Capitolo 6

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Pov's Emma

Esco dalla mensa con mia madre e andiamo verso il giardino.

Una volta che mia madre si ferma, faccio lo stesso e si volta verso di me.

«Sei troppo irruenta, Emma. Picchiare una ragazza. Come ti permetti?» inizia con la sua voce severa.

«E dov'è Christian?» aggiunge, guardandosi intorno.

«Oh, mamma, non mettere anche lui in mezzo» digrigno i denti.

«Sappi che alla prossima stronzata che fai, parlerò direttamente con il preside per farti sospendere»

So che è il suo forte e che ne è anche in grado.

«Dov'é papà?» chiedo.

«Cosa è successo con Christian?» mi domanda invece lei.

Svio il suo sguardo:«Niente. Non era solo la persona che credevo»

Si avvicina a me:«Stai bene?»

Annuisco:«Sono a casa»

Mi prende il viso tra le mani e mi lascia un bacio sulla fronte.

«Devo andare, mi dispiace» sussurra lei e io annuisco ancora, salutandola.

«Non pensavo sapessi mentire così bene» mi volto verso il muretto della scuola che porta ai dormitori e non ci metto molto a scoprire che si tratta di lui.

Sapevo sin dall'inizio che mi seguiva.

«Ormai non sai più niente di me» commento acida, avvicinandomi a lui.

Incrocio le braccia al petto e Christian mi osserva intensamente:«Sei dimagrita»

«Oh, la sensazione di prenderti a schiaffi è incredibile» digrigno i denti e lui sorride.

«Ma ho già preso Candida a botte. Non voglio aggravare la mia condotta da brava adolescente» faccio una smorfia, abbassando lo sguardo sull'erba.

Christian torna serio:«Stai scherzando? Come ti permetti di prendere a pugni Candida?»

Alzo la testa di scatto verso di lui che si zittisce.

«Ogni sua parola è veleno per me. Quella merita di marcire solo all'inferno» sbuffo.

«In questo momento ti stai comportando proprio come lei» dice duro.

«Ma davvero? Eppure anche tu hai preso a pugni Aaron. Non mi sembri migliore di me. Anzi, sei sceso molto più in basso»

«Emma, dai, non fare la bambina» sospira, ma io gli scocco uno schiaffo che lo lascia di stucco.

«La bambina?! Ma certo, tanto ogni tuo gesto, ogni tua parola era solo una grandissima stronzata. E io che pensavo che fossi cambiato»

Mi prende per i polsi e ci scambiamo di posizioni, così io vado a finire contro il muretto.

«Secondo te, ti ho detto stronzate quando ti ho detto che ti amavo?»

«Non lo so, dimmelo tu» alzo le spalle, strafottente.

Sento che sta per esplodere, perché si stacca da me, digrignando i denti.

«Sei proprio una rompicoglioni. Io ero venuto qui per scusarmi» mi inveisce contro, mentre io sento una goccia colpirmi la guancia.

Guardo il cielo e scopro che sta per piovere.

«Io non voglio che tu lo faccia però. Sei patetico quando lo fai» sputo veleno.

Scuote la testa, mentre altre gocce di pioggia cominciano a farsi più insistenti.

Un Sorriso sotto le Stelle- PAINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora