La campanella suonò risvegliandomi dallo stato di trance in cui ero caduta. Mi accadeva spesso.
《Amaya tutto ok?》domandò il professore di filosofia quasi a farlo sembrare un rimprovero.
Annuii sbrigativa e raccolsi velocemente le mie cose. Il primo giorno in una scuola nuova non è mai ok ma nessuno poteva capirlo.
Affrettai il passo e uscii dall'aula assieme ai miei compagni. Non avevo tentato di fare amicizia con nessuno di loro ma sinceramente non mi importava.Il chiacchiericcio assordante degli studenti mi faceva desiderare ancora di più di essere lontana da la. Possibilmente lontana da Sydney.
Non mi accorsi di uno strano ragazzo dai capelli colorati che correva per accorciare il tragitto a casa e ci andai a sbattere contro.
《S-scusa》balbettai chinandomi per raccogliere da terra i fogli caduti dai quaderni.
《Fa niente》ridacchiò cercando di aiutarmi.
《Michael muoviti siamo in ritardo per le prove》. Un ragazzo dai tratti asiatici e dai capelli neri si avvicinò senza badare a me e scosse il suo amico per la spalla.
Si rialzò in tutta fretta lasciando i miei appunti a terra e si allontanò di corsa.
Sbuffai. Poteva almeno terminare di aiutarmi.
Cacciai alla rinfusa i fogli svolazzanti nella borsa di ecopelle nera e indossai le cuffiette. La musica riusciva sempre a calmarmi nonostante tutto.《Mamma sono a casa!》urlai sbattendo con la mia proverbiale delicatezza la porta d'ingresso. L'unico lato positivo del trasferimento era che potevo trascorrere più tempo con la mia famiglia.
《Amaya! Com'è andata a scuola?》. La guardai torva ma mi lasciai accarezzare i capelli.
《Secondo te com'è andata?》sbottai. Mi guardò con aria di compatimento.
Per tutta risposta salii le scale fino a raggiungere la soffitta dove dormivo. Mi gettai sul letto facendo attenzione alla moltitudine di scatoloni che ancora giacevano sul pavimento dal trasferimento. Mi piaceva la soffitta. Ero da sola, lontana da tutto e da tutti. Proprio come sempre.