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«Te dico che è 'na cazzata.»
«E io ti dico di no.»
«Simone, io non posso farti fare questa cosa, lo capisci?»
«E io non posso lasciare che aprano un'inchiesta, lo capisci

La discussione proviene dall'appartamento di Manuel, i toni sono concitati. Nessuno dei due ragazzi vuole cedere. Entrambi vogliono aver ragione, nonostante l'unica cosa che conti, alla fine, sia solo proteggere l'altro.

Sono passati tre giorni da quando Manuel ha trovato i documenti riguardanti Carli in macchina, tre giorni da quando Simone gli ha spiegato tutto, tre giorni durante i quali hanno visto Alberto, l'ex fidanzato di Simone, rappresentante farmaceutico, entrare ed uscire dall'ufficio di Carli.

Simone è convinto che Alberto sia coinvolto in quella specie di complotto contro Manuel organizzato dal figlio della dottoressa Volpe ed è deciso ad affrontarlo; Manuel è deciso a dissuaderlo.

«Non c'è niente di pericoloso Manu, chiedo ad Alberto informazioni e poi ritorniamo a casa. Dov'è il problema?» cerca di farlo ragionare Simone, poggiato al ripiano della cucina del maggiore, dopo aver cenato.

«Il problema è che quello è 'n pezzo di merda e io non voglio che te stai male. Me lo ricordo come stavi, va bene? Non... non voglio vederti così, non...»

Alla fine Manuel si avvicina e lo abbraccia, abbandonandosi completamente a lui, affondando il viso nella sua felpa.

«Vorrei esistere solo così.» mormora, stringendosi sempre di più a lui.

«Che vuoi dire?» sussurra Simone, avvolgendolo a sua volta.

«Tra le braccia tue... senza il mondo fuori. Cioè... Pino lo prenderei pure, ma tutto il resto...»

Simone ride un po', la gola gli si stringe, il cuore gli esplode d'amore.

«Tutto il resto non mi interessa, da quando ci sei tu.» aggiunge il più grande, forse nel tentativo di convincerlo a non chiedere un appuntamento ad Alberto.

«Ti posso portare con me?»
«Adesso?»
«Mhmh.»
«Mi piace, guida tu però.»
«Io? La tua macchina?»
«Eh, io mi fido di te.»

A Simone non interessa minimamente che Manuel gli abbia consegnato le chiavi della sua macchina o che l'abbia effettivamente fatto guidare fino a casa sua. Ciò che gli fa battere il cuore è la fiducia che l'altro mostra, nei suoi confronti, nonostante tutto.

Spera valga lo stesso il giorno seguente, quando lo sveglia con un bacio ed una tazza di caffè ed il muso di Pinolo parcheggiato sul suo petto, pronto a ricevere carezze. Lo spera perché purtroppo ha già inviato un messaggio ad Alberto, dandogli appuntamento nel bar dell'ospedale per quella sera, dopo il turno.

Glielo dice piano, come se abbassare il tono possa cambiare la reazione di Manuel.

«Cazzo Simò, ma perché devi fa' sempre di testa tua!» è infatti il primo rimprovero del ragazzo, che si mette meglio seduto, per guardarlo bene.

«Manuel ma qual è il tuo problema? Io davvero non capisco. Sei geloso per caso? O pensi di dovermi proteggere come fossi una ragazzina indifesa? Perché se è così, ti dico una cosa: non lo sono.»

Simone alla fine urla, ed è in piedi, ed è arrabbiato e non vorrebbe esserlo, perché si rende conto perfettamente delle ragioni per cui Manuel potrebbe non volere che incontri Alberto, ma la preoccupazione per lui è più forte che la preoccupazione per sé stesso.

«Scusa, va bene?» dice infatti, prendendo un respiro profondo.

Soltanto allora Manuel lo raggiunge, gli prende le mani e se le porta dietro la schiena, attorno ai fianchi, costringendolo ad abbracciarlo in un certo senso.

CasualtiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora