Stetti attenta a non appoggiare la schiena alla putrida stoffa che rivestiva la poltrona.
Ci sarebbero voluti giorni interi per setacciare quella piccola biblioteca e ciononostante non era neanche detto che avrei trovato il diario di Thomas Hesse. Appoggiai la testa sul palmo della mano, pensierosa."C'è qualcosa di te che non mi convince." Sentenziò. Lo guardai storto. Ed ora cosa voleva?
"Cosa intendi?" Gli domandai.
"Non lo so, non penso tu sia stata sincera con noi, nemmeno con Iris. Forse il giornalino ha ragione. Non ci credo che tu ti sia magicamente trasferita.
Hai fatto una faccia così spaventata quando ti ho chiesto se fosse vero. Iris dice che non ti sente mai parlare con i tuoi genitori. Dove sono?"Quella domanda fu un calcio diretto alla bocca dello stomaco, di quelli che ti mozzano il fiato dal dolore.
Chissà da quanto tempo stesse aspettando di chiedermi questa cosa.Sapevo che quel momento sarebbe arrivato. Sapevo che prima o poi qualcuno avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava nella storiella felice che avevo prefabbricato per poi servirla a tutti in una grande fiocco rosso. Non mi aspettavo però che quel momento sarebbe arrivato così precocemente.
La gola mi era diventata improvvisamente secca.
"Vorrei capire perché ti interessa, Xavier" e marcai il suo nome in tono freddo."Mi interessa e basta. Perché non ho trovato traccia dei tuoi genitori in segreteria? Risulta che tu sia affidata alla Preside Weems." Ribatté prontamente il ragazzo. Come aveva fatto a scoprirlo? E soprattutto, perché diavolo era andato a controllare le mie informazioni riservate in segreteria?
"Non ho mentito." Risposi, esasperata dalla situazione. Me ne volevo andare via di lì il prima possibile. Mi stava costringendo ad intraprendere una conversazione che io non volevo avere, specialmente con lui.
"Sì, hai mentito. Lo ti si legge in faccia." Insistette.
Temetti che se avesse continuato, i miei poteri si sarebbero manifestati."Di' la verità, gestisci tu il giornalino. Sei tu la fonte di cui parlavano." Lo accusai scioccamente, senza riflettere sul fatto che con queste sole parole stessi ammettendo di aver mentito.
"Cosa? No. Sono un branco di stupidi.
La tua reazione quel giorno al prato mi ha incuriosito, quindi ho fatto un paio di ricerche." Mi spiegò, lanciandomi uno sguardo apprensivo."Smettila. Non te ne deve importare nulla." Mi alzai di scatto, stringendomi la borsa al busto, come per proteggermi.
"Vedi? Sei già sulla difensiva. Hai mentito."
Non ce la facevo già più a starlo ad ascoltare.
Scossi la testa, cercando di sembrare credibile."Non lo dirò a nessuno, te lo prometto. Voglio solo capire. Jenna, si vede che c'è qualcosa che non va in te, è come se tu non fossi mai del tutto presente tra noi. Come se ci fosse qualcosa che ti tormentasse" Si era alzato anche lui e mi stava stringendo le spalle con le mani.
Non riuscivo a vedere il suo imminente interesse in buona fede. Le cose erano due: o aveva il dannato vizio di ficcare il naso dove non gli competeva, il che avrebbe detto molto su che tipo di persona era, o faceva parte di quella clique strana di sconosciuti che gestivano il giornalino.
Passò un momento interminabile in cui la mia mente processò tutti i possibili scenari che avrei potuto vivere.
Vista la sua recente confessione, ovvero il fatto che aveva controllato il mio background, pensai che se me ne fossi andata, mi avrebbe inseguita e mi avrebbe fatto vuotare il sacco di forza.
Sembrava un tipo abbastanza tenace.Avrei potuto servirgli su un piatto d'argento una menzogna dopo l'altra nel disperato tentativo di creare una storia abbastanza triste da fargli credere che sì, c'era qualcosa che nascondevo, ma non era così catastrofica come intuiva.
Il problema però poi sarebbe diventato tenere insieme i pezzi di quell'artificio nel tempo e non sarei mai stata in grado di farlo.
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Madness | Xavier Thorpe
FantasyJenna ha paura di sé stessa. Ha paura della forza sinistra che sente muoversi languida dentro di lei. Ha paura della voce maligna che non la lascia dormire la notte, la stessa che continua a ripeterle che lei è un pericolo per chi la circonda. Or...