•Capitolo 5•

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Buonaseraa fiorellino se ti va ascolta:
•Questions -Lost frequencies, James Arthur 
•Sunrise -Brian Crain
🦋

 
Buona lettura:)

✨✨✨

21 Febbraio
8:40

Si dice che il Buongiorno si veda dal mattino, oggi è Lunedì e piove.
Ad aggravare la situazione, sono uscita senza ombrello e ciliegina sulla torta, sono ancora lontana da casa di Ambrose.

La situazione è questa, c'è una pazza che gira per le strade con il giubbotto sopra la testa, si copre tramite le sporgenze dei tetti per proteggersi dalla pioggia, inutilmente aggiungerei.

Ma chi sarà mai? IO!

Scema, che più scema non c'è, come mi è saltato in mente di uscire senza ombrello, quando anche il meteo imposta in automatico su questa città "giornata nuvolosa con probabili precipitazioni."
anche quando fuori c'è il sole, raro ma possibile.

Continuavo a muovermi da una sporgenza all'altra, mentre mentalmente stavo elencando tutti i motivi per darmi della stupida.

Da lontano iniziavo a intravedere lo squarcio nel muro che mi dava l'accesso al giardino.

...

Entrando pensai che fino a qualche settimana fa, alla casa erano stati riservati sporadicamente degli sguardi fugaci, mentre già da qualche giorno tutti le ronzavano intorno cercando di carpire qualche informazione o di conoscere il giovane proprietario.

Mentre io stavo entrando con una nonchalance, sotto invito del proprietario, ero una privilegiata agli occhi altrui.

Ambrose, sconosciuto per eccellenza, aveva portato con sé la pozione che alimenta tutte le chiacchiere da salotto, e questa città era piena di salotti.

"Invito", grande parolone, Ambrose in modo teatrale mi lasciò un altro biglietto, scritto subito dopo essere fuggito dal capanno, lo lasciò davanti l'entrata di casa.

Non sapevo se la cosa strana era che Ambrose andasse in giro con bigliettini e penne o il fatto che mi lasciasse per la seconda volta un biglietto.

*Oppure che stavamo per baciarci.* ma lasciamo stare per ora.

Ero quasi arrivata a una delle porte sul retro, sperando che fosse aperta, fu così.

La pioggia stava iniziando a scemare, ma ormai ero completamente fradicia.

Entrai e la porta cigolò, produsse quel rumore tipico delle porte nei film horror, che fa accapponare la pelle, la stanza in cui entrai era semibuia, l'unica fonte di luce proveniva dalle finestre ampie, ma grazie al cielo plumbeo, la stanza aveva un che di spettrale.

Se ero finita in un film horror e non lo sapevo, probabilmente sarei stata l'amica della protagonista che muore nel giro di due virgola tre secondi dall'inizio del film.

La stanza in cui mi trovavo era completamente vuota, fredda e piena di polvere.
Probabilmente poteva essere una sala da pranzo, molte volte avevo immaginato i suoi interni e ora che ero all'interno mi sembrava di conoscere ogni suo angolo.

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