Il silenzio calò all'interno della stanza, concludendo quindi quell'idillio che mi aveva portato a vivere a rallentatore per qualche istante. Avevo sparato il mio primo colpo di pistola, un fendente che aveva lacerato l'aria e fatto risuonare il suo grido per tutto il locale. Il proiettile aveva sfiorato uno degli heroes, lacerandogli la carne del braccio e facendogli fuoriuscire dei fiotti di sangue, andando poi a conficcarsi nel petto di un altro di loro. Non riuscii a credere a quello che stavo vedendo, le urla di dolore del primo eroe e i singhiozzi del secondo arrivavano alle mie orecchie come ovattati. L'unica cosa che ero in grado di udire in mezzo a quel caos era il mio cuore che batteva all'impazzata, non potevo davvero credere di essere riuscito nel mio intento nonostante non avessi colpito il mio obiettivo; colui che ora si trovava a terra in una pozza di sangue altro non era che uno dei compagni del ragazzo con il quirk elastico. Sentii dei brividi percorrere la mia schiena, non riuscendo però comunque a provare del rimorso per ciò che avevo fatto. Non riuscivo a comprenderne il motivo ma l'unica emozione che ero in grado di provare in quel momento era semplice e pura euforia, non perché era riuscito a sferrare il mio primo colpo di pistola ma perché sapevo di aver appena fatto fuori una persona sporca fino al midollo. Quell'incidente poteva essere catalogato come una semplice conseguenza delle azioni altrui, io mi ero solo fatto carico di portare a termine tale conseguenza nel peggiore dei modi. Avevo sfamato la mia famelica amica ed ero riuscito a sedare una rissa con un semplice colpo di pistola. Ero ovviamente consapevole che quello rappresentava solo l'inizio della battaglia ma almeno avevo eliminato uno di loro e quella sensazione che provavo mi spingeva a volerne di più. Volevo liberare quel locale da tutti quei fetidi eroi, quei soggetti corrotti che avevano provato a rovinare la vita altrui. Il mio obiettivo all'interno della mia mente ormai era chiaro, non solo avrei vissuto la mia vita come un villain e cercato di trovare il vero me stesso, ma avrei anche portato avanti una mia missione personale: liberare il mondo dalla corruzione. Era ironico il fatto che da un ragazzo innamorato degli eroi, un ragazzo che guardava a loro come degli idoli, ero passato a vederli per quelli che erano realmente. Gli heroes non potevano essere considerati tali solo perché vestivano in un costume o facevano delle apparizioni in TV per ottenere dei consensi; no, dovevano essere visti per quelli che erano: dei mostri. Per quella ragione volevo che il mondo scoprisse la realtà dei fatti, tutti dovevano sapere la verità, non potevo permettere che degli altri bambini guardassero a dei simili soggetti come degli idoli. Non più.
Mi ripresi dal mio iniziale stato di shock, tornando alla realtà, osservando uno degli heroes venire nella mia direzione con un cipiglio in volto. L'uomo che avevo colpito nel petto era ormai steso a terra in una pozza di sangue, il suo petto non si muoveva più e il suo volto era completamente impallidito. L'altro, invece, gridava ancora dal dolore mentre un paio dei suoi compagni lo aiutavano a tamponare la ferita e lo esortavano a tenere duro. Sentii un profondo calore alla base del petto, provando nuovamente quel sentimento adrenalinico di cui tanto avevo bisogno per sopravvivere, ritrovandomi ad accennare un lieve sorriso.
«Che cazzo hai fatto ragazzino?! - un paio di loro vennero nella mia direzione con delle intenzioni del tutto distanti dal semplice pestaggio, nei loro occhi leggevo solo una cosa: risentimento. Volevano farmi fuori, volevano vendicare i loro amici - Bastardo...» ero consapevole che nella mia attuale situazione non sarei stato in grado di batterli tutti, pertanto il mio obiettivo poteva essere solo quello di farne fuori la maggior parte e lasciare a Toga e Dabi il resto. Alcuni dei nostri compagni, vedendoci arrivare, avevano deciso di ritirarsi per aiutare la ragazza o per togliere di mezzo il cadavere del loro amico. Nella sala erano rimasti in pochi, solo coloro che avevano intenzione di osservare il modo brutale in cui quegli eroi sarebbero stati uccisi o sventrati; sul loro volto vi era invece della rabbia. La stessa ira che ormai provavo anche io, per colpa di quegli idioti avevamo appena perso una risorsa importante per la nostra causa e segnato una ragazza permanentemente.
«Ho fatto quello che era giusto fare. In questa stanza vedo dei finti eroi, uomini che si credono onnipotenti e che sembrano essere certi di poter fare tutto ciò che vogliono solo per un paio di uscite in televisione - nuovamente andai a stringere la mano intorno alla pistola, volevo farla finita il più presto possibile, dei simili personaggi mi davano il voltastomaco - Quindi voglio dirvi solo una cosa prima di ammazzarvi: andate a bruciare all'inferno» e con quelle ultime parole alzai nuovamente la pistola, sparando nella loro direzione. Il colpo risuonò all'interno della stanza ma questa volta era stato più preciso, aveva colpito chi volevo uccidere sebbene in un punto completamente diverso da quello a cui avevo mirato. Volevo donargli una morte veloce ed indolore ma il destino aveva deciso di non concedere un tale dono ad un mostro simile: il proiettile lo aveva colpito in pieno collo. Il mio sguardo si concentrò su di lui, vedendolo rigurgitare sangue e soffocare lentamente. Non riusciva ad inalare aria, i suoi polmoni erano in fiamme, il suo corpo probabilmente bruciava terribilmente e sentiva la testa cominciare a girargli. Nel suo sguardo leggevo dolore ma anche qualcosa di ben più profondo: paura. La paura incondizionata della morte, dell'inferno e di tutto ciò che di incognito aveva l'oblio eterno. Avrei voluto aiutarlo a passare dall'altra parte ma non ero del tutto convinto di voler fare un simile regalo a un personaggio simile, non quando quello si era macchiato del sangue altrui con tanta facilità.
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Painkiller
FanfictionPer il ciclo One-X Izuku è un ragazzino di appena 14 anni quando scopre che la vita non è altro che una semplice menzogna. Una delusione. Sua madre è morta e lui è rimasto completamente solo ad affrontare il mondo: un luogo orribile dove la corruzi...