13 Dicembre 2022

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1. È lunedì, a Roma comincia a fare un pò troppo freddo per i suoi gusti e Fabio non ha proprio la minima voglia di essere a scuola. Specialmente perché hanno una verifica per cui non ha nemmeno studiato troppo: ultimamente la testa non lo aiuta a concentrarsi troppo presa a cercare di comprendere il comportamento di Brando. Lo stesso Brando che ora sta passando tra i banchi per consegnare il test. Cammina lento, a testa bassa, come se anche lui non avesse la minima voglia di fare quella verifica. Arriva davanti al banco di Fabio e appoggia il foglio su una sua mano: le loro dita di sfiorano e Fabio ha l'impressione che le sue vengano quasi accarezzate da quelle di Brando. Il cuore di Fabio comincia a galoppare, alza la testa verso l'altro che però prosegue come se non fosse successo nulla. Anche se per Fabio qualcosa è successo, qualcosa che, però, ancora non riesce a comprendere. Sospira cominciando a leggere il testo della verifica.

2. Fabio odia educazione fisica con ogni fibra del suo essere: preferirebbe passare quelle ore a leggere o fare altro ma, purtroppo, non può sempre fingere di stare male per saltarle e rimanere a guardare i suoi compagni. Specialmente guardare Brando: Fabio passerebbe tutto il suo tempo ad ammirare i suoi muscoli mentre gioca a pallavolo o corre. Per non parlare di quando nuota. Fabio è fermo sulla porta dello spogliatoio cercando di trovare il coraggio per entrare in palestra e raggiungere i loro compagni. "Fammi passare!" gli urla un ragazzo spingendolo da parte.

Fabio perde l'equilibrio ed è sul punto di cadere ma qualcuno lo afferra per il braccio trascinadolo su. "Attento" gli dice Brando.

Fabio sente formicolare la pelle entrata in contatto con le dita di Brando. "Grazie" sussurra.

Brando fa scivolare la mano lungo la schiena di Fabio in una sorta di carezza apparentemente involontaria per poi uscire e correre verso i compagni che lo stavano aspettando.

3. Fabio davvero non riesce a capire l'utilità di quelle cose: quelle assemblee d'istituto servono solo a perdere lezioni e fare baldoria. E per Fabio sono un'enorme perdita di tempo. Fabio sta seriamente pensando di uscire da scuola e andare a fare un giro per la città. Si affaccia alla porta della sua classe per avere un'idea di cosa sta succedendo e la trova quasi completamente vuota. "I ragazzi sono qui?" gli domanda Brando appoggiandosi alla schiena di Fabio, una mano ferma sul suo fianco.

"No, direi di no."

"Sto pensando di andarmene da qui."

Il cuore di Fabio batte talmente forte da sentirlo in gola. "Anche io."

"Vado a cercare i ragazzi, magari qualcuno viene con me" dice ignorando completamente la risposta di Fabio.

La mano di Brando lascia il fianco di Fabio andandosene. Fabio sente freddo, lo stomaco aggrovigliato e la delusione pesante sulle spalle. Entra in classe, prende lo zaino e sgattaiola fuori dalla scuola sperando di non essere visto.

4. Fabio ancora non ha ben capito come ci sia finito a quella festa. Okay, a quella festa era stata invitata praticamente tutta la scuola ma, generalmente, Fabio avrebbe declinato l'invito preferendo restare a casa. Invece, quella sera, qualcosa lo ha spinto ad andare. E se ne sta già pentendo mentre beve un qualcosa di alcolico ma non ben definito restando in un angolo mentre guadare gli altri ballare e divertirsi. I suoi occhi corrono sull'intera stanza alla ricerca di Brando che, però, non riesce a trovare. Qualcuno sbatte su di lui e Fabio perde un battuto trovandosi addosso Brando. Un Brando leggermente ubriaco. "Ti stai divertendo?" gli urla nell'orecchio rischiando di assordarlo.

"No" risponde sincero.

Brando scuote la testa sorridendo per poi porgergli il suo bicchiere. "Bevi questo e sciogliti un pò."

Fabio afferra il bicchiere mentre le loro dita si sfiorano di nuovo e questa volta è certo di quello che sta succedendo. Esattamente com'è certo degli occhi di Brando puntati nei suoi che lo stanno mandando a fuoco. Si lecca le labbra mentre qualcuno chiama Brando spezzando così quel momento. "Ci vediamo" gli dice lasciandolo lì, solo.

