7. "Ordinary world" by Duran duran

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Quando Emily si alzò il mattino dopo, cercò di fare il più piano possibile al fine di non svegliare la sua ospite: la sua sveglia aveva trillato prima del solito, perciò rimase di sasso quando vide l'amica in cucina, intenta a preparare la colazione mentre canticchiava.

– Come mai sei già sveglia?

Beatrix si girò, rivolgendole un sorriso che le trasmise una buona impressione: le sembrava più energica quel mattino.

– Non ho avuto incubi, è la prima volta da tanto tempo –, rispose quella,– e quindi volevo dimostrarti una piccola parte della mia gratitudine preparandoti la colazione.

La donna si avvicinò al tavolo, che per l'occasione era stato imbandito con diverse leccornie, rimanendo a bocca aperta:– Ma... Bea, io... non so cosa dire!

– Oh, no, io non so cosa dire. Se mi sento anche solo leggermente meglio, è tutto grazie a te. Non so davvero che fine avrei fatto rimanendo sola.

Emily sentì la punta di una lacrima inumidirle le ciglia, tanto che dovette picchiettare l'angolo dell'occhio con due dita.

– Mi fai piangere, così.

– Non frignare e mangia, che si fredda!

La padrona di casa avrebbe tanto voluto chiederle come si sentisse nei confronti di Spencer, ma decise di tenere la bocca chiusa: non voleva rovinarle quel raro attimo di pace.

Dopo la colazione andò a scegliere i vestiti del mattino, e fu quando tornò in bagno e la vide intenta allo specchio a truccarsi che si accese la speranza che tutto potesse tornare come prima.

Le sorrise dallo specchio.

– Stai mettendo il mio mascara senza chiedermelo, o sbaglio?– osservò divertita.

– Temi la concorrenza, agente Prentiss?

Stavolta rise di gusto, colpita in maniera positiva dalla risposta pronta ricevuta: l'averla vista appena due settimane prima sull'orlo del suicidio l'aveva fatta preoccupare davvero.

Il lato oscuro di Beatrix era qualcosa che ella aveva placato alla perfezione negli anni passati, ma ora che era venuto fuori sapeva bene che si sarebbe potuto ripresentare da un momento all'altro.

Avrebbe fatto bene a non abbassare la guardia, e d'improvviso sentì il bisogno di parlarne agli altri.

Poi la sua attenzione tornò al sorriso della sua ospite: sincero, spontaneo, eppure così diverso rispetto a quelli che le aveva rivolto tempo addietro, prima di quel periodo terribile.

Era triste, malinconico.

No, non era ancora pronta per tornare alla vita di prima.

Afferrò la spazzola e tornò nella sua stanza per vestirsi, riflettendo ancora sullo stato mentale dell'altra: si stava truccando, cosa che di recente non aveva mai fatto.

Lo stava facendo per se stessa o perché sapeva che avrebbe incrociato Spencer?

Moriva dalla voglia di saperlo, ma intuiva di poter solo osservare dall'esterno l'evolversi delle cose, intervenendo qualora ce ne fosse stato bisogno.

– Sei pronta?– domandò affacciandosi sulla porta del bagno quando aveva già la giacca addosso, e l'altra annuì, afferrando il proprio pass.

Uscirono di casa, scendendo le scale per infilarsi nell'auto di Emily, che domandò:– Il tuo pick up che fine ha fatto?

– Venduto. Volevo acquistare un'altra auto più piccola, ma non ho... fatto in tempo.

– Hai in mente qualcosa?

The kiss of JudasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora