•Capitolo 11 pt1•

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Buon salve fiorellino, se ti va ascolta:
• I Miss the Days -NF
• Paralyzed -NF
🦋

Buona lettura:)

✨✨✨

5 Marzo
15:30

~ Saremo lieti di condividere con voi il giorno più importante della nostra vita. ~

Leggevo e rileggevo quella frase, in un loop infinito, un girone del purgatorio per la mia mente e il mio cuore.

Mio padre, 1 matrimonio fallito, 2 fidanzamenti finiti male, 3 figliastri e 4 lettere spedite per essere presente al suo matrimonio.

14.373 km tra noi eppure le quattro lettere non si sono mai perse, sono arrivate tutte, dritte e taglienti come lame. 

La carta traslucida di quel bianco tipico, mi rinfacciava quanto bella la vita di mio padre fosse.

Sapevo che non rimpiangeva niente di quello che aveva fatto, di tutte le sue assenza giustificate dal "Mio piccolo Cielo non posso il lavoro mi ha completamente assorbito." al mio compleanno, a natale e ad ogni singolo giorno importante, anno dopo anno.

Ho provato ad odiarlo, ma non si può odiare chi non si conosce.

Mia mamma ha sempre avuto paura di un mio odio nei suoi confronti e quindi mi rifilava sempre storielline elogianti nei suoi confronti.

Conosco mio padre tramite racconti altrui.

Ho sempre invidiato le altre bambine che giocavano al parco con i propri papà e sognavo di intravedere all'uscita da scuola i suoi occhi tra la folla di genitori scalpitanti.

Ma mi limitavo ad osservare le mie compagne correre da loro, felici e spensierati.

L'ho vissuto a metà, ricordo poco di lui, anzi quasi niente.

Mi ha vista crescere tramite chiamate brevi e videochiamate sfuggevoli.
Riconosco la sua voce metallica, ma non la sua voce reale.

L'unico ricordo che ho di lui risale a pochi mesi dal mio ottavo compleanno, in quel periodo iniziò a chiamarmi Cielo.

Negli anni pochi altri iniziarono a chiamarmi Cielo, ma ero segretamente gelosa di questo nomignolo che solo lui usava.

Avevo concesso a pochi altri di chiamarmi così, ne ero gelosa tanto quanto irritata da quel nomignolo.

Racchiudeva tutte le mie emozioni legate a mio padre.

Rigirai per l'ennesima volta l'invito e rilessi  "È gradita vostra conferma."

Confermare era l'ultimo dei miei pensieri.

Di scatto mi alzai dalla sedia su cui ero seduta in cucina da sola, non seppi cosa si smosse in me, ma con la busta in mano mi diressi all'ingresso e uscii.

Uscii senza meta, senza cellulare, né chiavi e né giubbotto.

Non mi importava di niente.

Avevo bisogno d'aria, non sentivo freddo e non sentivo caldo.
Non sentivo niente se non un tumulto di emozioni investirmi.

Camminai senza meta, sempre più veloce, sempre più veloce e senza accorgermene iniziai a correre.

Più correvo più sentivo il cuore stringersi in una morsa, davo la colpa alla corsa, ma non potevo mentire alla bambina dentro di me.

C'era vento, sentivo la mia maglia essere strattonata da lingue d'aria, ma non mi importava.

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