Capitolo 12

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Aprii gli occhi. Il soffitto, bianco ed asettico, non apparteneva a camera mia.
Un gran vociare ovattato animava l'esterno della stanza.

Ero in infermeria.

Mi sentivo uno straccio. Tutti i miei muscoli sembravano essere stati  intrecciati da un marinaio fin troppo abile con i nodi.

Chiusi gli occhi, cercando di riordinare con un filo logico quanto era successo. Avuto aiutato Iris a rivivere uno dei momenti della sparizione di Cara. Il rapitore era apparso ed in qualche modo a me sconosciuto aveva interagito con la mia mente.

Ero convinta di essere sola, fino a che non notai una donna minuta starsene seduta in  un angolo della sala. Si avvicinò veloce a me e mi puntò una piccola luce sulle pupille, stordendomi.

"Stai bene?" Mi chiese.

Scossi la testa; avevo avuto giorni migliori.
La donna si allontanò ed uscì dalla stanza.
Tornò un paio di secondi dopo, accompagnata da Severus.

"Ben svegliata." Lo guardai interrogativa, con mille quesiti da porgli. La sua espressione già preannunciava la lunga ramanzina che avrei dovuto sopportare.

"Dov'è Iris?" la domanda fu automatica.
"Non ti preoccupare, è in camera a riposare. È molto scossa." Il suo sguardo era affilato come un punteruolo e sembrava trafiggere in modo ritmico lo scomodo silenzio che ci separava.

"Severus, se vuoi sgridarmi, fai pure." Mormorai. Continuavo ad osservare l'infermeria in maniera distratta, nel fallimentare tentativo di distogliere l'attenzione dal dolore lancinante che pulsava su tutta la lunghezza della colonna vertebrale.

"Tu e la tua compagna di stanza vi siete ficcate in un incantesimo di gran lunga fuori la vostra portata. Sarebbe potuta finire molto peggio. Non puoi neanche immaginare quando tu abbia rischiato grosso, Jenna. Che vi è passato per la testa?"
Lì per lì, faticai a distinguere le parole che mi stava dicendo. Erano suono incomprensibili, vuoti di significato. Non mi era successo nulla, alla fine. Era dolorante, questo sì, ma tutto sommato stavo bene.

"Non mi risulta che voi vi troviate nella squadra di ricerca, il che significa che dovete tenere il naso fuori da questa storia. Sono serio."
Il suo tono di voce era più fastidioso di un violino non accordato.

"Be', a me pare che le ricerche stiano procedendo a rilento. Ho fatto un favore ad Iris, tutto qui. È molto legata a Cara. Non ci vedo nulla di male." Cercai di giustificarmi fiaccamente. Quella manciata di frasi mi erano costate parecchia energia.

"Pensate che voi, due studentesse del terzo anno, possiate fare cose che i membri della squadra non sappiano fare?
Ti ricordo che fino a qualche mese fa non sapevi neanche di essere una strega." Mi rimproverò duramente.
In fin dei conti, aveva ragione.
Meritavo di essere sgridata.

"Severus.." Provai a ribattere. Mi interruppe, puntandomi l'indice contro.
"Non voglio proprio sentire nulla da parte tua. Hai sbagliato, non deve ripetersi." Concluse e riaggiustò la postura.

"Ma Cara?" Domandai. "Sono settimane che è scomparsa." Insistetti.

"Non posso dirti nulla." Mi rispose. Sbuffai, scoraggiata. La ragazza sembrava una stella sempre più lontana sul nostro orizzonte.

"Che giorno è?"

"Giovedì. È da ieri sera che dormi."
L'infermiera uscì, dopo aver sentito bussare alla porta, lasciandoci soli.

Madness | Xavier Thorpe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora