Capitolo 4.

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Il primo mese di lezione scivolò via placido e silenzioso, come una coperta che ti si toglie di dosso durante un sonno profondo.
Gli incubi continuavano durante la notte ma l'avere costantemente qualcosa da fare nelle mie giornate mi anestetizzava abbastanza da impedirmi di dare il via libera ai mostri che albergavano la mia mente.

Ogni giorno lo trascorrevo con Iris, che mi dedicava così tante premure da spingermi a domandarmi se sapesse più di quanto dovesse sapere su di me.
Da parte mia era legittimo pensare che la Weems le avesse raccontato qualcosa di abbastanza privato da farle pensare che dovevo essere trattata con tutte le cure del mondo, altrimenti sarei andata in mille pezzi come uno specchio malconcio.

Amministravo il mio tempo tra le lezioni, lo studio e gli allenamenti privati con Severus e Ro.
I miei progressi ormai erano innegabili e ciò riempiva il mio cuore di una felicità ormai dimenticata.
Con il primo ballo studentesco in arrivo, avevo a stento il tempo di mangiare, visto che mi avevano assegnato il compito di aiutare il gruppo di rappresentati degli studenti con l'allestimento dell'aula magna.
Io e Ro aiutavamo a spostare il mobilio più pesante con i nostri poteri.

Tutto sommato, riuscivo a tenermi distratta.

Era un sabato mattina ed io me ne stavo comodamente seduta su una delle sedie disposte alla rinfusa nell'aula magna, in attesa che il mio aiuto fosse richiesto. Ero meno stanca del solito, visto che quella notte i miei incubi mi avevano concesso una tregua.

Osservavo Xavier dall'altra parte della sala dipingere con diligenza gli addobbi che poi avrebbero ornato le pareti, cauta nel non farmi vedere.
Mi ero presa un po' una cotta per quel ragazzo pragmatico che a volte mi fermava per farsi una chiacchiera veloce.

Mi ero accorta di come Xavier fosse conteso tra le ragazze. Non rappresentavo sicuramente nessun tipo di competizione per nessuna di loro, eppure mi ostinavo a guardarlo in ogni suo spostamento.
Iris mi aveva detto, distrattamente, quanto il suo amico fosse strano: nei giorni sì, era una persona calorosa ed aperta. Nei giorni no, non si faceva neanche vedere, chiudendosi in camera a disegnare, senza dare segni di vita.
Non sapeva cosa causasse questi cambi repentini di umore ma mi aveva detto che Xavier aveva una situazione particolare a casa.

"Jenna, un aiuto?" Mi sentii chiamare e quando mi girai vidi una delle amiche di Bianca trasportare un pannello di legno troppo pesante per il suo esile corpo da sirena.
Misi a fuoco i contorni dell'oggetto con gli occhi e quando sentii che si era stabilita una connessione, lo spostai con la mente.
"Dove vuoi che io lo metta?" Le chiesi, bloccando il pannello in aria.
Mi indicò la direzione ed io procedetti, a passo lento, verso il punto indicato, stando attenta a non urtare il legno che si muoveva davanti a me.

Vidi Iris avvicinarsi allarmata e, in un momento di distrazione,  persi il contatto con l'oggetto. La lastra cadde a terra, spaccandosi a metà.
'Accidenti' Mormorai.
La ragazza corse da me per assicurarsi che non fossi ferita e mi ritrovai tutti gli occhi dei presenti addosso.
Frustrata, sbuffai, visto che avevo guadagnato abbastanza sicurezza in me stessa da pensare che azioni simili fossero un gioco da ragazzi.

"Cavolo, sei brava per essere una strega." Ironizzò Bianca, che era entrata in quel momento nell'aula magna dopo aver sentito il grande fragore che aveva fatto il pannello.

"Devi sempre mettere bocca in tutto, tu?" Risposi stizzita. Iris mi lanciò un'occhiata ammonitrice, visto che diceva che io a volte rispondevo in tono troppo acido.

"Ti assicuro che se fossi stata io quella con la telecinesi questo non sarebbe successo." Sentenziò altezzosa la sirena. La manciata di studenti presenti, compreso Xavier, aveva smesso di fare ciò che stavano facendo e si era messa ad ascoltare.

Madness | Xavier Thorpe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora