"31 ottobre 1971, Venerdì.Il mio corpo si sta ribellando alla mia mente.
I miei poteri stanno acquistando un controllo senza precedenti sul mio raziocinio. Non riesco a quantificare per quanto tempo io possa riuscire a procedere così. Passo le mie giornate temendo l'avvenire, pauroso di me stesso e del fardello che il fato mi ha abbandonato in grembo.
Sogno fiumi di sangue, quello di vittime innocenti, travolgermi. Pensare alla morte ormai è diventato un gesto quasi involontario.Arrivato a quest'età e dopo aver passato quasi due decenni a studiare le abilità psichiche, pensavo di essere riuscito ad abbracciare il pericolo che esse rappresentino. Mi ritrovo incastrato tra le ombre dei miei stessi demoni, brancolando nel buio.
Se c'è una cosa di cui sono certo è che il destino ha battuto per noi stregoni un sentiero quasi impossibile da completare. Siamo vittime della sfavorevole concatenazione degli astri e non c'è cosa che possiamo fare per puntare ad un riscatto spirituale.
Ho l'anima pesante ed il cuore quasi al limite."Continuavo a rileggere in modo quasi febbrile quei tre paragrafi, speranzosa nel riuscire a tirarne fuori un effettivo significato.
La narrazione del diario di Thomas Hesse, le cui pagine andavano dal 1970 al 1972, aveva assunto un tono piuttosto macabro e funereo.Mi trovavo nella biblioteca segreta che Xavier mi aveva mostrato all'inizio dei corsi.
Ero seduta a terra, con la schiena appoggiata agli scaffali più bassi dell'enorme libreria che c'era ed ero intenta leggere.
Il diario, più che conoscenza sui poteri che io e l'autore condividevamo, offriva solo una visione completa della psiche disturbata e contorta di un uomo strambo, a tratti antisociale, ma chiaramente instabile.Richiusi il libro e lo riposi con cura in borsa.
Le mie giornate erano incapsulate in una ripetitività monotona, priva di vita.
Ogni ora sembrava andarsene con la lentezza con cui una goccia scivola lungo il vetro di una finestra durante una giornata uggiosa.Mi avvicinai al caminetto e mi concentrai.
Il suo interno era del tutto spoglio, tranne per la polvere che formava uno spesso rivestimento sui pannelli.
Iris era riuscita a trovare un testo di abilità psichiche che spiegava come appiccare un fuoco senza avere un vero e proprio oggetto che lo emanasse per poi spegnerlo. Volevo tentare.Sgombrai la testa da tutti i miei pensieri e cercai di visualizzare l'intento che volevo portare a termine.
La fiamme sbucarono dal nulla, danzando con vivacità leggiadra nell'angusto spazio del focolare.Rimasi per dei momenti imbambolata a guardare l'operato della mia mente.
Non capivo i miei poteri, né tantomeno riuscivo a comprenderne l'utilizzo.La Nevermore Academy era riuscita ad abbattere in un battito di ciglia tutto ciò che fino a quel momento avevo circoscritto nella mia personale concezione di reale e possibile; eppure c'erano dei momenti in cui mi chiedevo cosa significasse, nell'effettivo, essere diversa da tutte le persone che avevo incontrato fino a quel momento.
I miei poteri non mi facilitavano la vita, anzi.
La rendevano solo più ingestibile ed ignota.Presi un respiro profondo, recuperai la concentrazione e spensi il fuoco.
Il mio telefono segnava le cinque e mezza di pomeriggio, il che significava che dovevo muovermi se volevo trovare Xavier nel suo studio.
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Madness | Xavier Thorpe
FantasyJenna ha paura di sé stessa. Ha paura della forza sinistra che sente muoversi languida dentro di lei. Ha paura della voce maligna che non la lascia dormire la notte, la stessa che continua a ripeterle che lei è un pericolo per chi la circonda. Or...