4. "Haifisch" by Rammstein

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Emily venne presa alla sprovvista quando, il mattino dopo Beatrix fece la sua comparsa in cucina mentre faceva colazione.

– Come stai?– domandò dopo averla salutata, e quella annuì, indicando poi col dito il tavolo.

– Posso... posso averne un pezzetto?

L'amica sgranò gli occhi, porgendole il piatto pieno di ogni ben di Dio che però l'ospite rifiutò.

– Non riesco a mangiarne così tanto, ma... – afferrò una striscia di bacon, che addentò solo per metà,– ...questa andrà più che bene per la mattina.

La padrona di casa fece tanto d'occhi, intuendo che l'amica avrebbe mangiato solo quello.

– Scusa, Bea, ma... non ti sembra un po' poco?

– Glielo spieghi tu al mio cervello? Non vuole farmi mangiare niente da quando ho smesso quella roba, dannati loro.

La donna sorrise, rivedendo un po' della vecchia Beatrix in quella frase dove tirava accidenti a qualcuno, e domandò:– Non ti converrebbe riprenderli?

– No, non voglio diventare dipendente da quella roba. E poi quando le prendevo avevo sempre brutti sogni.

– Hai pensato alla psicoterapia?

– Non ho pensato a niente, Emily. Quello schifo mi ha spento il cervello.

Le sembrava di avere a che fare con un'adolescente, ma d'altro canto ne era sollevata: forse la sua vicinanza e quella delle altre le aveva fatto bene. La vedeva molto diversa dal giorno prima.

– Lavori, oggi? – chiese l'ospite e la mora annuì:– Faremo la conoscenza di questo sostituto procuratore Knox, conferiremo insieme. Non so ancora cos'abbia in mente.

– Auguri. Posso fare qualcosa per aiutarti in casa?

Emily la guardò male:– Non provare a dire che ti senti in colpa per la mia ospitalità.

Beatrix abbassò gli occhi, alzando le mani in segno di resa:– E sia, non lo dirò anche se sai che lo penso.

– Brava, rilassati. Ascolta musica, leggi un libro... suona, no?

L'amica la guardò con occhi inespressivi, le rubò l'altra metà della striscia di carne che aveva lasciato e se la infilò in bocca mentre si rintanava nella sua stanza.

Emily sperò che il periodo insieme l'avrebbe aiutata.

Emily sperò che il periodo insieme l'avrebbe aiutata

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– Sono in ritardo?

Emily poggiò le sue cose sulla scrivania, osservata da un divertito Derek mentre riprendeva fiato.

– No, deve ancora arrivare. È imbottigliata nel traffico, stai tranquilla.

– Meno male. Mi sono messa a chiacchierare con Bea, e...

– ...hai fatto tardi. Come sta?

La donna sedette, tentando di dare una piega decente ai suoi capelli con le dita.

The kiss of JudasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora