tw: smut
Simone approfitta del fatto che Manuel sia impegnato con due casi in pronto soccorso per recarsi al reparto di cardiologia.
Si guarda intorno per circa cinque minuti prima di vedere l'amico.
«Sergio, c'ho bisogno di un favore...»
«Oh Simo, dimmi.»
«Hai presente la storia dei farmaci...»
«Seh... non se parla d'altro qua.»Simone dentro di sé sussulta, immagina come debba essere stato, per Manuel, passare la mattinata sentendo gli occhi di tutti su di lui.
«Mi diresti di che farmaci si tratta? Nessuno sa dirmi niente.» chiede allora, ché ha già un'idea, ma ha bisogno di conferme.
«Posso chiedere, ma perché te interessa Simò? Che c'entri te?» domanda, giustamente, Sergio.
«Lo sai che accusano Manuel.» ribatte Simone, serissimo.
«Eh.»
«E quindi sai anche che farò di tutto per dimostrare che non c'entra nulla.»Sergio un po' sorride. Poi ritorna serio, gli promette di aiutarlo e sparisce, tornando dai pazienti.
Nel frattempo, dalla parte opposta dell'ospedale squilla un cellulare. È quello del dottor Carli, il figlio della dottoressa Volpe, che vuole sbarazzarsi di Manuel per quello che ormai sembra a tutti gli effetti un banale capriccio.
«Allora? Oggi ce la fai?» domanda la voce.
«Ti ho già detto che ci sarò, non chiamarmi ancora che mi sentono.» è l'unica cosa che Carli si lascia sfuggire, prima di mettere giù e ritornare a lavoro.Simone, invece, ritorna in reparto e qualche minuto dopo il suo arrivo, la sua attenzione viene attirata dal pianto di una donna accompagnato da quello di un neonato, nella sala d'attesa.
Si precipita subito fuori, avvicinandosi, chiedendole cosa non vada.
«Mio figlio è... lui non smette di piangere e io mi sento bene, mi aiuti per favore, chiami un dottore.» si lamenta la donna, lasciando il bambino tra le braccia di Simone.
«Sono un pediatra, non si preoccupi, ora mi prendo cura io di lui, come si chiama?» cerca allora di dire lui, per tranquillizzarla mentre delle infermiere cercano di posizionarla su una barella.
«Simone.» mormora la donna, scossa da un misterioso ma lancinante dolore al fianco destro.
«Anch'io mi chiamo Simone.» ribatte allora lui, sorridendo, stringendo meglio il bambino nella copertina e la mano di lei.
«Lui è nato... sette mesi.» riesce soltanto a dire la madre, prima di essere portata via.
Poco dopo quindi Manuel vede Simone rientrare con un ammasso di coperte tra le braccia e gli si avvicina allegro, felice di vederlo. È l'unico volto che non gli dispiace vedere, in ospedale, quel giorno.
«Che c'hai qua?» domanda a voce alta, ma Simone subito alza un indice all'altezza della bocca, ordinandogli di fare silenzio.
«Shhh. Sta dormendo, finalmente.» sussurra, indicando il piccolo bambino avvolto da quella stoffa.
«Oddio ma è minuscolo!» afferma allora Manuel, sorpreso, affacciandosi per poterlo vedere meglio.
«Stanno operando la madre di appendicite, per non lasciarlo solo lo sto portando con me, almeno finché non arriva qualche paziente.» spiega il più piccolo, guardando il piccolo Simone con occhi inteneriti.
«Si chiama Simone! È nato a sette mesi... sta bene, ha solo un po' di febbre.» comunica poi a Manuel, con un sorriso enorme in viso, e quest'ultimo sente qualcosa dentro di lui sciogliersi.
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Casualties
Fanfiction«Hai sempre detto di non poter fare niente per il mio cuore, ma poi l'hai fatto innamorare.»