•Capitolo 9•

5 1 0
                                    

Ciaooo fiorellino di campo, se ti va ascolta:
• Lost my mind -FINNEAS
• Cinnamon Girl -Lana Del Rey
🦋

Buona lettura:)

✨✨✨

1 Marzo
9:30

Questa mattina mi ero svegliata con la voglia di passare un pò del mio tempo nel giardino di Ambrose.
Dopo la serata di ieri sera e l'aver appreso che Ambrose non solo aveva parlato di me a un bambino, senza un apparente motivo, aveva anche acquistato il mio quadro senza saperlo.
Mi domandavo se avrei dovuto rivelargli che l'autore fossi io.

Avevo bisogno del tempo per me, ma il giardino era off limits, quindi l'unico posto dove avrei trovato un pò di pace era proprio la bottega d'arte.
Sarah da sempre mi aveva lasciato la libertà di entrare nel suo studio e dipingere liberamente, quel posto era una seconda casa.

Pochi passi ed ero arrivata, sovrappensiero entrai spedita e spostai la tenda come un meccanismo automatico.
Mille volte ero entrata lì, ma ogni volta mi sorprendevo di quanto intenso poteva essere l'odore di acrilico e pastelli a cera che emanava quel posto.

Ero completamente avvolta dalla luce che emanavano le uniche finestre nella stanza, ma io ero amante della penombra, quindi chiusi le tende, più piccole rispetto alla finestra.

Alcuni fasci di luce sfuggivano alla tenda battendo sul pavimento e un leggero pulviscolo fluttuava nell'aria, mi dava un senso di tranquillità.

Fluttuavano serenamente nell'aria e per un'attimo immaginai di essere una piccola particella, libera e calma.
Rilasciai un leggero sospiro e tolsi la giacca, la posai in un angolo della stanza insieme alla borsa.

Legai i capelli in uno chignon disordinato e iniziai a spostare le sedie e i banchetti lasciati in giro.
Posizionai un cavalletto al centro e mi misi a cercare una tela, la posizionai e mi sedetti sullo sgabello.

Avevo sempre usato l'arte come valvola di sfogo, ma ora davanti a quella tela non riuscivo a trovare un soggetto da dipingere.

Iniziai ad armeggiare con tutto ciò che mi serviva nella speranza di un colpo di ispirazione, feci un po' di rumore, perché attirai senza volere l'attenzione di Henry.

<<Sei tornata.>> disse con un tono dolce sbucando da dietro la tenda.
<<Sì, te l'avevo detto che sarei tornata.>> dissi girandomi verso di lui con voce tranquilla.
<<Qualunque sia il motivo, sono felice che tu sia qui.>> disse rassicurante.
Stava quasi per andare via, ma poi: <<Ah Celestia, Buongiorno a te, oggi e Lunedì.>> disse con voce scherzosa come se volesse ricordarmi qualcosa.

<<Buongiorno a te Henry.>> dissi, ma non capii cosa volesse dirmi con "oggi è lunedì".

Mi rimisi a lavoro e persi la cognizione del tempo.
Forse erano passati dieci minuti o mezz'ora da quando Henry era andato via lasciandomi sola.

Fissavo la tela, cercando di rilassarmi, non una pennellata aveva macchiato il suo puro chiarore e non un singolo pensiero mi lasciò in pace.

L'atmosfera era quella giusta, avevo voglia di dipingere, avevo mille cose da imprimere su di essa, ma non osavo muovere su di essa una singola pennellata.

La Rosa dei Cieli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora