Capitolo 16

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Pov's Emma

Mi ricordo i suoi baci, le sue carezze, come mi toccava e non c'era momento più bello di quello.

Ma non lo posso perdonare per averlo detto ai suoi amici.

Sono questi i miei pensieri, mentre osservo fuori dal finestrino la strada asfaltata che sta percorrendo il pullman.

Berenice ha cercato di distrarmi in qualche modo, ma io non ho voglia di parlare con nessuno.

Noto Olive alzarsi per andare in bagno e Fiona seguirla quasi subito e sospiro.

La cosa che mi preoccupa è quando Berenice si alza per andare da Victor, creando un posto libero.

Metto la borsa lì vicino, ma viene subito spostata; non mi serve voltarmi per sapere chi è.

«Smettila di tenermi il broncio, nerina» sento la voce di Christian abbastanza arrabbiata e mi volto verso di lui.

I suoi occhi azzurri mandano fulmini e io faccio lo stesso.

«Lo hai detto a loro.. perché?» sussurro dura e lui sospira.

«Secondo te, non mi sono offeso quando te ne sei andata dal bagno. Ero incazzato, nervoso, avevo bisogno di sfogarmi, così quando mi è capitato di essere tutti e tre in stanza li ho confessato che avevamo fatto sesso»

Lo guardo storta:«Ti pregherei di non chiamarlo così»

Si avvicina al mio orecchio e strofina il suo naso contro la mia guancia, mentre mi appoggia una mano sulla coscia.

«E come lo devo chiamare, allora?» avvicina la mano verso la mia parte sensibile divisa dai pantaloni e la picchietta di poco.

«Ti ricordi di come mi supplicavi di andare più veloce? È stato bellissimo averti anche solo per un pomeriggio»

Chiudo gli occhi e rimugino nei ricordi; c'è solo lui nei miei pensieri e ci vuole un attimo per ricordare che è successo.

Osservo i suoi zaffiri fissi solo su di me e mi tocca piano il labbro inferiore con il pollice.

Avvicina le labbra alle mie e chiudiamo entrambi gli occhi.

Il contatto è lieve, delicato e mi scosta le ciocche che ho davanti al viso.

Più ci baciamo più diventa impetuoso, ma quando intrecciamo le nostre lingue veniamo interrotti.

«Christian» dice una voce severa che conosciamo entrambi.

Si stacca da me e bofonchia:«Merda»

Si volta verso Simon che è arrivato con Enoch, Olive e Fiona.

Quest'ultima ha le guance in fiamme; dopo chiederò spiegazioni.

«Sai che le effusioni non sono ammesse, signorino Edwards»

Tutti lo guardiamo basiti e Christian dopo un po' parla:«Da quando mi chiami per cognome?»

«L'ho sempre fatto, signorino. Al suo posto, prego»

Christian si alza e si mette davanti al preside:«Ti sei calato bene nella parte. Ma chiamarmi per cognome non aumenta la tua popolarità. E ti ricordo che c'è solo una persona che non chiami per cognome»

Si osservano per un tempo infinito, mentre Fiona arrossisce.

«Il mio ruolo è questo e sempre lo sarà. E riguardo alla signorina Flowers, solo quando ero uno studente come voi la chiamavo per nome. Ormai non lo sono più»

«Dimentichi qualcosa, quando contavi qualcosa per lei» Christian se ne va non prima di avermi rivolto un ultimo sguardo.

Simon sospira, abbassando lo sguardo e indirizza lo sguardo proprio verso la diretta interessata.

Un Sorriso sotto le Stelle- PAINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora