Inquieto

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"Quest'ultimo mese abbiamo lavorato decisamente troppo, ci meritiamo proprio una vacanza" disse Mike
Cornelia annuì ridacchiando
"Per questo motivo che chiudiamo, Mike"
Mike era il ragazzo delle consegne, ci portava da mangiare e riforniva tutti i frigoriferi del centro.
Era davvero molto simpatico spesso mi fermavo con lui a chiacchierare del più e del meno.
"Allora signore ci rivediamo tra due mesi"
Salutammo Mike e ci sedemmo entrambe una di fronte l'altra
"Allora sai Penny credeva passassi qualche giorno in montagna con noi..le ho detto che sei impegnata"
"Oh, mi sarebbe davvero piaciuto rivederla"
"Non preoccuparti" disse facendo un gesto con la mano
"Hai scelto quale vestito mettere?"
"Forse sarebbe meglio il nero"
"Stai scherzando?!?" Sbottò
"Il verde si abbina al colore dei tuoi occhi per non parlare del modo in cui risalta i tuoi capelli rossi" concluse
"Vorrei rimanere nell'anonimato.."
"Vuoi rimanere nell'anonimato e il tuo accompagnatore sarà Lewis Hamilton?!"ribatté
"Ok verde sia.. tanto è inutile solo provarci di poter vincere contro di te"
si abbassò leggermente gli occhiali da vista, sorrise e riprese poi a scrivere al pc.
"Vi siete sentiti di recente?" domandò
"In realtà no, poi domenica non gli è andata molto bene."
"Ah si, credo di averlo visto mentre facevo zapping mi pare fossero in Arabia saudita"
"Se quando arriva secondo si arrabbia in quel modo non oso immaginare il suo umore per essere arrivato decimo" dissi scacciando via il pensiero di Lewis incazzato.
"Quella donna, Angela è una santa" scoppiamo a ridere
"Ho concluso, fatto la chiusura, pubblicato i nuovi orari che partiranno da giugno, possiamo andare" disse alzandosi dalla sedia e stendendo con le mani il tessuto stropicciato dei pantaloni.
Mi alzai prendendo tutte le mie cose, lasciai le chiavi dello spogliatoio nella mensola e uscì.
Cornelia mi diede un passaggio fino a casa e ci salutammo calorosamente
"Scrivimi ok? non voglio assillarti ma fallo"
"Promesso" mormorai

Quando finalmente mi sedetti sul divano mi tornarono in mente le parole di Cornelia sul fatto che dovessi sentire Lewis prima della partenza, in questi giorni mi sono occupata dei biglietti solo che non avevo ancora avuto il tempo di mandargli il suo, così presi il telefono ed inoltrai il messaggio.
Aspettai alcuni minuti prima di scrivergli
Siamo ancora d'accordo per il sei?
Allontanai il telefono poggiandolo sul tavolino davanti ai miei piedi e cercai di distrarmi guardando la tv,
qualche minuto dopo il telefono vibrò
Non si usa più salutare e chiedere come stai? rispose
Scusa, hai ragione come stai? 🙃 scrissi
Molto meglio, comunque ci vediamo il quattro all'aeroporto.
Perfetto pensai.

Per dieci volte riguardai quella lista che avevo fatto sbarrando tutte le caselle in modo da non dimenticare nulla e per dieci volte ebbi la sensazione di aver dimenticato qualcosa, guardai velocemente i vestiti dentro la valigia prima di chiuderla e spostai l'attenzione all'interno della borsa.
Guardai l'orologio è il taxi sarebbe passato a breve, mi assicurai di prendere tutto e che la porta fosse realmente chiusa poi mi precipitai dalle scale. Quasi inciampai nell'ultimo gradino e dovetti tenermi alla ringhiera con tutta la forza per non finire a faccia in giù.

Una volta dentro sul taxi mi sembrò tutto troppo reale, in effetti non avevo ancora realizzato davvero che stavo per tornare a casa e che l'avrei fatto con qualcuno.
Dopo trenta minuti lasciai i soldi al taxi scesi davanti la porta a vetri dell'aeroporto, presi in mano il telefono e chiamai Lewis.
Sono di fronte a te perchè mi chiami?
Disse la voce dall'altra parte della cornetta
alzai gli occhi e lo vidi seduto sulla valigia, aveva un cappello viola con il simbolo della mercedes
mi fece cenno e iniziò a sorridere nel vedervi arrivare così agitata come sempre.
"Sei sempre così tranquilla" disse
"Ti sei messo questo per non farti riconoscere?" Puntai il cappellino
"Ci tengo a rimanere anonimo"
"Si vede"
Una volta passato i controlli tra le urla della gente per averlo riconosciuto salimmo quasi subito in aereo.
"Mi dispiace ma dovrai viaggiare in economy"
"C'è sempre la prima volta" rispose
"Parlami di dove vivi" chiese per intrattenersi durante il viaggio che sarebbe durato un bel po'
"Isola di Arran è la più grande isola della scozia, principalmente vivevo a Brodick che è il centro abitato dell'isola."
"Non sono mai stato in Scozia"
"Sai ora che ci penso abbiamo un castello che fu la residenza dei duchi di Hamilton , magari scopri di essere anche un loro parente"
"In effetti sono già Sir"
"Certo potresti gonfiare ancora di più il tuo ego, mi sembra troppo piccolo ancora" dissi
Lui sorrise e poi tornammo a parlare alternando qualche momento di silenzio.
Fu un viaggio eccessivamente lungo ma mi sentì al sicuro durante il tragitto, cosa che cambiò quando misi piede a terra.
"Allora ho chiamato mia madre, e mio zio ci verrà a prendere"
Lewis annuì e poi riprese a cercare campo per il suo cellulare che aveva smesso di funzionare.

Dentro l'acqua | Lewis Hamilton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora