Capitolo 11

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Pov's Olive

«Ok, dovresti avere tutto» mi sussurra Fiona, cupa.

Mi ha raccontato ciò che è successo con Simon e io non ne potrei che essere più delusa di così.

È già difficile per lei.

«Sicura che vuoi che vada? Se vuoi rimando» le chiedo, mentre siamo tutte e tre sotto il sole di maggio.

«Si, ti prego» bofonchia Emma e io sorrido di poco.

«Se è quello che vuoi, io ci sarò. Insieme ad Emma mi riprenderò per lunedì» forza un sorriso tirato, mentre ci dirigiamo verso la macchina di Clara dove si trovano Enoch, Christian e Simon.

«Vedi di essere per lunedì qua. Saranno 49 giorni sennò» consegno il foglio di assenza a Simon e lo osservo serissima.

Subito dopo, gli mollo un ceffone.

«Olive!» esclamano Enoch e Fiona insieme.

«Tu vedi di non fare del male alla mia amica o vedi cosa ti faccio. Nella situazione in cui siete messi voi tre non è proprio il caso di rischiare» gli rispondo acida.

Dò la valigia ad Enoch che la mette in macchina, mentre aspetto la risposta di Simon.

«Se vuoi sentirti dire che ho sbagliato a comportarmi così con Fiona, sappi che non te lo dirò»

Sento un singhiozzo e sento la rabbia nelle vene.

«Sono preside e ora come ora, non ho bisogno di distrazioni. Non lei» sussurra con un pizzico di tristezza.

«Sei veramente uno stronzo» mormora Emma, scagliandosi verso di lui, ma Christian la prende tra le braccia, impedendole qualsiasi movimento.

«Ecco lo stronzo numero due» esclama lei «lasciami!»

Simon tira fuori una sigaretta e se l'accende, mentre Emma bestemmia ancora.

«E tu dovresti dare il buon esempio. Vaffanculo, fumi, stronzo»

Simon punta i suoi occhi azzurri su di lei che si zittisce.

Mi volto verso Fiona e la vedo in lacrime e non esito un attimo ad abbracciarla.

«Tornerò, te lo prometto» le sussurro all'orecchio e lei mugugna.

Mi stacco da Fiona e lei parla con Christian:«Vado da Victor. È nella sua stanza?»

Lui annuisce, mentre vedo Simon stringere i pugni.

«Fa buon viaggio, amica mia» mi osserva e mi regala un bacio sulla guancia «ma ricorda anche ciò che ho detto. Stringi il passato nel cuore, ma il passo successivo dipende da te»

Si incammina silenziosa come è sempre stata nella stanza di Victor con le mani dietro la schiena.

«Non credi che abbiamo sofferto abbastanza?» mi riferisco a Simon che osserva l'esile Fiona.

Sbuffo, così dò un veloce abbraccio ad Emma:«Vi scriverò. Fammi sapere come sta»

«E come sto io non ha importanza?» sussurra con un sorriso che ricambio.

Con un po' di titubanza, salgo in macchina e saluto tutti.

Enoch si mette al posto del guidatore e mi osserva prendere respiri profondi.

«Fiona ha ragione, comunque...»

«Sta zitto e fa partire questa macchina!» gli scocco un'occhiataccia e lui fa ciò che gli ho detto senza dire una parola.

Mi stringo forte quando imbocchiamo l'uscita del college e lui lo nota.

Quando usciamo dal centro abitato e imbocchiamo la strada principale, mi parla.

Un Sorriso sotto le Stelle- PAINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora