Ci mettemmo all'incirca due ore prima di riuscire a liberarci di quei cadaveri, un po' per la nostra inesperienza e un po' perché non ci fidavamo ancora l'uno dell'altro. Ci avevamo impiegato una bella mezz'ora per scegliere il luogo in cui portarli e un'altra ora per trovare qualcuno che potesse prendere il mio posto nella morte. Non provavo rimorso per ciò che stavo facendo, sapevo che ero stato messo di fronte ad una scelta: o me o lui. Il ragazzo che avevo trovato aveva più o meno la mia età, sembrava un orfano perché il suo viso era malconcio e il suo corpo anche fin troppo snello. Lo avevamo beccato a rubare del pane e avevamo colto la palla al balzo, scegliendolo per essere il nostro sacrificio. Avevamo entrambi i capelli color smeraldo, cosa abbastanza rara e che mi fece quasi sorridere, e gli occhi del medesimo colore. A quanto pareva il destino, per una volta nella mia vita, aveva giocato in mio favore facendomi trovare qualcuno di tanto simile a me. I connotati erano diversi, o meglio, avevano delle peculiarità diverse dalle mie e per quella ragione avevo chiesto a Dabi di aiutarmi a bruciare delle parti del suo viso o a Toga di vivisezionarlo in alcuni punti giusto per occultare le nostre differenze e continuare a sostenere la tesi secondo cui il ragazzo che avevamo appena ucciso altro non era che un mio sosia. Al termine del nostro lavoro di fino eravamo abbastanza soddisfatti da prendere i tre corpi e caricarli su quello che sembrava un camioncino della posta, partendo velocemente nella direzione della nostra meta.
La scelta doveva ricadere su una zona diversa, quello doveva essere ovvio, ma io e gli altri due avevamo opinioni discordanti. Per loro bisognava scaricare i corpi dalla parte opposta della città, in modo tale da concentrare l'attenzione in quella zona, mentre per me era importante che i cadaveri venissero rinvenuti in un'area diversa da quella in cui stavamo ma non troppo lontana. Sapevo che poteva essere rischioso avere i media alle porte di casa ma al tempo stesso ero abbastanza convinto che i poliziotti non avrebbero indagato a lungo. Se avessero ritrovato i corpi nel luogo scelto da Toga e Dabi avrebbero sicuramente cominciato a insospettirsi, in quanto era al quanto improbabile che i due eroi incaricati di occuparsi del distretto sud si fossero spostati fino a quello nord per inseguire un ragazzino. Era molto più probabile che nella fuga il ragazzino avesse deciso di nascondersi in una zona differente ma non abbastanza in fretta dall'essere notato dai due hero. Anche sotto quell'aspetto avevamo deciso di adottare la scelta di far ricadere i sospetti su un 'omicidio, suicidio'. L'arma del delitto una spranga di ferro, la causa delle abrasioni un coltello e un accendino che il ragazzino poteva aver usato per tentare di darsi fuoco. Era tutto pronto, avevamo già pensato alla maggior parte delle cose, la mia unica paura era che la messa in scena non andasse a buon fine. Tutto dipendeva dalla capacità investigativa del detective assegnato e dalla buona volontà di aprire un indagine su quello che sembrava a tutti gli effetti un caso chiuso.«Tu sei sicuro che funzionerà?» chiese Dabi durante il viaggio di ritorno, quando nuovamente il dolore alla caviglia tornò a farsi ben presente all'interno della mia mente. Nonostante sapessi di avere una soglia del dolore molto alta, ero anche abbastanza convinto di averla slogata per bene e che avevo quindi bisogno di un po' di ghiaccio e di riposo. Era stato difficile per me reprimere il dolore fino a quel momento e ora che stavo per assaggiare il sapore di casa sentivo le mie difese abbassarsi completamente. Per una sera mi sarei concesso il lusso di dormire nuovamente all'interno di un letto, sotto le coperte e senza la paura di essere scoperto dagli heroes e portato in un orfanotrofio. Ormai tutti mi avrebbero considerato morto, non c'era più motivo per me di preoccuparmi di finire in un istituto o di essere portato alla polizia da un momento all'altro.
«Non posso esserne completamente certo ma considerando che abbiamo a che fare con la polizia giapponese posso affermare che abbiamo un'alta probabilità di uscirne senza alcun sospetto. Abbiamo sistemato la scena perfettamente - mi appoggiai con la testa al finestrino, provando un profondo senso di noia e di stanchezza - solo uno bravo può essere in grado di capire che è tutta una farsa. È più probabile che il caso verrà chiuso nel giro di una sera, decretandolo come una sorta di 'omicidio, suicidio' e che la stampa continuerà a rivangare la storia per un bel po' di tempo. Giusto per lucrare su un caso di cronaca nera e sbancare il lunario» conclusi così il mio pensiero, chiudendo poi gli occhi per qualche istante con l'intenzione di riflettere sul da farsi. I giornalisti mi avrebbero dipinto come un mostro, ne ero consapevole, ma in realtà non mi importava. Certo avevo ucciso due eroi ma alla fine era stata solo una conseguenza delle loro stesse azioni, non mi sentivo realmente in colpa. Potevo considerarlo come una sorta di punizione da parte del destino: loro avevano scelto di inseguirmi, loro avevano scelto di addentrarsi in una zona simile. Era quindi abbastanza ovvio per me che nella ricerca di un colpevole quei due eroi sarebbero stati la scelta più corretta.
«Izu, ora fai parte della nostra squadra no? - si intromise la biondina, destando nuovamente la mia attenzione e costringendomi così a riaprire i miei occhi per guardare il suo viso. Perchè non esisteva il teletrasporto? Ero stanco, non avevo più voglia di avere a che fare con il resto del mondo - Perché non ci alleniamo insieme di tanto in tanto? Nessuno di loro vuole allenarsi con me e io ho tanto bisogno di esercitarmi con qualcuno» piagnucolò, facendo sbuffare Dabi che alzando gli occhi al cielo svoltò nel vicolo dove si trovava la mia nuova casa. Nonostante sapessi di essere un debole, provai nuovamente una stretta al cuore nel considerarla la mia casa. Quel luogo a me sconosciuto rappresentava un luogo che ormai era morto da tempo e che ora viveva solamente all'interno del mio cuore: mia madre. Potevo quindi davvero concedermi il lusso di vivere al sicuro?
«L'unico motivo per cui non ci alleniamo con te Toga, è che tu sei letteralmente pazza. Non vogliamo mica perdere la testa mentre combattiamo, sai? Shigaraki non riesce a controllarsi abbastanza da non ucciderti, Kurogiri è troppo impegnato a mandare avanti il locale, Twice ha una paura assurda del tuo istinto omicida e io non ho alcuna intenzione di perdere del tempo per saziare la tua sete di sangue. - si prese qualche istante, giusto il tempo per parcheggiare il camioncino e voltarsi verso la ragazza seduta nei sedili posteriori - Dovresti lasciar stare il novellino. Se non te ne sei accorta zoppica da metà giornata e sfido qualsiasi cosa che la ragione è il salto che si è fatto per proteggere noi due» quella rivelazione mi stupì, mi aveva davvero fatto camminare, trasportare un cadavere, escogitare un piano, parlare con Tomura solo per scoprire che lui sapeva perfettamente che mi faceva male una caviglia. Uno stronzo, quello fu il mio primo pensiero venendo poi sostituito da una considerazione ben più profonda. Le persone con cui avevo a che fare, le persone che mi ero scelto, erano ben diverse da quelle che avevo conosciuto fino a quel momento. Per la maggior parte pensavano solo a loro stesse, rispettando gli alti capi della loro lega dei villain, ma solo il rispetto li univa. Per alcuni era la gratitudine a muoverli, ero abbastanza certo che i LOV avessero salvato non poche vite nella loro scalata verso il successo e che grazie al senso di riconoscimento che provavano avessero reclutato molta gente. Gli unici che erano realmente legati da un legame ben più solido, simile a una famiglia, era quello fra gli alti ranghi. Quello che avvicinava Toga, Twice, Shigaraki, Kurogiri, Dabi e pochi altri era sicuramente il rispetto ma anche un senso di protezione molto simile a quello che io provavo verso mia madre. Era quello a cui ambivo, quello di cui avevo bisogno, sentivo la necessità di entrare a far parte di quel gruppetto e per quella ragione non potevo lasciarmi sfuggire un'occasione del genere.
«Per me va bene» dissi semplicemente, richiudendomi poi nel mio mutismo, sentendo dapprima degli schiamazzi provenire dalla ragazza e venendo fin da subito osservato dal ragazzo alla guida. Probabilmente nemmeno lui era completamente certo di volermi lasciare nelle mani di quella ragazza e in parte non lo ero nemmeno io. Avevo appena fatto un salto nel vuoto, dovevo solo trovare la determinazione giusta per sopravvivere a Toga, al suo quirk e alle sue lame, mentre cercavo anche di entrare nelle grazie del resto del gruppo. Ero abbastanza convinto del fatto che potessi veramente schiattare quella volta, considerando soprattutto lo sguardo non del tutto sano della ragazza. A quanto pareva il suo istinto omicida era qualcosa al di sopra della sua stessa comprensione, non riusciva a placarlo in alcun modo e per quella ragione si comportava come una squilibrata. Molto probabilmente non sapeva da dove derivasse il suo amore per la morte ma in qualche modo ne era profondamente attratta. Con quella considerazione scesi dal camioncino, dirigendomi poi a testa alta verso l'entrata del bar; lì dove mi attendeva l'inizio di una nuova vita.~ Val 🍃
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Painkiller
FanfictionPer il ciclo One-X Izuku è un ragazzino di appena 14 anni quando scopre che la vita non è altro che una semplice menzogna. Una delusione. Sua madre è morta e lui è rimasto completamente solo ad affrontare il mondo: un luogo orribile dove la corruzi...