{Make me your Aphrodite
Make me your one and only}La suoneria del mio telefono risuona nel silenzio della stanza, disturbando il mio sonno.
{But don't make me your enemy (enemy)
Your enemy (your enemy), your enemy}Tasto con la mano verso il comodino alla cieca, cercandolo, mentre sento le braccia e le mani piene di tatuaggi di T.key stringermi verso di lui
-perché non lo spegni mai Evie?-
Mormora con voce impastata dal sonno contro il mio collo mentre mi stringe i seni, facendomi trattenere un mugolio, mi muovo e mi libero dalla sua presa per prendere quel maledetto telefono e rispondere
-dottoressa Brown.-
Dico cercando di mettermi seduta mentre T.key si muove dietro di me per coprirsi dal freddo della mattina. Le parole dell'agente al telefono mi fanno scattare e sospirare di dolore, speravo vivamente che non fosse così puntuale come ogni maledetta luna piena e invece no, dovevo saperlo.
-si arrivo subito, dove stavolta?-
Mi alzo velocemente cercando i vestiti spararsi per la camera del mio miglior amico e collega.
Mentre al telefono il poliziotto mi dà le informazioni necessarie per raggiungere il luogo del ritrovamento.
-arrivo tra poco grazie, non fate avvicinare nessuno-
Attacco il telefono e mi piego in avanti prendendo i pantaloni di pelle nera con cui ieri sera sono uscita
-bel mandolino-
Sento mormorare T.key dal letto mentre mi infilo del tutto i pantaloni e poi afferro la giacca di pelle che indosso mentre mi giro verso di lui.
Trattengo una risatina nel vederlo ancora steso sotto le coperte che stringe il cuscino come stringeva me pochi minuti prima, assonnato e spettinato, con tutti i suoi tatuaggi in bella mostra per me, mentre con gli occhi chiari dormienti ma accesi dalla malizia mi guarda-non scomodarti a venire con me eh? Sia mai T.key-
Lo canzono infilandomi velocemente le scarpe. Cerco il casco e la mia borsa, lui nel frattempo sprofonda ulteriormente nel letto chiudendo gli occhi mentre sbadiglia
-nah, quella parte è tutta tua, lo sai che io preferisco analizzare quello che tu già hai tagliuzzato-
Scuoto la testa e corro verso la porta
-termine tecnico idoneo dottor Cambell, proprio adatto-
Gli lancio un cuscino che nella notte per la foga abbiamo fatto cadere dal letto, prendendolo in pieno in testa, sentendolo borbottare e mandarmi a fanculo
-ci vediamo in laboratorio e non tardare troppo-
Lo vedo agitare la mano decorata con quella bellissima rosa che gli ricopre tutto il dorso, prima di correre via.
Scendo nel garage e trovo subito la mia amata moto, l'ultimo modello della CBR 1000 RR. È tutta nera opaca con dettagli lucidi che evidenziano le curve e le linee aggressive. Salgo in sella e dopo essermi messa il casco, sfreccio fuori.
Raggiungo il Fitzroy Provincial Park in 12 minuti, di norma ce ne vogliono il doppio ma mi sono lasciata prendere dalla brezza mattutina che mi riscuoteva l'adrenalina. All'ingresso noto subito gli agenti della polizia e il SUV dell'Interpol che tengono lontane le persone che vorrebbero entrare nel parco.
Scendo dalla moto e raggiungo gli agenti mostrando il mio badge identificativo, mi fanno passare subito senza indugi. Seguo il via vai di agenti e addetti del mio laboratorio, fino a raggiungere l'aria delimitata, dove vedo uno dei furgoni della mia squadra fuori dai nastri a qualche metro di distanza, mi avvicino e trovo David con la sua immancabile macchinetta fotografica
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KILLING IS ALWAYS KILLING ONESELF
Romantik- "if the habit makes the monk, the house makes the murderer" questa frase è sempre stata un mantra durante le ore di lavoro, perché per capire alcuni S.i.; per capire alcuni criminali; quello che uno deve comprendere è come si è arrivati a quel p...