Bugiarda

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Le sue labbra si poggiarono sulle mie ed in una frazione di secondo indietreggiai perdendo l'equilibrio e sbattendo la schiena contro il muretto di pietra alle mie spalle.
"Scusami?" dissi spalancando gli occhi e reggendomi con la schiena per evitare di cadere completamente a terra con le natiche sull'asfalto.

Daniel si paralizzò come si fosse reso conto di quel gesto solo adesso,
e ora ne avrebbe pagato le conseguenze di questa sua idea priva di senso logico.

"Io..io..io" balbettò portandosi una mano sulla fronte strofinandola
mi alzai spingendomi contro il muretto e provocandomi un po' di dolore mentre la pelle strusciava contro le pietre posizionate a mosaico.

"Devo andare." dissi decisa e camminai senza aspettare che mi rispondesse o ne fosse in grado visto il suo evidente stato di shock.
Vagabondai suoi miei passi e strofinai le dita sulle labbra forte, Daniel mi piaceva ma non nello stesso modo in cui adesso io piacevo a lui.

Ma la cosa che mi dava rabbia era l'avermi baciato senza che io ricambiassi la voglia di farlo, era riuscito a farmi innervosire così tanto questo pensiero che le mani avevano preso a tremare e la testa a girare.

Non l'avevo chiesto ne desiderato ma ero io che adesso dovevo pure affrontarlo con una certa responsabilità, mi suonò così familiare quella sensazione di inadeguatezza che mi fece venire i crampi allo stomaco, barcollai fino ad arrivare nel punto più basso del muretto così da poter scavalcare facilmente senza rompermi una gamba.

Mi gettai dall'altro lato dirigendomi verso la stradina circondata di alberi, avevo abbandonato i miei passi perché non riuscivo a riflettere con il suono della vita intorno.
Mi sedetti sulla panchina che affacciava su un piccolo laghetto artificiale, poggiai la testa tra le mani accarezzandomi le tempie per qualche minuto.

Un flusso di pensieri si fece strada dentro di me facendomi perdere totalmente controllo della mia ragione ormai invasa e priva di ogni ragionamento logico.

Un senso di turbamento interiore sembrò aggrapparsi contro i lembi della mia pelle, nascondendosi per bene sotto di essa e pressandomi così che smettessi di respirare del tutto.

Lui mi aveva baciato ma io sarei stata l'unica a pagarne le conseguenze di un gesto avventato e mai richiesto.

Quando la ragione iniziò a prendere il sopravvento mi domandai per quale assurdo motivo mi trovassi così sopraffatta dagli eventi come se un singolo gesto fosse riuscivo a farmi vacillare e confondermi interiormente. può un gesto riuscire a ingarbugliare come una matassa tutte le sensazioni concrete e razionali che ero solita provare?

Perché continuavo a chiedere risposte a me stessa quando il mio corpo urlava qualsiasi risposta alle mie domande.

Perchè in un certo senso dover ammettere a me stessa di conoscere la risposta da prima che fosse necessaria una risposta mi faceva vacillare inerme ancora una volta.
Ti è piaciuto? disse qualcuno nella mia mente come se fosse invasa da sconosciuti che potessero prendere predominio sui miei pensieri.

Scacciai quelle parole così sciocche.

Mi alzai di scatto nel sentire dei passi alle mie spalle e mi voltai verso di essi, un uomo sulla quarantina intendo a fare jogging mi guardò sorpreso nel vedermi nascosta ma continuò la sua corsa ignorandomi.

Tornai sulla strada principale ripercorrendo i miei passi di qualche ora prima ed arrivai davanti la porta automatica del nostro hotel, alzai lo sguardo per vederlo bere uno dei suoi intrugli verdi con lo sguardo sfatto di chi si era appena allenato fino ad esaurire le forze.

Mi avvicinai decisa come se non dovessi confessargli nulla dell'accaduto che avesse così rilevanza.
"Cosa bevi?" domandai facendolo trasalire
mi avvicinò la borraccia alla bocca così che potessi assaggiare.
feci cennò di no ma lui insistette.

Dentro l'acqua | Lewis Hamilton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora