Capitolo 2-Audrey.

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Ricordo perfettamente il giorno in cui la conobbi, odiavo gli umani più di me stesso.
Ero andato a caccia, avevo ucciso circa 3 persone, godevo nel conficcargli il mio amato coltello nel loro petto. Le loro grida mi facevano e mi fanno sentire potente, il loro destino dipende da me.
Arrivai davanti una casetta, le pareti erano gialline e le porte erano di legno, la casa era contornata da un piccolo giardino. Scavalcai facilmente il cancelletto e mi avvicinai alla porta, la serratura era davvero debole quindi non ci volle niente ad aprire la porta. Entrai nella casa, era una bella casa ma io avevo soltanto un unico obiettivo. Mi avvicinai ad una porta e la aprii, udii piccoli respiri e buttai l'occhio sul letto, eccoli lì. Due signori, circa sui 40 anni che dormivano tranquillamente. Mi avvicinai piano e poi gli saltai addosso, conficcai velocemente il coltello sul petto della donna, poi decisi di uccidere prima l'uomo così non mi avrebbe intralciato. Conficcai il coltello nel petto dell'uomo per molte volte di seguito, mentre ridevo. Ridevo di piacere, il sangue schizzava e colava caldo lungo la sua pancia, una volta morto mi buttai subito sulla donna ormai ferita e sul punto di morte ma dovevo completare il lavoro. Ridevo e gli conficcavo il coltello, mentre il sangue colava dalle sue viscere.
Scesi dal letto e guardai il panorama, sangue dappertutto e loro giacevano con il filo di terrore sul loro volto che svaniva, ah quasi dimenticavo. Incisi sulle loro guancie il mio stesso stupendo sorriso, sorrideranno per sempre.
Uscii dalla camera e a passo lento mi avvicinai ad un'altra stanza, la aprii e mi ritrovai davanti il bagno, accennai una risata e chiusi la porta. Finalmente trovai un'altra porta, stavolta avrei trovato qualcuno ed ecco! Mi ritrovai davanti una ragazza, sui 16 anni che dormiva tranquillamente. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei, guardai il suo viso. Era davvero carina ma qualcosa non mi convinceva, gli occhi erano rossi e gonfi e le guancie rigate dalle lacrime ormai quasi asciutte. I capelli erano morbidi, lunghi e neri ed era coperta da una larga maglia nera. Mi misi a cavalcioni su di lei, pronto ad ucciderla prima che i suoi occhi si aprirono dolcemente e piano piano si dipinse sul suo volto il terrore. Guardai i suoi occhi grigi e gli accarezzai la guancia, tappai la sua bocca e puntai il coltello dritto al cuore. Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai "Torna a dormire." ma lei non reagì, chiuse semplicemente gli occhi. Ricordo la sensazione strana che provai, perché non aveva reagito? Volevo sapere tutto, finché non lo avrei saputo nin potevo ucciderla. Mi alzai immediatamente dal letto e chiusi la porta a chiavi, aprii un cassetto cercando qualche straccio mentre lei cercava di aprire la finestra. Cosa pensava di fare? Presi qualche straccio e le bloccai le mani dietro la schiena, poi li legai bene con uno straccio, poi per sicurezza le bendai la bocca con un altro straccio.
La presi di forza in braccio, andai via da quella casa e cominciai a correre tenendola prima di arrivare molto lontano, lì stavo io lontano da tutti.
Una casa abbandonata, priva di amore o altre stupide sensazioni da umani. Poggiai la ragazza e la tenni stretta mentre con l'altra mano presi le chiavi ed entrai. Ripresi la ragazza tra le braccia e la portai sopra, nella mia camera. Dentro c'era soltanto un letto, un armadio e uno specchio un po' rotto dove potevo ammirare la mia bellezza. Coricai la ragazza sul letto e le tolsi la benda dalla bocca, lì non potevano sentirla. Non dissi niente mentre lei piagnucolava, uscii dalla camera e la chiusi a chiave.
Avremmo parlato l'indomani.

We're monsters.||Jeff The Killer||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora