25. Break

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Tre mesi dopo

I giorni sono passati; sono diventati mesi, così sembra e ho preso un congedo a lavoro, ogni mio caso è stato messo in discussione quando questa storia è arrivata agli alti dirigenti ma non m'importa; nulla ha più importanza perché nulla è come sembra.

Per venticinque anni ho creduto in lui; creduto che per lui io fossi importante.

E lo ERO ma non come pensavo.

Quando cresci con la consapevolezza che lui farebbe di tutto per te, poi questa ti viene strappata nel modo peggiore tutto perde senso.
Il lavoro, la vita, la voglia di arrivare al giorno dopo.

Sono a casa di Flynn non ho avuto la forza ne la volontà di cercare un'altra casa, non ne vedo il motivo perché devo vivere come se niente fosse?
Lui mi è accanto mi sta dando i miei tempi facendomi vedere che è qui; come lui T.Key ma...

Come posso fidarmi di qualcuno ora? Come posso andare avanti? Come? Se io sono la causa di tutto quello che è successo; di quello che lui ha fatto e di quello che gli è successo.

-Evie. Vado a lavoro abbiamo un caso, torno appena possibile ok? Chiamami per qualunque cosa-

Mi dice abbassandosi davanti a me sfiorandomi il volto, il suo tocco mi fa formicolare la guancia ma non riesco a reagire come prima mi sembra che tutto sia falso e inutile.
I suoi occhi sono preoccupati li vedo che si sta logorando con me per questo lo ho convito a tornare a lavoro visto che finalmente è guarito.

Ma non parlo, non riesco a tirar fuori la voce da mesi ormai per cui annuisco lentamente; lui mi accarezza piano la guancia, poi mi bacia la tempia

-a dopo. Passerà anche T.Key da te ok? Ma tu chiamami-

Annuisco ancora, stringo le gambe di più al petto mentre lui si alza mi lancia un'ultimo sguardo ed esce.

Rimasta sola mi stendo sul divano e mi rannicchio; i ricordi belli di mio fratello e di quei momenti mi piombano addosso come una valanga m'investono, io mi sento soffocata.
Non riesco a smettere di pensare a quegli attimi, alle sue mani su di me, le sue labbra e le sue parole. La sua follia pura che ha trasformato un sentimento stupendo in qualcosa di corrotto e malato.

Tutto nel silenzio mi piomba addosso come di notte; per questo ogni volta che mi addormento, ho incubi che mi svegliano nel cuore della notte, Flynn mi è sempre accanto per rassicurarmi ma fino a quanto questo per lui andrà bene? Fino a quando io devo continuare a vivere con tutto questo?

Non c'è la faccio più, non riesco a respirare, non riesco a sentire la vita, non riesco a pensare che io debba meritare di esistere.

Basta...

Non so quanto tempo sia passato ma non riesco più a sopportare tutto; mi alzo e mi vado a vestire e poi prendo casco e chiavi.

Scendo nel garage del palazzo di Flynn ed eccola la mia moto;che non tocco da non so quanto tempo, mi metto il casco e parto. Non ho una meta so solo che basta.
Voglio solo smettere di provare tutto questo, smettere di essere la causa del dolore che ho causato a molti, smetterla di sapere che ogni legame che ho creduto di avere fosse una menzogna. Basta.

Corro per le strade principali della mia adorata città e vado verso le strade isolate che costeggiano il Dow Lake, la velocità mi aiuta a non sentire nulla.

Non voglio sentire nulla e per questo sfreccio sorpassando tutto e tutti, non bado ai limiti o alla sicurezza visto le strade sono ghiacciate. Il che rende la guida quasi impossibile, se non fosse per perché i mezzi spala neve, e spargi sale.
Ma non m'importa quello che potrebbe accadermi voglio solo smettere di sentire tutto questo.

KILLING IS ALWAYS KILLING ONESELFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora