•Capitolo 8•

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Ciao fiorellino, se ti va ascolta:
• I Was Born To Love You -Ray LaMontagne, Sierra Ferrell
• IDK You yet -Alexander 23
🦋

Buona lettura:)

✨✨✨

28 Febbraio
18:30

Freddo pungente, quello che ti secca le labbra e ti sembra di ingoiare schegge di vetro.

Erano due giorni che mentalmente ripercorrevo tutto ciò che era successo all'appuntamento con Ambrose.

Quel trasporto che avevo avuto nei suoi confronti non era dovuto dal vino, non potevo dare la colpa all'alcool.

Non sapevo ancora tante cose di lui eppure io lo volevo, io volevo un suo bacio.

Sembrava una follia ai miei occhi, non mi stavo innamorando, ma non potevo dire che non c'era attrazione fisica.
Quella tagliava perfino i nostri respiri, come il vento stava tagliando il mio respiro in quel momento.

I miei pensieri non erano chiari neanche a me, ma in quel momento dovevo metterli da parte.

Varcai le porte del Blue Rose, avevo un leggero fiatone, questa sera avrei sostituito una ragazza.

Tolsi cappotto e sciarpa, indossai il mio grembiule, lo legai in vita e diedi un'occhiata in giro.

Quella sera Sarah teneva una piccola mostra con i lavori dei bambini del suo corso, così che i genitori potessero ammirarli.

Finii di sistemarmi e bloccai il mio taccuino in vita, vidi arrivare una Camille con un vassoio pieno di tazzine da lavare.
Camille lavora al Blue rose da qualche anno ormai.

Potrei definirla una sorella maggiore, se non fosse che i nostri rapporti non erano mai andati oltre queste mura, ma in fin dei conti è una ragazza solare e tranquilla, mi ci trovavo bene, anche se di lei so veramente poco.

<<Oh Celestia! Menomale sei arrivata!>> disse Camille con voce stanca, appoggiando grossolanamente il vassoio che produsse il tintinnio delle tazze.
<<Ciao Camille.>> dissi ridacchiando a quella scena.
<<Non ridere di me, io oggi ho fatto il doppio turno e devo ancora prepararmi, tra poco passa a prendermi James.>> disse dandomi una gomitata amichevole nel fianco.
<<Allora corri a preparati qui ci penso io.>> dissi rassicurandola.
<<Ah Celestia prima che io vada, al solito tavolo c'è il signor Brando.>> disse con voce bassa e addolcita.
<<Va bene, vado subito.>> dissi capendo subito cosa fare e la salutai.

Presi un piattino, ci poggiai un dolcetto ai mirtilli e mi diressi verso il signor Brando.

<<Signor Brando Buonasera, ecco a lei il dolcetto ai mirtilli.>> dissi con la voce più gentile che potesse uscirmi.
<<Buonasera a te Celestia, grazie mille, potresti portarmi anche una cioccolata calda con caramello e una spruzzata di...>>
<<Panna.>> conclusi la frase sorridendo insieme a lui e poi continuai: <<Arriva subito!>> e tornai al bancone e mi misi a prepararla.

Il signor Brando da quanto ne ho memoria ordina sempre il solito.
Ma una volta mi raccontò che odiava i mirtilli e il caramello, diceva che entrambe le cose insieme gli davano disgusto, rimasi stranita, ma poi mi raccontò che erano le merende preferite della moglie e della figlia.
Scomparse in un incidente stradale.

Da quasi dieci anni ogni Lunedì e Mercoledì, nel pomeriggio tardi, varcava la porta, con viso arido, qualche saluto di circostanza e qualche sorriso tirato.
Si siede al solito tavolo vicino alla vetrata, prende un giornale, che non apre finchè non ha ordinato il suo solito e poi fissa le due sedie davanti a sé.

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