tua. Non hai scelto tu di stare male.»

Mi baciò la mano e provò a sorridermi ma i suoi occhi erano spenti. Mi sentii in colpa per avergli rubato la vivacità che lo caratterizzava.

«Leo... Sei arrabbiato con me, vero? Per non avervelo detto?»

«Un po'... comprendo che non fosse facile ma tenerci all'oscuro non è stato bello né responsabile. Potevi sentirti male mentre eri in nostra compagnia e noi non avremmo saputo cosa fare per aiutarti.»

«Lo so, mamma spesso mi diceva che dovevo dirvelo. Sono stata codarda, non ho avuto la forza di farlo perché sapevo che sarebbe stato doloroso per voi saperlo.»

Sospirò comprendo il mio punto di vista. Iniziai poco dopo a sentire la stanchezza e anche se non volevo addormentarmi, lui accorgendosene mi consigliò di riposare.

«Mh... non mi va di lasciarti solo per ore.»

Non rispose subito, poi mi accarezzò la testa e mi disse che dovevo dormire altrimenti non avrei ripreso presto le forze per uscire e far baldoria con loro. Risi e pian piano mi lasciai andare tra le braccia di Morfeo.

Mi svegliai durante la notte, al mio fianco non vidi più Leo ma riconobbi subito Elizabeth. Seduta, con le mani teneva la mia e mi accarezzava con il pollice il palmo. Era persa nei suoi pensieri tanto che non si accorse del mio risveglio.

«Bex...»

«Hey...»

Mi sorrise ma anche il suo sorriso mi sembrò tirato come quello che già avevo visto sul volto di Susan e Leo.

«Continua a dormire, ci sono io qui»

«No... sto bene ora. Dormirò più tardi...»

Mi guardò poco convinta, la luce sul comodino era fioca e potevo vedere solo un minimo della sua bellezza.

«Ti chiedo scusa, Elizabeth...»

«Non ti devi scusare di nulla»

«Devo, invece. Dovevo informarti fin da subito delle mie condizioni, invece io... io ho... ho fatto sì che questo rapporto tra noi si evolvesse fino a diventare più di un'amicizia. Dovresti odiarmi, Bex.»

«È vero che avresti dovuto dirmelo, ma non potrei mai odiarti Kay. Mi sono interessata a te già dal primo giorno che ti ho vista su quella spiaggia. Anche sapendo le tue condizioni sarebbe stato inevitabile per me innamorami di te.»

Il cuore fece una capriola nel mio petto. Era innamorata di me. Evidentemente anche lei si accorse in quel momento di aver affermato ciò ma non si scompose, semplicemente diventò leggermente rossa sulle guance.

«Non immaginavo di dirtelo in una situazione simile, non è molto romantico. Mi spiace... Ma non mi pent...»

Non le diedi modo di finire la sua frase. Mi avvicinai a lei e la baciai, lei ricambiò subito. Mi erano mancate le sue labbra infinitamente tanto. Sentire nuovamente quel sapore di menta e fragola mi fece sorridere davvero per la prima volta in ventiquattro ore. Il cuore mi martellava nel petto in un modo mai provato.

«Anche io sono innamorata di te...»

Mi allontanai lentamente guardandola negli occhi e accarezzandole la guancia. Sentii i miei occhi diventare umidi e mi maledissi. Non volevo piangere. L'amavo e ne ero cosciente da un bel po', eppure sapevo che la cosa giusta da fare era lasciarla libera.

«Tu sei stata l'unica cosa bella in questi mesi. Sapevo che non era giusto entrare nella tua vita e stravolgerla ma egoisticamente l'ho fatto. A poco a poco ho compreso sempre di più che non sentirti, non vederti, non toccarti mi mandava in crisi totale di astinenza. Sei la mia dose di felicità quotidiana, Bex. Però io sono un disastro ambulante che nemmeno si regge in piedi al momento. Per questo so che devo lasciarti andare adesso, so che per te sarebbe più facile escludermi, dimenticarmi e andare avanti, come se non ci fossimo mai incontrate...»

«Non farlo... non prendere tu una decisione che io non voglio. Non sei l'unica a uscire fuori di testa quando non sei con me. Non importa cosa credi sia meglio, non voglio che mi allontani da te. Anche se lo facessi mi presenterei a te ogni giorno, anche se mi ignorassi per farti odiare non riuscirei a farlo. Anche se chiedessi di non farmi entrare ugualmente troverei il modo di vederti.»

«Elizabeth...»

«No Kaylee. Non... tu non capisci. Quando ti ho visto cadere su quel campo da basket è stato come se il mio cuore si fosse fermato. Volevo raggiungerti ma non me ne davano possibilità. Quando mio padre ci ha detto delle tue condizioni mi sono sentita sprofondare. Avevo notato che qualcosa non andava ma non ho indagato perché credevo che avessi ripensamenti su di noi e volevo lasciarti il tempo di parlarmene. Però nemmeno per un secondo mi sono pentita di quello che abbiamo costruito. Non lo farei mai, perché, come ti ho detto, sono irrimediabilmente innamorata di te.» 

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