5. È un venerdì sera come tanti ma Fabio non ha davvero la minima voglia di restare a casa, complice anche la discussione avuta con i suoi genitori per il calo di voti.

Vaga un pò per la città per poi, a causa del freddo, decidere di rifugiarsi in un pub. Si siede al bancone ordinando immediatamente un paio di shottini: vuole che la sua testa smetta di pensare il prima possibile. "Brutta giornata?"

Fabio alza gli occhi sul barista sforzandosi di sorridere. "Brutto periodo."

"Posso offrirti io il prossimo?"

Fabio trova quel ragazzo davvero carino e, forse, un'avventura potrebbe davvero aiutarlo a non pensare a Brando. "Certo, grazie."

"Sono Filippo" si presenta mettendogli davanti un bicchiere.

"Fabio."

"Hai l'età per bere, vero?"

Fabio fa un piccolo sorrisetto malizioso. "Puoi chiudere un occhio per me, vero?"

Filippo è sul punto di rispondere quando qualcuno cinge le spalle di Fabio. "Non ha l'età per bere e l'unica cosa che tu terrai chiusa è la cerniera dei tuoi pantaloni."

Fabio guarda Brando confuso. Non sa bene come si sente e se da una parte è lusingato dall'altra è davvero incazzato nero. Lo prende per il polso e lo trascina in un posto un pò appartato. "Cosa vuoi?" gli domanda duro.

"Salvarti da una situazione di merda."

Quella risposta gli fa più male di quanto ammetterà mai. "E perché, di grazia, sarebbe una situazione di merda?"

"Quanti anni avrà? Trenta?"

"E quindi?"

"Davvero ti piacciono i vecchi."

"Mi piaci tu, testa di cazzo. Ma a te non te ne frega niente. Fai queste uscite del cazzo mandandomi segnali per poi stravolgere tutto il significato. E vorrei tanto prenderti a schiaffi e poi fare altro e non so davvero come comportarmi" sbotta.

Ha il fiatone come se avesse corso ma si sente come se si fosse tolto un peso di dosso. Fissa Brando mentre questo, invece, sta guardando il muro oltre la sua spalla. "Non è così semplice, Fabio. Per te lo è, non per me."

"E allora lasciami in pace. Non... non toccarmi, non sfiorarmi, non accarezzarmi. Ignorami come hai sempre fatto."

"E se io tutte quelle cose le volessi?"

"Allora prenditele. Ma deciditi che io sto uscendo matto così."

"Scusa" sussurra Brando andandosene.

Fabio resta solo, confuso, pensieroso.

+1. Fabio non ha chiuso occhio per tutta la notte continuando a pensare alla discussione avuta con Brando solo qualche ora prima. Probabilmente è stato troppo duro con lui ma, finalmente, ha tirato fuori tutto quello che aveva dentro. Era stata la reazione di Brando ad averlo spiazzato: si aspettava che si arrabbiasse, che lo insultasse, forse anche di essere colpito. Invece gli era sembrato indifeso, insicuro, dispiaciuto, quasi spaventato. E Fabio conosceva tutto quel marasma di emozioni perché anche lui aveva rischiato di affogarcici dentro.

Fabio entra nella palestra della scuola addobbata per l'occasione con festoni luccicanti, lucine colorate e un enorme albero di Natale. Non ha mai capito cosa ci trovano gli altri in quei balli stile scuole americane eppure sembrano tutti emozionati e felici. Fabio non aveva molta voglia di essere lì ma deve assolutamente fare una cosa prima di perdere il coraggio. Afferra un bicchiere mentre si guarda intorno individuando Brando. Non gli toglie gli occhi di dosso in attesa del momento giusto: si sente quasi uno stalker ma non vuole perdere la sua occasione. Ed eccola lì, proprio mentre la pista si riempie durante il lento e Brando resta solo a bordo pista. Fabio gli si avvicina da dietro lentamente, gli si affianca e intreccia le loro dita. Sente il corpo di Brando irrigidirsi leggermente ma non si sposta e non interrompe il contatto. "Prenditi tutto il tempo che vuoi, tutto il tempo che ti serve. Ti aspetterò qua" gli sussurra all'orecchio.

Le luci si abbassano e Fabio gli sfiora l'angolo della bocca con un bacio per poi lasciarlo andare ed uscire dalla palestra pronto per tornare a casa. "Fabio."

Fabio si ferma voltandosi verso Brando. "Sì?"

"Mi accompagni a casa?"

Fabio sorride. "Andiamo."

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