Casa

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Fu il rumore del vento che batteva contro il vetro delle finestre facendole cigolare a svegliarmi, la testa di Kaiden era sulle mie cosce mentre Lewis e Willow erano incastrati in un abbraccio.

Mi spostai indietro facendo scivolare la testa del bambino verso il divano così d'essere libera.
Sollevai entrambe le gambe spingendomi con le mani sul tessuto del divano e mi alzai cercando si non fare rumore.

Strofinai gli occhi in cerca di una qualsiasi cosa potesse dirmi l'ora,

Le tre, il numero continuava a lampeggiare sul display del forno.

Tutte le luci della casa erano spente, camminai tenendomi lungo il muro così che se avessi sbattuto contro qualcosa mi sarei retta contro di esso.

Arrivai fino all'attaccapanni per cercare la mia borsa, tirai fuori il cellulare e mi sedetti sulla panchina all'ingresso.

"Rispondi, rispondi avanti" mormorai
"Pr...pronto?" rispose balbettando
"Isla! sono io Nikita"
"Nikita? sono le tre che ti passa per la testa?!"
"Torno a casa per prendere le mie cose"
"Dovevi dirmelo adesso?"
"Parto adesso, sono a Kensington ci metterò circa sette ore"
"Sei così vicino ma avevi deciso comunque di non venire..."
"Ci vediamo tra poco" ringhiai

Entrai in bagno per lavare la faccia e svegliarmi completamente, strofinai i palmi sugli occhi e lasciai che l'acqua ghiacciata mi bagnasse la pelle ancora calda.

Come sarei arrivata fino in aeroporto sarebbe rimasto un mistero ma il piano era questo e se volevo uscire prima dell'alba dovevo darmi una mossa.

Lo guardai per un'ultima volta dormire accoccolato alla nipote mentre Kaiden si era fatto più vicino alla sue gambe in cerca di calore, andarsene senza dirgli nulla era tremendamente sbagliato ma adesso lui aveva bisogno di stare con loro non dietro i miei problemi e la mia famiglia contorta.

Se solo gli avessi detto che sarei tornata a casa lui mi avrebbe seguito ed io non avevo voglia di fargli vivere l'ennesimo dramma familiare.

Avrei voluto baciarlo prima di andare, infilare le mie mani tra la sua maglia facendolo rabbrividire per via delle mie mani fredde, sentire il suo profumo e aspettare che mi dicesse che sarebbe andato tutto bene.

Ma non successe perché sarebbe stato da egoisti svegliarlo per poi dirgli di non seguirmi.
Puntai un foglio da disegno lasciato in giro da Willow insieme a dei pastelli colorati, avrei comunque dovuto dargli almeno una spiegazione

"Sono tornata a casa per via di un piccolo contrattempo, non vi ringrazierò mai abbastanza per l'ospitalità.
Torno presto ci vediamo a Londra"

Deglutì prima di uscire di casa cercando di chiudere la porta con estrema lentezza, mi sarei dovuta impegnare di più con quel biglietto ma la pressione di quello che stavo per fare mi annebbiava la testa a tal punto da non sapere più cosa dire.

Mi guardai intorno, il vicinato era deserto
camminai per un paio di metri fino alla metropolitana più vicina.

dopo tre cambi e diverse fermate arrivai davanti l'aeroporto, mi avviai per prendere il biglietto.

"Salve, un biglietto per andare nell'isola di Arran"
"Salve" disse rivolgendomi un sorriso
"Posso farti la tratta fino a Glasgow poi dovresti prendere il treno ed il traghetto per l'isola."
"Va bene" allungai i documenti
"Non prima delle sei.." continuò
Annuì
Aspettai qualche secondo e la signora mi consegnò tutti i biglietti
"Le auguro buon viaggio"
"La ringrazio" dissi  riponendo i documenti nel portafoglio

Camminai lungo il corridoio vuoto e mi sedetti sulla poltroncina in pelle direzionata verso l'enorme vetrata, dopo circa venti minuti la gente cominciò a riempire l'interno.

Dentro l'acqua | Lewis Hamilton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora