9 Dicembre 2022

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1. Achille è felice, felice come poche volte nella vita lo è stato: è l'ultimo anno del liceo; è capitano della squadra di basket; hanno vinto il campionato; solo qualche giorno prima gli hanno comunicato che ha ottenuto la borsa di studio per il college dei suoi sogni ed è riuscito finalmente a conquistare il ragazzo che gli è sempre piaciuto. Ha conosciuto Patroclo praticamente all'asilo e, nonostante i loro caratteri opposti, hanno legato fin da subito. Patroclo è sempre stato un bambino dolce e fin troppo buono e Achille si è sempre trovato a difenderlo dai bulli. All'inizio Achille credeva di farlo per abitudine per poi rendersi conto che la sua vita era più luminosa quando Patroclo era al suo fianco. Così ha cominciato una sorta di corteggiamento a cui Patroclo non ha subito creduto. Ci sono voluti mesi ed estenuanti promesse prima che finalmente capitolasse. Ed ora, la sera del ballo dell'ultimo anno, Achille sente di avere la vita in mano. "Allora io vado."

Teti, sua madre, alza lo sguardo dalle sue carte. "Non andare."

Achille alza gli occhi al cielo. "Quale sventura prevedono le tue carte?" le domanda.

"Dovresti prendere più sul serio il tuo destino."

"Mamma lo sai che non credo in queste cose."

"E fai male. Sei giovane ma dovresti portare rispetto verso i tuoi avi e le tue origini."

"Ti prometto che un giorno imparerò a leggere le carte. Ma ora devo davvero andare, Patroclo mi aspetta."

"Achille..."

Il ragazzo si blocca. "Lo so che non ti piace e che credi che ruberà la mia vita e la mia felicità. Ma io lo amo, mamma. Lo amo davvero."

La donna si alza, va verso di lui e gli porge una carta. "È il re di coppe, simbolo di protezione. Portalo con te stasera e state attenti."

Achille bacia la guancia della madre. "Grazie. Ci vediamo dopo" dice uscendo di casa.

La serata è davvero perfetta: Achille entra nella sala da ballo avvolto dal suo completo bianco, al suo fianco Patroclo in abito blu per la prima volta perfettamente a suo agio. Ballano, cantano e si divertono insieme a tutti i loro amici. Durante il lento si trovano abbracciati al centro della pista, occhi negli occhi. "Sei bellissimo stasera."

Patroclo arrossisce. "Solo stasera?"

"Lo sei sempre, ma stasera ancora di più."

"Sono davvero felice, sai? Mi sembra di vivere un sogno. Tra qualche mese vivremo insieme in quella minuscola casa e non vedo l'ora. Ancora non riesco a credere che sei riuscito a convincere tua madre."

"Credo che ormai si sia rassegnata al fatto che non posso vivere senza di te."

"Ho voglia di stare da solo con te. Possiamo andarcene da qua?"

"Dove vorresti andare?"

"Ho voglia di vedere il mare."

"Ogni tuo desiderio è un ordine" dice Achille prendendolo per mano e uscendo dalla palestra della scuola.

Arrivano nel parcheggio e Achille prende le chiavi della macchina dalla tasca della giacca. "Hai per caso visto una carta da gioco?" domanda a Patroclo.

"Una carta?"

"Sì, una di quelle di mia madre. Sai è fissata con quelle cose..."

"Non ho visto niente. Ma se vuoi possiamo tornare dentro a cercarla" propone.

"No, non ha importanza. Domani le prendo un mazzo nuovo."

Salgono in macchina e Achille mette in moto immettendosi in strada. Guida sicuro mentre le dita di Patroclo si intrecciano a quelle sul cambio dell'altro. Succede tutto in un attimo: Achille distoglie un secondo lo sguardo dalla strada per sorridere al fidanzato mentre un furgone salta uno stop travolgendoli. L'impatto è fortissimo e Achille sente Patroclo urlare prima di vedere tutto nero.

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