Capitolo 12

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Pov's Emma

È domenica e dato che ieri non abbiamo fatto niente, sveglio con forza Fiona.

É ancora giù di morale e ha bisogno di un'amica.

Menomale che ci sono io.

«Mmh... Emma..» mugugna, mentre io sorrido.

So benissimo di essere stronza e ne vado fiera.

«Dai, alzati, è domenica e ho intenzione di andare in piscina» le propongo, cominciando a mettermi il costume.

«Cosa?!» si siede di colpo sul letto e mi osserva «sai benissimo che non so nuotare»

«Certo che lo so» commento con un sorrisetto «ma non permetterò che passi il tuo tempo a deprimerti qua dentro. Quindi mettiti questo» le passo un mio costume.

Lei lo osserva e sbuffa, prima di alzarsi.

«Hai notizie di Olive?» le chiedo, quando inizia a prepararsi.

Si incupisce e nega con la testa:«No»

Annuisco, sovrappensiero:«E come sta Victor?»

«Bene, credo che la sua relazione con Berenice l'abbia un po' aiutato. Ma d'altro canto, non credo gli faccia bene vedere i tre» sussurra, abbassando lo sguardo.

«Ehy» alza di nuovo lo sguardo verso di me «se facciamo qualcosa oggi, è solo per non pensare a quei due.
D'accordo?»

Annuisce debolmente e io la osservo cambiarsi.

So benissimo che la sua situazione è peggio della mia e di quella di Olive.

Lei lo ama ancora, ma viene continuamente respinta per il lavoro che fa.

Mi metto un cappellino estivo e mi osservo.

Vado abbastanza bene, anche se le occhiaie ci sono ancora.

Chiudo gli occhi; quello là mi ha proprio fatto incazzare.

«Emma?» mi volto verso Fiona che mi osserva «stai bene?»

«Certo» assumo di nuovo la mia aria da dura «andiamo?»

«Sai che non puoi fingere con me. Dimmi la verità: ti manca?» cambia discorso.

Mi mordo il labbro, sentendo le mie barriere cominciare a crollare.

La osservo con gli occhi lucidi:«Qualche volta»

Mi prendo la mia sacca con gli asciugamani:«Andiamo, per favore»

So che il suo intento è di farmi crollare, ma non glielo permetterò.

Non permetterò più a nessuno di farmi del male.

«Va bene, Emma. Ma sappi che ci sono» prende il suo asciugamano e usciamo dalla stanza, andando a fare colazione.

La giornata è un paradiso e ringrazio il cielo nel non vedere quello psicopatico.

La mia amica si guarda spesso intorno e so benissimo perché lo fa, ma non dico niente.

Ci alziamo e ci dirigiamo verso l'uscita della mensa.

«Quanto dovremmo aspettare?» le chiedo euforica.

Lei guarda l'orologio al polso:«Fino alle 10 e mezza»

Sbuffo e andiamo verso l'uscita del college.

«Dove andate?» mi pietrifrico e Fiona fa lo stesso.

Ci voltiamo verso Christian, affiancato da Simon.

«Non è affare vostro» rispondo acida a Christian.

Un Sorriso sotto le Stelle- PAINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora