Capitolo 4

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Pov's Olive

«É da un po' che non mettevo più questa cazzo di divisa. Ne avrei fatto anche a meno» Emma sa proprio come rallegrare le mattine.

«Anch'io» bofonchio assonnata.

«Non sono più abituata ad alzarmi di mattina» sussurra Fiona, grattandosi un occhio e sbadigliando.

Siamo nella nostra stanza e ci stiamo preparando per andare a lezione.

Io ho la testa da un'altra parte, però.

Non ho fatto altro che pensare al bacio con Enoch e ai suoi genitori.

Appena pronte, usciamo e vediamo una miriade di studentesse che si dirigono verso le aule.

«Io non mi ricordo neanche più qual'é il mio armadietto» ridacchia Emma e Fiona si mette gli auricolari.

È da un po' che la mia amica si rintana con la musica.

Una volta arrivate ai nostri armadietti, prendiamo i libri per la prima lezione e ci dirigiamo verso l'aula di inglese.

Ci sediamo e non ci vuole molto prima che molti studenti in classe ci riservano degli sguardi furtivi.

Compresi quelli che entrano in classe: Enoch, Christian e Simon.

Io, Fiona ed Emma guardiamo la neve fuori dalla finestra, ma non basta perché si mettono davanti a noi.

«Avete davvero ascoltato il preside» commenta Christian.

«Bastardo» impreca Emma e io faccio di tutto per non guardare Enoch.

«Chi? Il preside o io?» continua Christian, provocandola.

«Io farei anche il preside» sussurra Fiona e Simon la osserva intensamente.

«Lo sai che un giorno prenderò io il suo posto, vero?» le dice e lei si toglie le cuffiette.

«Certo» mormora «ma di sicuro non sarò io quella che ti starà accanto»

Simon abbassa lo sguardo e la campanella suona, segnandoci l'inizio delle lezioni.

Che sono interminabili.

Fiona è ritornata ad essere quella di sempre, Emma quella annoiata, mentre io mi sto addormentando sul banco.

No basta, devo stare sveglia, i miei incubi sono incessanti in questo periodo.

«Professore» alzo una mano «posso andare in bagno?» domando e lui dopo avermi guardato per lunghissimi minuti annuisce.

«Si, vada pure, Smith»

Mi alzo e sorpasso la porta diretta in bagno.

Una volta arrivata, mi guardo allo specchio:«Sono orribile»

«Non è vero, sei bellissima» mi stacco dallo specchio e noto Enoch davanti alla porta.

Arrossisco, ma lo osservo indifferente:«Cosa vuoi?»

«Sapere come stai» sussurra, avvicinandosi di poco.

"«Non preoccuparti, ti riporto da tuo fratello»"

Boccheggio di poco e lui sorride:«I ricordi, vero?»

Gli scocco un'occhiataccia e faccio per uscire, ma lui mi blocca l'uscita.

Ci osserviamo attentamente e dopo parecchio tempo, parlo di nuovo:«Cosa c'è?»

«Niente, solo... non pensavo di rivederti» mi accarezza dolcemente una guancia.

Un Sorriso sotto le Stelle- PAINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora