•Capitolo 4•

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Saallvee, se ti va mentre leggi ascolta:
•Delicate -Taylor Swift
•Video Games -Lana Del Ray
🦋

Buona lettura:)

✨✨✨

19 Febbraio
18:20

*In ritardo*
Ecco cosa pensavo mentre mi dirigevo con passo svelto verso il patibolo.
*okay non proprio il patibolo, ma qualcosa di simile.*

Stavo per raggiumngere lo straniero, il lupo nero, il regalatore di rose seriale, il rovesciatore di chine, A amico di A di pll.
*Stavo ancora cercando un nome da dargli.*

Dopo l'incidente della china, il lupo nero andò via, riuscii solo a urlargli "Domani, 18:30, al Blu rose"

Ripensai a ciò che era successo e non potevo non ridere, la sua faccia era da incorniciare e da far vedere ai nipoti quando arrivavano quelle sere da "rivangazione dei ricordi".

Tornai sui miei passi e archiviai, anzi eliminai l'idea di una famiglia con lui.
Giorno e Notte avevano più punti in comune che noi due e non c'eravamo neanche presentati ufficialmente.

18:40
<<Oddio sono in grosso ritardo, dovevo essere lì dieci minuti fa.>>
sussurrai guardando l'orologio.

*Odio fare ritardo, ma forse lui non mi ha neanche sentita e un po' ci speravo.*

tilnn tlinn

Aprii la porta e un leggero brusio mi accolse, il solito profumo zuccheroso mi abbracciò, mi invase le narici e quel tepore avvolgente sciolse i miei muscoli tesi per il freddo.

Tolsi il cappotto color cammello e il cappellino in lana bianco e mi diressi dietro il bancone, stampai un bacio sulla guancia di mia madre e dissi:
<<Ehi mamma, serata tranquilla vedo.>> mi appoggiai al ripiano ridacchiando, la sala era piena e aleggiava un leggero chiacchierio.

<<Non ridere tanto piccola peste, molto presto mi servirà una mano qui e la sottoscritta dovrà aiutarmi, se non vuole che inizi a punzecchiarla per quel ragazzo che ha chiesto di te poco fa.>>

La affiancai e dissi: <<Quindi è qui.>> spostai lo sguardo tra i tavoli e i divanetti, ma non lo intravidi.
<<Ti sta aspettando proprio nel tuo posto preferito, il ragazzo acquista punti facilmente, in più è molto bello.>>
<<MAMMA!>> le schiaffeggiai la spalla e aggiunsi:
<<Va bene, vado, so già la strada.>>

Tornai seria, ma pensai subito al fatto che si trovasse nel mio posto preferito e un leggero sorriso mi incurvò le labbra.

Salii la scala a chiocciola.

Il piano superiore aveva il pavimento in vetro, ti dava la sensazione di volare.
Ma l'ingegnosità di quel pavimento stava tutto nel fatto che, chi stava sopra poteva vedere sotto, ma chi stava sotto non vedeva il sopra.

Il mio posto preferito non era altro che un paio di poltroncine e un piccolo tavolino, interamente circondato da piante alte che rendevano la zona appartata e nascosta agli occhi di tutti.

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